Prima la lunga lettura di un brano ottocentesco di guida al paesaggio lacustre del comasco, dove abita, poi il botta e risposta con i suoi lettori e con i tanti appassionati che hanno affollato il Museo della Carta di Toscolano per l’iniziativa che ha portato Andrea Vitali sul Garda.

Introdotto da Maria Grazia Boschetti, Presidente della Fondazione, Vitali ha messo in campo con estrema serenità e pacatezza tutto il suo repertorio di persona semplice e di scrittore raffinato, che nelle ore della giornata e negli sguardi di ognuno sa cogliere aspetti significativi e profondi. Buon repertorio di battute che hanno strappato il sorriso e invogliato al dialogo con lui. Il libro che ama di più? L’ultimo, naturalmente, perché lo deve vendere. Ma quello che porterebbe con sé sulla classica isola? “Pianoforte vendesi”, senza indugi. E i nomi dei suoi personaggi da dove escono? Dal calendario di Frate Indovino dove i Santi sono conosciuti, ma i Beati meno, quelli non hanno diritto a entrare nella gerarchia. Per i suoi libri sceglie lui argomento, personaggi e trama, con l’editore concorda semmai tempi e aspetti tecnici. Tra i suoi scrittori preferiti Andrea Camilleri e Antonio Manzini, che però lo “innervosisce” perché non conclude mai la storia. Certe espressioni le prende dal linguaggio quotidiano, come quelle fiorite degli ambulanti, e certi aneddoti li ricorda dalla sua professione medica, come la nonnina “che mangia due chili di mentine al giorno o il paziente che arriva presto in ambulatorio e dopo mezz’ora rende irrespirabile l’aria a causa della quantità di aglio che consuma”. Non segue scalette iniziali ma un filo condotto dalla sua immaginazione di ogni giorno, altrimenti la fantasia viene strozzata e alcuni personaggi non comparirebbero mai. Alla base di tutto, però, non c’è l’invenzione ma le storie vere, quelle dei nonni e dei genitori, quelle che ha ascoltato da bambino e che non sono mai uscite dalla sua mente. Infine un consiglio: leggere. Tanto. Perché quello che scrivi può anche non piacere ma tu devi essere dignitoso in quello che fai. La lezione di un uomo. Applausi.

Giordano Silvestri