Oggi infatti è “Giovedì grasso”, in dialetto “Zobiä mátä” o “Zobiä éciä”, e per festeggiare il giorno di metà quaresima e la fine dell’Inverno, molti oratori, proloco o associazioni locali hanno organizzato un momento di divertimento per adulti e bambini che terminerà con il rogo della “Vecchia”, un fantoccio di carta, stoffa, legna, con forme umane.

Un momento folcloristico che trae origine dal passato remoto e che aveva scopi propiziatori: la “vecchia” simboleggiava la stagione invernale, ma anche le cose brutte del passato; ora è tempo di primavera e di lasciar spazio alle cose belle e nuove! Nella tradizione cristiana questa usanza è diventata un’occasione per interrompere le penitenze della Quaresima.

Ogni paese organizza momenti di allegria di diverso tipo, prima del rogo. In alcuni luoghi per esempio si intenta un “processo” alla Vecchia, con sempre la medesima condanna: “Al rogo”! A Bagolino invece si torna per un giorno a suonare le canzoni tipiche del Carnevale.

Questa tradizione non è esclusiva della Vallesabbia, ma è vissuta anche in altri paesi bresciani e lombardi, a dimostrazione del fatto che certi riti propiziatori erano condivisi e diffusi tra le popolazioni antiche.

Alice Foglio