E’ iniziato il conto alla rovescia in attesa della prima di “Oh che bella guerra!”, lo spettacolo del Ctb – con testo e regia di Costanzo Gatta – che debutterà al teatro Santa Chiara il 24 novembre e rimarrà in scena, nel teatro intitolato a Mina Mezzadri – fino al 20 dicembre. Presentando lo spettacolo il direttore Gian Mario Bandera ha ricordato che questa, dopo il “Mephisto” di Micheletti, è la seconda produzione stagionale del Ctb e coniuga “la tradizione del teatro-documento e la multidisciplinarietà di forme espressive tipica degli spettacoli più innovativi”.

“Oh che bella guerra!” racconta le vicende di una compagnia teatrale che, all’indomani di Caporetto, si trova investita dalle direttive dell’ufficio “P” (propaganda) dell’esercito italiano, ma deve misurarsi anche con i dubbi sulla realtà della guerra, le sue tragedie, le sue menzogne. “La compagnia doveva portare sollievo e divertimento nelle retrovie, ai fantaccini in licenza e alle popolazioni civili – ha ricordato Costanzo Gatta – e rispondere alla parola d’ordine dell’ottimismo a oltranza, ma non poteva ignorare la realtà del disastro in atto”. Lo spettacolo unisce così un accurato utilizzo di testi d’epoca e momenti divertenti, musica, balli e scende di magia. Ruolo essenziale hanno le coreografie di Antonella Massussi, i costumi e le scenografie di Lella Viola, i trucchi della Scuola Educo. Elena Strada (protagonista) e Chiara Pizzato (aiuto regista e attrice) sottolineano l’attualità del tema della guerra, e la rilevanza storica che essa ebbe a Brescia, autentica terra di confine e provincia attraversata dalla linea del fronte nel ’15-’18.

Per espressa volontà della presidente Carla Boroni lo spettacolo di Gatta “uscirà” dal perimetro del palco e coinvolgerà la città attraverso due giornate di “Parole di guerra” (letture e un convegno storico), un incontro fra la compagnia e il pubblico il 28 novembre al Nuovo Eden, due incontri in biblioteche del sistema bibliotecario cittadino. Il teatro-documento si apre insomma alla storia e alla contemporaneità. In un mix studiato e sapiente, per divertire e far riflettere.

Odoardo Resti