La proposta destinata a far discutere della Coldiretti: un piano anti siccità con le cave dismesse: riserva strategica da 90 milioni di metri cubi.

Una riserva strategica di almeno 90 milioni di metri cubi di acqua ogni anno per irrigare i campi. Sono le risorse idriche che – stima la Coldiretti Lombardia – si potrebbero accantonare usando gli invasi di solo il 10% di tutte le cave dismesse presenti nella regione, una misura pari alla metà di tutto il Lago di Como oppure a quasi una volta e mezzo quello di Iseo. “Se già sfruttiamo i giacimenti sotterranei dismessi per stoccare le riserve strategiche di gas e petrolio, non vedo perché, scegliendo solo quelle più adatte dal punto di vista geologico e ambientale, non possiamo creare una rete simile di riserve idriche con una piccola parte delle cave ormai esaurite” spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia.  

In Lombardia i siti estrattivi non più in produzione sono poco meno di tremila. “Riutilizzandoli come bacini idrici di emergenza – continua il leader degli agricoltori – riusciremmo a garantire l’acqua ai campi anche nei momenti di maggiore difficoltà estiva e potremmo recuperare dal punto di vista ambientale diverse aree della nostra regione, creando anche posti di lavoro”. In Lombardia – secondo l’ultimo rapporto di Legambiente – la provincia con il maggior numero di cave dismesse è Pavia con 952 siti , segue Mantova con 598, Milano con 403, Brescia con 269, Bergamo con 158, Sondrio con 141, Cremona con 129, Varese con 108, Lodi con 89, Lecco con 42 e infine Monza e Como con una a testa.  

“E’ chiaro – afferma Prandini – che non tutte si possono utilizzare: prima serve uno studio approfondito dei siti più idonei e delle quantità potenziali di acqua da stoccare nei periodi abbondanza, sfruttando anche la rete dei canali e i collegamenti idrici gestiti dai vari consorzi di bonifica. In un’epoca di cambiamenti climatici, con un inverno come l’ultimo appena trascorso quando in Lombardia è caduto fra il 70 e l’80% di pioggia in meno, le riserve di acqua stanno diventando importanti come quelle di gas e petrolio”.

Stefania Signori