La consueta rubrica del fine settimana con le riflessioni della nostra collaboratrice Ariel.

Ammetto la mia ignoranza. La conoscevo appena per averla letta su alcuni articoli giornalistici e per averne sentito parlare in alcune conviviali. Nulla di più di un provvisorio e generale profilo di un personaggio noto solo in alcuni ambienti. Il giorno che la incontrai ne rimasi folgorata.

Corporatura esile, voce ancora più sottile, era quasi traslucente, eppure qualcosa mi diceva che aveva in sé cosi tanta forza da farmi rabbrividire. I miei dubbi furono spazzati via in un attimo, quando - quasi rannicchiata su se stessa - iniziò a parlare davanti a una platea affollatissima. Si fermò anche l'aria che respiravamo e, tutti consapevoli del momento, non avevamo più necessità di respirare e ci alimentavamo solo della potenza del suo essere. Disse tante cose e tanti passaggi furono più taglienti di lame affilate eppure, al termine del suo intervento, si tornò a respirare e nessuno parve affranto dall'apnea appena trascorsa.

Il giorno dopo fece fatica a salire in macchina ma, prima che la portiera fu chiusa, mi salutò con garbo e delicatezza, ringraziandomi per la piacevole conoscenza. Fui io che la ringraziai tante e tante volte. Il mio tributo più sincero a una donna speciale, la cui forza è la semplicità e la pulizia delle idee. Parlo al presente? Sì, lo faccio consapevolmente; è più presente ora del giorno in cui la conobbi. Amici, il mio tributo a una donna molto grande, Ida Magli.

Ariel

 

 

Le ceneri di Ida Magli saranno tumulate al Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera