I fatti: un meccanico italiano di 42 anni, residente da sempre a Bedizzole, utilizzava e prestava come auto di cortesia le automobili consegnategli da altri ignari clienti, ai quali nel frattempo chiedeva anticipi in contanti per l'acquisto dei pezzi di ricambio. Una sorta di domino, in cui l'ultima vettura arrivata al garage - abusivo - veniva “prestata” al penultimo cliente, garantendogli libertà di circolazione e soprattutto evitando al meccanico lamentele sulla mancata riconsegna del mezzo.

Ne abbiamo già riferito in mattinata: Bedizzole: meccanico "furbacchione" non restituiva le macchine ai clienti. Denunciato

Come avete fatto a portare alla luce la vicenda senza alcuna denuncia dei cittadini? Qual è il tassello che ha fatto crollare tutto?

Si tratta in realtà di due tasselli, uniti al “fiuto” degli agenti che si sono messi subito all’erta e sono risaliti a quello che avete definito il “furbacchione”. Durante i servizi di controllo della circolazione stradale mediante la rilevazione automatica delle targhe, un giorno gli agenti hanno incrociato un veicolo sprovvisto di copertura assicurativa. Il conducente si è affrettato a spiegare che la vettura in uso non era sua, ma si trattava dell'auto di cortesia fornita dal meccanico mentre la propria era in riparazione. Con il sequestro del veicolo, sono partite le indagini per individuare l'officina. Nel frattempo, però, in giorno e luogo diversi, gli agenti avevano fermato casualmente un’altra vettura, scoprendo che la targa non corrispondeva al modello riportato sul libretto. Era evidente che qualcuno aveva fatto uno scambio di targhe. Anche in questo caso l'automobilista dichiarava di guidare una vettura di cortesia fornita dal proprio meccanico, guarda caso, lo stesso. La situazione si andava complicando e bisognava andare immediatamente a perquisire l'officina.

Cosa avete trovato, una volta giunti sul posto?

Per prima cosa abbiamo capito che di riparazioni se ne svolgevano poche o forse nessuna. C'era solo una macchina smontata mentre tutte le altre, evidentemente in grado di viaggiare, erano state concesse in uso agli ignari clienti come auto di cortesia. Alcune erano in “prestito” da parecchie settimane. La macchina ferma, tra l'altro, era quella la cui targa era stata montata su un'altra, perché nel frattempo a quest’ultima era scaduta l'assicurazione. In caso di controlli con il rilevatore automatico l'irregolarità non sarebbe stata scoperta, ma quel giorno gli agenti hanno avuto la fortuna – o l'intuito – di fermare l’auto e fare controlli più approfonditi. L'officina meccanica, infine, risultava abusiva, senza alcun titolo né autorizzazione per operare.

Come è possibile che i clienti non sollecitassero la riparazione dei propri mezzi? 

Alcuni clienti hanno dichiarato di versare in condizioni economiche poco floride, pertanto a loro bastava avere una vettura funzionante; l'acconto versato consentiva loro di muoversi in un modo o nell'altro, procrastinando il momento in cui avrebbero dovuto saldare il conto della propria riparazione. Per esempio, a fronte di un preventivo di 1000€, perché lamentarsi se il meccanico chiedeva solo un anticipo di spesa e nel frattempo forniva un’auto sostitutiva? Altri, invece, hanno sollecitato ripetutamente il meccanico, che ogni volta accampava scuse diverse riuscendo finora a gestire l'equilibrio molto precario in cui versavano i suoi affari. Nel frattempo, il fantomatico meccanico traeva profitto dalla situazione creata.

Ma possibile che nessuno in paese abbia incrociato la propria automobile guidata da uno sconosciuto?

In realtà solo un cliente è del paese, tutti gli altri si muovevano in altri luoghi, abbassando notevolmente il rischio di far scoprire l'inganno. 

Come potevano i clienti essere del tutto inconsapevoli che le cose non andassero per il verso giusto? Nessuno vi ha fatto segnalazioni?

I clienti erano indirizzati dal meccanico tramite amici e conoscenti che ne decantavano i prezzi particolarmente vantaggiosi. Di fronte a questa opportunità non si sono fatti troppe domande e nessuno si è sognato di chiamarci.

La vicenda ha dell'incredibile, anche perché pare che il “giro” creato riuscisse ad autoalimentarsi ormai da alcuni mesi. Il meccanico ha agito da solo o ci sono altre persone coinvolte?

Quando ha avuto bisogno di supporto, il truffatore ha coinvolto persone in buona fede, come quando ha chiamato un'altra officina del territorio – regolare – per recuperare delle auto, non avendo lui il carro attrezzi. In questo caso, a garanzia del pagamento della prestazione, il meccanico ha pensato bene di consegnare l'auto di un altro ignaro cliente.

Una volta dipanata la matassa, come vi siete mossi?

Ricostruire una situazione così ingarbugliata non è stato immediato, ma una volta chiuso il cerchio il bedizzolese è stato denunciato per appropriazione indebita di veicoli, aggravata dalla continuazione della condotta, ed è stato avviato l'iter sanzionatorio per l'esercizio dell'attività abusiva di autoriparazioni. Tre autovetture sono state sottoposte a sequestro penale, in quanto corpo di reato. 

E il “furbacchione” che fine farà?

Denunciato all'autorità giudiziaria, rischia fino a tre anni di carcere. 

Sembra la trama di un film di Totò. Invece è successo in uno dei nostri paesi, sotto gli occhi di tutti. Grazie di tutto, comandante, a lei e ai suoi agenti. E auguri sinceri di un sereno Natale.

Altrettanto, anche a tutti i lettori di 51news. Alla prossima.

Giovanna Gamba