Giuseppe Merlo, dottorato di ricerca in storia dell’arte e un impiego presso l’Archivio di Stato di Brescia, studiando progetti e carte ottocentesche, ha smantellato la tradizionale attribuzione a Vantini del progetto del cimitero di Travagliato. Pubblichiamo volentieri la sua preziosa testimonianza.

In architettura la prima metà dell’Ottocento a Brescia è indubbiamente dominata dalla personalità di Rodolfo Vantini; personalità che nella progettazione dei luoghi di sepoltura, dopo aver creato il “perfetto” cimitero neoclassico, può diventare ingombrante: in ogni colonna, in ogni porticato, la critica vi ha ravvisato la sua mano. Così è per il cimitero di Travagliato il cui nucleo originario gli è concordemente assegnato. È pur vero che alle date del 21 e il 23 dicembre 1832 l’architetto annota nei suoi diari “pensieri per il campo santo” di Travagliato; pensieri che si concretizzano in alcune tavole e nei capitolati, entro il febbraio del 1835, poi sul progetto cala il silenzio. I disegni vantiniani differiscono dall’opera realizzata pur costituendone, nel mantenuto rigore neoclassico, la base di partenza. Il rapporto tra Vantini e l’Amministrazione Comunale di Travagliato non dovette portare a nulla di concreto poiché dei documenti ritrovati tra le carte dell’ingegnere Giuseppe Bertelli, carte conservate presso L’Archivio di Stato, si apprende che nell’agosto del 1846 viene dato incarico a Bertelli per “opere di ricostruzione della facciata del Campo Comunale”.

L’anno successivo Bertelli presenta le tavole progettuali e i relativi capitolati (3 aprile 1847) nei quali si dice che la “la facciata del Campo Santo sarà eretta nel luogo dell’attuale previa la demolizione della medesima” a cui seguono dettagliate relazioni dei lavori necessari all’erezione del nuovo ingresso colonnato, delle cappelle angolari e di quelle intermedie; per cui abbiamo la certezza che nulla del progetto Vantiniano fosse stato eseguito.

Benché il progetto di Bertelli abbia indubbie affinità col prospetto attuale, si notano alcune rimarchevoli differenze nel coronamento dei propilei e delle cappelle per cui il progetto subì varianti in corso d’opera, forse anche per la lunghezza nella realizzazione. In una nota del 7 novembre del 1850, nella quale Bertelli lamenta lungaggini nel pagamento dei suoi compensi, afferma che “ora si stanno già costruendo le opere di riduzione”.

Giuseppe Merlo