Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Martedì 10 aprile 2018 alle ore 13:00, a Trento, presso il Palazzo della Regione ha avuto luogo la consultazione dell’Associazione Amici della Terra Lago D’Idro e Valle Sabbia da parte della Terza Commissione permanente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Commissione competente sull’Ambiente, al fine di conoscere e acquisire ogni informazione sulla Petizione promossa dalla scrivente Associazione il 14 marzo 2017 insieme a Legambiente Lombardia, con cui si vuole arrivare al rispetto del Deflusso Minimo Vitale, meglio definito Deflusso Ecologico Funzionale del patrimonio ambientale Lago D’Idro e di ogni tratto del suo Fiume Chiese che del Lago è immissario ed emissario.

La delegazione dell’Associazione Amici della Terra era composta del suo Presidente (sottoscritto) e primo firmatario della Petizione, e dal Vice Presidente Giuseppe Formenti.

In questo percorso, questa Petizione senza precedenti, che interpella tutti i 30 Comuni bagnati dal Fiume Chiese, ovvero interessa due Regioni, Trentino e Lombardia, e tre Province, Trento-Brescia-Mantova, si vuole introdurre anche una filosofia di condivisione territoriale, affinché ogni territorio conosca appieno e comprenda le caratteristiche degli altri territori, ne condivida le problematiche, rispetti e valorizzi al meglio le ricchezze ambientali.

Avevamo già incontrato, il 10 gennaio u.s., l’Assessore all’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi, per anticipare il senso della Petizione e per sentire direttamente la sua posizione sull’importanza del rispetto del Deflusso Ecologico Funzionale del Lago D’Idro e quindi che si impedisca che in futuro possa tornare una gestione tutt’altro che oculata, che possa mettere in atto nuovamente escursioni abnormi dei livelli, come infatti prevede il progetto delle nuove opere della Regione Lombardia.

L’Assessore Gilmozzi, già il 10 gennaio ci espresse una posizione molto rassicurante sulla gestione ecosostenibile del Lago, pragmatica, di spessore istituzionale e rassicurante nel cuore della problematica.  

Poi, il 21 febbraio u.s. una nostra delegazione venne ricevuta dal Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Bruno Dorigatti, cui consegnò le firme raccolte fino all’ora, e illustrò esaustivamente il senso della Petizione.

Cosicché ieri, la Terza Commissione della PAT, la Commissione competente sull’ambiente, ha voluto ascoltare gli argomenti che sono contenuti nella Petizione e in particolare ha voluto conoscere direttamente e nello specifico, per poterle direttamente acquisire, le nostre ragioni in difesa del patrimonio ambientale Lago D’Idro; era presente anche l’Assessore Gilmozzi, il quale dopo aver ascoltato il nostro appello, ha espresso in modo ancora più completo che la Provincia Autonoma di Trento, in quanto titolare del bene Demaniale, NON CONSENTIRA’ che in futuro venga attuata una gestione dannosa per il patrimonio ambientale Lago D’Idro, ovvero non verranno consentite escursioni superiori a 1,5 metri verticali. L’Assessore Gilmozzi, ci ha anche detto che sul progetto delle nuove opere, che sono volute e progettate dalla Regione Lombardia, non interferiscono, ma in ogni caso sulla nuova regola di gestione che dovrà venire, la Provincia di Trento non consentirà il superamento dell’attuale escursione verticale di 1,5 metri.

L’escursione verticale di 1,5 metri è in atto, grazie ad un cd. accordo prefettizio, dal febbraio 2007, e grazie a questa rigenerata quota simile al naturale il Lago D’Idro in ormai più di 11 anni con questa gestione si sta evidentemente rigenerando anche sotto l’aspetto della fauna ittica; si sta rigenerando sotto l’aspetto fondamentale, che da il chiaro segnale dell’importanza imprescindibile di attuare una gestione che rispetti il Deflusso Ecologico Funzionale, meglio noto come DMV, e che attui escursioni contenute entro 1,5 metri verticali, la quali sono importantissime per rispettare il deposito delle uova della fauna ittica e per l’erosione delle rive e quant’altro. Le stesse ragioni sono valide per il patrimonio ambientale del Fiume Chiese, di cui il suo Lago D’Idro ne è un rilassamento morfologico; e qui, per questo Fiume lungo 160 chilometri, che attraversa due Regioni e tre Province, che bagna 30 Comuni, c’è necessità, nel bresciano e nel mantovano, di mettere in atto una gestione coordinata e che abbia quale luce il rispetto del deflusso Ecologico Funzionale in ogni tratto.

Ieri, possiamo finalmente dirlo anche con sollievo, la Provincia Autonoma di Trento ci ha rincuorato, parlando chiaramente sia delle sue intenzioni sul rispetto che serve dare al patrimonio ambientale Lago D’Idro, che pur in piccola parte gli appartiene, e parlando anche delle nuove opere volute dalla Regione Lombardia, che ADT avversa con un ricorso al TSAP e alla Commissione europea-Direzione generale per l’Ambiente ed un Esposto penale alla Procura della Repubblica di Brescia, la PAT ci ha mostrato serietà istituzionale nel rispetto dei rapporti tra Enti e soprattutto di pari livello e nel contempo la sua cultura storica e consolidata della salvaguardia dell’ambiente.

La scrivente Associazione, pur piccola di dimensioni ma competente e pregnante negli argomenti della salvaguardia del patrimonio Lago D’Idro e del suo Fiume Chiese, ieri ha trovato nella PAT una seria considerazione al suo grande cuore, che batte pur soffrendo ma batte con tenacia da lunghissimi anni per questa battaglia che è di identità e di rispetto dei valori territoriali, che sono universali, appartengono a tutti.

Ringraziamo la Provincia Autonoma di Trento, perché ieri abbiamo vissuto un momento pur essenziale ma molto chiaro e concreto.  

Ora confidiamo di riuscire a modificare le intenzioni della Regione Lombardia, nel suo nuovo corso, che rispetto al progetto originato nel 2008, tutt’ora fermo, possa comprendere che rappresenta più che altro un potenziale danno ambientale già la realizzazione di una terza ed enorme galleria idraulica, il cui diametro sarebbe di 9 metri per far defluire 320 metri cubi di acqua in 1 secondo, ed un grosso danno all’Erario, perché se c’è il pericolo che scenda la paleo frana, questa si può mettere in sicurezza con 6 milioni di euro, che significano il 10% del costo che avrebbero le nuove opere progettate dalla Regione Lombardia.

Proseguiamo con sempre maggiore passione nella nostra azione per SALVARE IL LAGO D’IDRO e nel contempo per SALVARE IL DEFLUSSO ECOLOGICO FUNZIONALE DEL FIUME CHIESE IN OGNI TRATTO.

(Gianluca Bordiga, Presidente Associazione Amici della Terra Lago D’Idro e Valle Sabbia)