Dopo il tragico assalto alla chiesa di Saint-Etienne du Rouvray, vicino a Rouen, l’amministrazione comunale e l’associazione Comitato per il gemellaggio sono vicini ai “gemelli” francesi di Rouen, dai quali erano stati ospitati la scorsa primavera per dieci giorni.

Mai come in questi giorni i confini si azzerano e anche gli eventi più lontani ci colpiscono direttamente e nel profondo: da quando tutti abbiamo dichiarato “Je suis Charlie” si sono susseguiti atti di violenza e terrorismo in continuazione e ovunque, al punto che ormai tutti siamo coinvolti e tutti siamo anche quel povero parroco e quei fedeli che oggi – probabilmente come tutti gli altri giorni – erano riuniti per la celebrazione della messa.

Così, mentre i giovani di Bedizzole sono a Cracovia e ci raccontano la loro esperienza inviandoci immagini di gioia e speranza, dalla stessa città in queste ore sta partendo monsignor Lebrun, arcivescovo di Rouen, che si trovava in Polonia per la giornata mondiale della gioventù e invece dovrà fronteggiare nella sua diocesi l’orrore lacerante provocato dai seminatori di morte. Da Cracovia i ragazzi pregheranno per la vittima e i feriti, particolarmente colpiti e commossi dal fatto che Bedizzole da anni è gemellato proprio con Rouen. 

In paese, l’amministrazione ha espresso vivo cordoglio e infinita tristezza per chi ha vissuto la violenza di questa mattina e per tutti gli abitanti di un’altra città ferita, oggi coinvolti da vicino più di altri, anche se ormai il clima di ansia e paura è diffuso, insieme alla certezza che non esiste più alcun luogo sicuro. Anche se la parrocchia colpita non è direttamente coinvolta nel gemellaggio, all’amministrazione di Rouen è stato inviato un messaggio di vicinanza e solidarietà a nome di tutti i cittadini di Bedizzole, coinvolti ormai da diversi anni negli scambi culturali e nei viaggi da e per Rouen. È attonita la prof. Teresa Monetti, presidente dell’associazione Comitato per il gemellaggio Europa interscambi, che aveva da pochi giorni espresso la solidarietà bedizzolese a diversi associati francesi del comitato di gemellaggio dopo il tragico evento di Nizza. «Ho detto loro che sono sconvolta dalla bestia che c’è in noi e mi hanno risposto che l’unica via è cercare di tenerla incatenata. La promozione del rispetto e dell’integrazione che sosteniamo da anni con il gemellaggio vanno in questa direzione e continueremo con convinzione a proporre i nostri progetti».

Giovanna Gamba