Diamo voce ai bibliotecari del Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Brescia, preoccupati per il futuro delle biblioteche e del settore cultura se non saranno destinati fondi adeguati e non si investirà sul personale.

Sono momenti difficili per le biblioteche, che vivono di riflesso la crisi più ampia e la scarsità di risorse per la cultura e il mondo dei libri. Da una parte i bibliotecari chiedono incrementi nell'acquisto di volumi, periodici o nuove risorse multimediali, oltre a una particolare attenzione al personale che difficilmente viene sostituito quando va in pensione. Dall'altra l'amministrazione comunale non evade le richieste e negli ultimi tempi addirittura si muove verso scelte che suscitano addirittura malcontento e proteste.

All'inizio l'attuale amministrazione aveva fatto ben sperare: dopo l'azzeramento quasi totale dei fondi operato dalla precedente giunta, sono stati destinati 130mila euro, cifra che corrisponde a 0,65 euro a persona ed è ben lontana ai 3 euro degli standard internazionali, tuttavia aveva segnato un'inversione di tendenza.

Da allora, però sono arrivate solo pessime notizie: non esiste più uno specifico Settore biblioteche e sono disponibili solo da poche settimane le risorse stanziate dall'amministrazione  nel 2016 per l'acquisto di libri e materiale; inoltre, la carenza di personale si è fatta sempre più preoccupante, al punto che per garantire il servizio a volte sono diventate indispensabili figure non professionali come volontari del servizio civile, tirocinanti e studenti dell’alternanza scuola-lavoro. L’unica nota positiva è la recente promessa di assumere tre bibliotecari attraverso la mobilità interna. L'ultima intenzione manifestata, tuttavia, non fa pensare a nulla di buono, visto che si parla di “esternalizzare” quattro biblioteche decentrate entro la metà del 2017. La proposta è ancora piuttosto nebulosa, ma non per questo meno preoccupante.

Eppure – sottolinea la rappresentanza sindacale dell’ente – la possibilità di assumere c'è e l'arrivo di personale professionalmente qualificato sarebbe la premessa anche per un sensibile miglioramento del servizio. Da parte loro, i bibliotecari si dichiarano disponibili alla collaborazione e, di fronte a investimenti nel settore, sono favorevoli anche a eventuali adeguamenti di collocazione delle sedi centrali e di quelle periferiche. Del resto, non si può più identificare il bibliotecario solo come colui che presta e ritira i libri, visto che ormai da tempo questi professionisti sono veri e propri promotori di cultura attraverso le molteplici attività promosse nelle varie sedi: animazione alla lettura per i più piccoli, gruppi di lettura diurni e serali, incontri di avvicinamento ai classici, corsi annuali di vario genere, progetti e laboratori con le scuole e cooperative di disabili, che coinvolgono tutte le fasce di età.

Tutti siamo cresciuti frequentando i bibliotecari della biblioteca più vicina a casa, spesso chiedendo loro consigli di lettura o aiuto per le "ricerche" scolastiche. Ci auguriamo che anche i nostri figli possano continuare a fare altrettanto.

Giovanna Gamba