Una segnalazione alla polizia locale ha permesso agli agenti di mettere in sicurezza la zona dove l’ordigno bellico era stato riposto. Nella mattinata di ieri gli specialisti hanno fatto brillare la bomba presso la cava Moreni.

Quando nei giorni scorsi è arrivata la chiamata, al comando del servizio intercomunale di Calvagese e Muscoline gli agenti non volevano credere alle proprie orecchie: un privato cittadino aveva appena avvertito che un suo congiunto, di ritorno da una gita, aveva portato a casa un ordigno bellico e l’aveva messo sotto il porticato della propria abitazione. Il personale del comandante Dondelli ha provveduto subito a verificare le affermazioni, che potevano suonare come scherzo e che invece, purtroppo, corrispondevano al vero.

Subito dopo aver individuato la granata di artiglieria, il primo passo è stata la messa in sicurezza della zona di ubicazione, quindi si è provveduto ad avvertire l’Ufficio Territoriale del Governo di Brescia (ex Prefettura) e la Stazione Carabinieri di Bedizzole. L’ordigno è stato classificato dagli specialisti come granata d’artiglieria da 149 mm ad alto potenziale esplosivo, perciò andava rimosso e fatto brillare con la massima cautela. La mattinata di mercoledì 13 è stata destinata all’intervento.

Per permettere le varie fasi dell’operazione, il sindaco ha emanato un’ordinanza di sgombero per 25 famiglie residenti nella “zona rossa”, quella più a rischio. Su ordine della Prefettura ha poi avuto inizio l’intervento del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona per le operazioni di rimozione e brillamento. Erano inoltre presenti due pattuglie della Polizia Locale Calvagese della Riviera – Muscoline, due pattuglie della Stazione Carabinieri di Bedizzole e un’ambulanza della Croce Rossa Italiana Militare, giunta appositamente da Milano.

L’ordigno è stato trasportato presso la Cava Moreni, dove è stato posizionato a una profondità di due metri e fatto brillare. Il materiale sollevato dall’esplosione ha raggiunto un’altezza di 35 metri, il che dà l’idea della potenza della bomba e del pericolo che ha corso chi l’ha avuta tra le mani. «Portare a casa ordigni inesplosi – sottolinea preoccupato il comandante Stefano Dondelli – significa correre rischi enormi. Le granate sono nate per esplodere e se questo non è avvenuto potrebbero esserci difetti di fabbricazione che a maggior ragione le rendono ancora più pericolose». Fatti di cronaca recenti sul nostro territorio dovrebbero essere per tutti un monito a evitare comportamenti che potrebbero provocare tragedie, come accaduto a fine agosto in Valcamonica o circa un anno fa a Villanuova.

Relativamente all’accaduto verrà inviata una comunicazione alla Procura della Repubblica di Brescia per la valutazione di eventuali reati. Va ricordato, tra l’altro, che tutte le spese affrontate sono a carico dello Stato, quindi vengono pagate da tutti noi, e sarebbe davvero il caso di mettere fine a tanto spreco di risorse causato dalla superficialità di qualcuno.

Giovanna Gamba

Nelle foto, per le quali si ringrazia la polizia locale di Calvagese-Muscoline, la granata e le sue dimensioni.