Divertimento e convivialità alla Casa dei Bambini, che rilancia per il prossimo futuro.

Il diluvio che si è scatenato sul Garda nel tardo pomeriggio di venerdì non ha impaurito i piccoli alunni della Casa dei Bambini di Roè Volciano, che si sono presentati all'appuntamento con genitori, fratelli e sorelle, qualche nonno e la loro carica di vivacità per festeggiare la conclusione di un anno scolastico particolare, l'ultimo tra le pareti ospitanti del Centro di formazione professionale San Giuseppe.

Mentre i bambini giocano o dipingono, gli adulti si riuniscono per la presentazione del progetto della nuova scuola, che accoglierà i bambini da settembre in località Soprazzocco. Li saluta il presidente Vittorio Corsetti, visibilmente emozionato dopo otto anni alla guida dell'associazione nata da una scintilla, l'intuizione di un'insegnante quasi “visionaria”, ma poi cresciuta e alimentata dall'entusiasmo e dall'impegno di molte teste e altrettante braccia, oltre che dalla generosità di parecchi cuori.

Video e colonna sonora generano emozioni sottolineate da molti applausi, ma sono le sue parole a incidere più di ogni altro spunto. Raccontano la storia di questi anni, gli obiettivi-guida, i traguardi raggiunti e talune battute d'arresto che però non sono state vissute come una sconfitta, ma piuttosto come un'occasione di ripartenza verso soddisfazioni ancora più piene. Gli undici soci fondatori, tuttora presenti e partecipi, sanno di aver condiviso la realizzazione di un sogno, battendo un nuovo sentiero nell'iniziale indifferenza di chi li circondava. Sentiero che si è progressivamente allargato e che ora sembra una strada ad alto scorrimento, a giudicare dalle famiglie via via coinvolte e dalla quantità di energia positiva che si respira fra i presenti. In tutti l'esperienza ha lasciato e lascerà tracce indelebili, conferma convinto Corsetti. 

 

Successivamente prendono la parola Mariella Soncina ed Emanuele Ronchi, i “nonni costruttori”, che hanno messo a disposizione risorse e competenze per offrire gli spazi del futuro. Scorrono emozioni insieme ai dettagli tecnici del progetto e la proiezione di rendering  rende la struttura già viva nel suo splendore e nella funzionalità accuratamente studiata. Spazi didattici più ampi, nuovi laboratori, area esterna vasta e stimolante, possibilità di ulteriori ingrandimenti: si vorrebbe che fosse già settembre per vederla inaugurata.

Ora la sfida - oltre alla chiusura dei lavori senza ritardi - sarà quella di garantire gli sviluppi futuri senza disperdere le peculiarità del passato. Nella consapevolezza che l'associazione sia ormai troppo angusta, vedrà la luce una nuova struttura gestionale configurata come Fondazione di partecipazione, rigorosamente no profit, che coinvolgerà chi ha operato finora, così come i rappresentanti dell'utenza e del territorio. Si sta celebrando una trasformazione, sottolinea Ronchi, richiamando il carattere di continuo cambiamento della vita stessa, con una fine che apre nuovi inizi, magari ancora più ricchi di positività, perché fondati su radici salde, ma nel contempo pronti a proiettarsi oltre.

L'ispirazione dei fondatori è dunque al sicuro, ma in realtà non c'erano molti dubbi a scalfire l'ottimismo perché in tutti alberga la certezza che si sta solo cambiando il contenitore, non certo i valori, a partire dalla centralità dell'ispirazione montessoriana, come ricorda infine Annalisa Schirato, coordinatrice delle insegnanti. Del resto, neppure le temperature autunnali della serata hanno potuto raffreddare i cuori di questi pionieri e dei loro cari, che a fine assemblea hanno ripreso la festa con la cena in compagnia e una serata di danze e musica per grandi e piccini, suggellata dal lancio finale delle lanterne cinesi, una per ogni bambino. In allegria, in serenità, nel segno dell’accoglienza: come in famiglia.

Giovanna Gamba