Martedì 16 maggio alle 20:45, presso il teatro del Centro Lucia (via Longhetta 1, Botticino Sera), si terrà il secondo incontro di informazione del Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati. Il tema affrontato riguarderà il rapporto tra migrazione e malattie, tra allarmismi e certezze.

L’assessorato alle Politiche sociali di Botticino promuove il ciclo di appuntamenti informativi denominato “Conoscere per capire” e questa volta propone una tematica di grande attualità, che pochi conoscono ma tutti temono e di cui spesso molti sentono solo notizie frammentarie, con il rischio di divenire vittime di pregiudizi. Dopo i saluti del sindaco Donatella Marchese e l’introduzione dell’assessore alle Politiche sociali Anna Maria Lonati, la serata entrerà nel vivo con gli interventi degli specialisti a coniugare il tema “Le mani sulla salute”. Interverranno Alessandro Sipolo, operatore della cooperativa K-Pax onlus; El-Hamad Issa, medico specialista in malattie infettive degli Spedali Civili di Brescia; Valter Tanghetti, dell’Associazione Psicologi per i popoli nel mondo.

Se dunque la prima serata era soprattutto una riflessione sul significato dei flussi migratori, sulle normative per far fronte all’emergenza e sui possibili percorsi di risposta integrata per l’accoglienza, il prossimo incontro toccherà invece la sfera dell’interiorità e la dimensione collettiva, sociale e sanitaria dei flussi migratori, ormai considerati fenomeno strutturale e non mera emergenza. «Di fronte a queste tematiche – commenta l’assessore Anna Maria Lonati – emergono paure recondite e impercettibili, oltre che l’odierna incapacità di entrare in questi fenomeni di estrema rilevanza sociale. Solo una volta conosciuto il dramma da cui gli esuli fuggono, per esempio, la società e la comunità possono rispondere in modo adeguato al fenomeno». 

Nel corso della serata si parlerà del percorso sanitario obbligatorio per i richiedenti asilo e i rifugiati, oltre che delle paure collettive e dei timori di malattie di cui i profughi potrebbero essere portatori, ma anche di psicologia e cultura delle popolazioni oggetto di protezione. «I profughi sono portatori di grande fragilità – continua l’assessore Lonati – che deriva dall’esperienza appena vissuta: hanno perso la loro identità, si trovano in terra straniera, non sanno comunicare e spesso hanno reciso i contatti con i loro cari in patria. L’esilio è una condizione particolare di emarginazione, caratterizzata da una imposizione della partenza e dall’impossibilità del ritorno in patria. Viene meno, cioè, la ritualità protettiva della semplice migrazione, ossia il saluto ai propri cari, la speranza di rivederli presto e il confidare in un allontanamento solo temporaneo».

Giovanna Gamba