Il Castello di Vallio Terme diventa un caso. I ruderi scoperti una dozzina di anni fa dagli archeologi del Museo di Gavardo e ritornati recentemente alla ribalta della cronaca come una “nuova scoperta” fanno discutere. In proposito abbiamo sentito il parere del professor Gian Pietro Brogiolo, docente all’Università di Padova.

Secondo alcune informazioni dovrebbe essere lui con la sua squadra di ricercatori a studiare a settembre i ruderi del castello di Sant’Apollonia. “Intanto vorrei sgombrare il campo ad alcuni equivoci – spiega il professore Brogiolo – io non sono Indiana Jones e non c’è alcun castello perduto da scoprire. Noi non abbiamo in programma alcuna campagna di scavi su Vallio Terme”. Una cosa diversa dunque…”Molto diversa. Noi effettueremo uno studio dei paesaggi e delle architetture in un territorio che fermo da mille anni. In cui troviamo campi coltivati allo stesso modo da secoli, in cui molti edifici sono  del XII-XIII e XIV secolo. Faremo uno studio serio e dettagliato con rilievi in superficie ma nessuno scavo, nessuna richiesta di autorizzazione a Soprintendenze. Noi non facciamo archeologia di aneddoto”. E il Castello? “E’ una cosa importante ma non resta molto l’80 per cento è su roccia viva, difficile ormai ritrovare qualcosa di importante. Forse lungo i bordi…ma va anche detto che ne esistono diversi da studiare”. Intanto da registrare anche  la posizione del proprietario del sito dove sorge il Castello a Vallio Terme, Marco Maccarinelli Musesti: “Va ricordato che le rovine archeologiche sorgono su una proprietà privata. Ultimamente vediamo anche molti curiosi. Noi saremmo interessati ad una valorizzazione del luogo perché questo meriterebbe la storia di questa zona ma il tutto fatto con intelligenza e educazione”.

Maria Paola Pasini