Forte di un’amicizia ormai trentennale con l’autore, fatta di incontri che si nutrono di innumerevoli risate e inesauribili battute, sono riuscita ad avvicinarlo nella delicatissima fase che precede il debutto di un nuovo spettacolo e a convincerlo a parlarne in anteprima ai lettori di 51news.

Allora, John, siamo tutti in attesa, con impazienza, delle nuove avventure della signora Maria. Siete finalmente pronti?

Stiamo ultimando proprio in questi giorni la messa a punto del nuovo spettacolo, “Bella senz’anima”. Debutteremo lunedì 21 settembre a Nuvolento, per la rassegna di Acque e terre. Lo spettacolo, atteso davvero da molte persone e già richiestissimo, racconta le disavventure della Signora Maria che ha una giornata piuttosto movimentata, a causa di un concerto rock organizzato nella sua casa dall’amato nipote Cristian. Ne succederanno di tutti i colori, con battute a profusione.

Come sempre, direi. Da dove nascono le vostre idee vincenti? A chi o a cosa ti ispiri quando scrivi?

Inizialmente io, Paola e l’amico Peppino avevamo pensato ad una storia completamente diversa; ci avevo lavorato per molto tempo, ma alla fine non ci convinceva appieno. Allora abbiamo pensato ad un’altra struttura: ora siamo soddisfatti e speriamo che il pubblico gradisca, come sempre. Il teatro, soprattutto comico, ha bisogno non solo di battute ma anche di un ritmo giusto, calibrato sulle capacità istrioniche dell’attrice. Inoltre si tratta del quinto spettacolo di Paola Rizzi (se escludiamo “Tutta colpa del Piero” che è un mix dei precedenti quattro spettacoli) e non è semplice trovare l’idea giusta che sia all’altezza dei precedenti. Quando scrivo per la Signora Maria, attingo al mondo della mia infanzia, fatto di gente che riempiva le chiese, ad un mondo senza internet, dove la televisione con Mike Buongiorno si vedeva tutti insieme al bar e dove c’era l’oratorio maschile e quello femminile. Io non sono tanto bravo nel dialetto parlato, ma lo scrivo e poi Paola Rizzi con l’aiuto di Peppino, meridionale poliglotta che parla in “bresà”, mi sciacquano il testo nel Chiese.

Quali sono per te i momenti più belli nel corso di una serata?

Il momento più felice per me è quando due ore prima degli spettacoli arriva gente che mette i golfini sulle sedie per “tenere” il posto, poiché ormai ci sono spettatori che ci seguono in giro per la provincia come una specie di “Paola Rizzi fan club”. La nostra migliore pubblicità è il passaparola della gente che decanta le qualità dell’attrice. Non mi crederete, ma alcuni arrivano con sedie pieghevoli per paura di non trovare posto.

Prima della Signora Maria, il Teatro Poetico non aveva mai proposto dei monologhi, o almeno non con Paola. Come è nato il personaggio e come mai avete deciso di puntare su questo tipo di spettacolo?

Riguardo ai monologhi, nella lunga storia del Teatro Poetico ce ne sono stati alcuni, uno su padre Turoldo e uno su Don Chisciotte, ma in effetti il protagonista era il nostro "leader" Deni Giustacchini. I monologhi della Signora Maria, invece, sono nati nel 2006, quando c’era stato l’invito ad uno spettacolo a Gavardo per Acque e terre. Poiché il teatro Poetico non aveva spettacoli nuovi in cantiere, avevo lanciato l’idea a Paola. All’inizio lei aveva forti dubbi sulla tenuta di un monologo, abituata com’era a fare ruoli comici (la servetta, soprattutto) nelle numerose commedie liberamente tratte da Molière o Goldoni, secondo i canoni della commedia dell’arte. Sì, perché avevamo fatto centinaia di repliche con il Teatro Poetico Gavardo e Paola costituiva con Deni Giustacchini un duo perfetto dalla comicità irresistibile. Tenevano magistralmente la scena con il contributo degli altri attori: Henry Giustacchini, Rosamaria Micheli, Peppino Coscarelli ed il caro Renato Meloni, salito in Paradiso proprio un anno fa, con il quale abbiamo condiviso per quasi trent’anni la voglia di fare teatro ed il desiderio di far sorridere e riflettere il pubblico. La svolta, insomma, poteva essere un azzardo.

Tu, Paola, Peppino. Ci sono altre persone coinvolte nel progetto o in questo caso avete scelto di limitarvi a un trio?

Per la realizzazione dello spettacolo non posso non citare la preziosa collaborazione tecnica dell’amico Luca Lombardi, che tuttavia non è alla sua prima avventura con noi. Ha infatti scritto musica e testi di un altro nostro successo, “Qui tra le rocce e il cielo”, che stiamo replicando un po' ovunque in occasione del centenario della Grande Guerra, con Deni Giustacchini e i video di Sara Ragnoli. In quello e in altri nostri spettacoli, Luca suona il pianoforte ed esegue dal vivo i suoi brani.

Come stai vivendo questi ultimi giorni prima della “prima”?

Nonostante le centinaia di spettacoli fatti, ad ogni “prima” c’è sempre l’emozione di vedere se quella battuta farà ridere, se quel “pezzo” piacerà, se tutto filerà liscio. Naturalmente, sapere di essere nelle mani di un’attrice così brava è una garanzia che dà maggiore tranquillità. La gente ci ferma per la strada, vuole sapere a che giorno, a che ora. Spesso dopo gli spettacoli ci ringrazia perché, fra tante cose brutte e tristezze, riusciamo a strappare un sorriso. E di questi tempi, credetemi, non è poco.

Che dire? Non vediamo l'ora di ridere grazie a voi e alla vostra compagnia. In bocca al lupo!

Povero lupo...

Giovanna Gamba