Andrea Ghidoni, 26 anni, di Molinetto di Mazzano, è l’unico bresciano ad aver vinto uno dei premi messi in palio da Fondazione Cogeme Onlus con il concorso “Si può fare di più”, per tesi di laurea di particolare interesse scientifico sui temi ambientali: energia, acqua, sostenibilità, economia circolare.

Classe 1991, una laurea in ingegneria ambientale (Land and Environmental Engineering), la passione per i viaggi e il desiderio forte di coniugare le competenze acquisite lavorando in ambiti che promuovano il rispetto per l’ambiente e operino attivamente per migliorare la salute del nostro pianeta. Andrea ha le idee chiare e l’ottimismo di chi sta per affrontare l’ingresso nel mondo lavorativo vedendo parecchie porte aperte davanti a sé. Al momento gode di una borsa di studio post-laurea presso l’Università degli Studi di Brescia, ma ha già deciso di accettare l’offerta di uno stage presso Acque bresciane, l’azienda che gestisce il servizio idrico in buona parte della nostra provincia. «Sono diverse le aziende che mi hanno cercato in questi mesi – racconta Ghidoni – ma per ora preferisco acquisire ulteriori competenze, perché in un mondo del lavoro sempre più complesso può fare la differenza solo chi affina continuamente le proprie conoscenze e abilità».

La sua storia è simile a quella di molti altri coetanei, ma la rende speciale una passione profonda che sicuramente ha agito come elemento propulsore, guidando Andrea a prendere decisioni ponderate e mai superficiali. Nessun dubbio sulla scelta della laurea triennale, vista la sensibilità per i temi ambientali, né sul corso di laurea specialistica sostenuto in lingua inglese, «per una sfida personale e per ampliare le possibilità di confronto, a partire dagli studenti stranieri miei compagni di corso». Una determinazione che nasce da lontano, coltivata e assecondata negli anni della crescita: «Da piccolo volevo proteggere e salvare il mondo e l’entusiasmo dei sogni di bambino mi ha guidato nella scelta del percorso di studi, anche se non pensavo ancora a che lavoro avrei potuto svolgere. I viaggi hanno alimentato la mia passione e soprattutto l’interesse per il “bene acqua”, così scontato da noi e tanto prezioso in certi luoghi del pianeta. La consapevolezza di fare davvero ciò che più mi piaceva è poi venuta un po’ per volta nel corso degli studi».

La partecipazione al concorso di Fondazione Cogeme è nata quasi per caso e a maggior ragione il premio è stato una gradita sorpresa. La fondazione premia da circa un ventennio tesi di laurea innovative su tematiche riferite ai principi della Carta della Terra, il documento Unesco su sviluppo sostenibile e rispetto ambientale. Negli anni sono stati raccolti numerosissimi elaborati ed è stato costituito un archivio di circa 700 volumi, aperto da poco anche alla consultazione digitale. «Da parte nostra – ha sottolineato in proposito il presidente di Fondazione Cogeme Onlus Gabriele Archetti – cerchiamo sempre di essere all’altezza delle sfide dell’innovazione e della ricerca. Vogliamo essere un laboratorio di idee e valorizzazione, di risorse e di persone, grazie a un approccio innovativo e multidisciplinare». I vincitori di questa edizione – che vede giungere dall’intera penisola una media di 70 tesi l’anno – provengono dalle università di Sassari, Brescia, Milano Politecnico, Venezia IUAV, Pavia e Firenze.

Andrea ha partecipato per la categoria “Acqua”, volta a premiare lavori su una migliore e più efficiente gestione del servizio idrico integrato, con una tesi che valuta la funzionalità e l’impronta ambientale di impianti di depurazione mediante tecniche convenzionali e innovative. L’obiettivo è dunque verificare l’impatto su salute, ambiente e sicurezza umana di soluzioni alternative per gestire le acque reflue. Il suo lavoro si inserisce in un progetto triennale coordinato dal prof. Giorgio Bertanza, condotto in collaborazione con la facoltà di Medicina e numerosi altri partner, pubblici e privati, e particolarmente apprezzato per l’approccio interdisciplinare ai problemi trattati.

Al tradizionale premio in denaro, quest’anno gli organizzatori avevano aggiunto per i vincitori la possibilità di avviare un tirocinio in una delle società del gruppo Cogeme-Lgh. Andrea Ghidoni ha scelto la seconda opzione, convinto che un giovane non può lasciarsi solo ingolosire dai vantaggi economici immediati, ma deve piuttosto investire tutte le proprie energie nella formazione per poter avere ricadute positive in futuro. Intanto, riconoscimenti e soddisfazioni non mancano: in seguito a una collaborazione con A2A per lo studio delle emissioni clima-alteranti del termoutilizzatore, Andrea ha avuto la possibilità di esporre i risultati del progetto a Ecomondo, la fiera più importante su green economy ed economia circolare a livello italiano e dell’intera area mediterranea, che si è svolta a novembre a Rimini, contando oltre 115mila presenze e 1200 espositori.

Il presente dunque è l’impiego nell’ambiente stimolante dell’università e la “tentazione” del dottorato di ricerca, non escluso per il futuro, ma nel contempo il richiamo del mondo del lavoro con le sfide che un giovane intraprendente ha voglia di raccogliere. Quello che verrà è tutto ancora da delineare. Ma ciò che importa – e che non manca – è la voglia di mettersi in gioco, con fiducia, entusiasmo, positività. Vedere giovani che affrontano la vita con questo bagaglio, non solo professionale ma anche umano, fa ben sperare per il futuro. 

Giovanna Gamba