E‘ iniziata lunedì 23 agosto poco dopo le 20.00 per concludersi poi a notte fonda un’operazione antibracconaggio della Polizia Provinciale del Distaccamento di Vestone. Una pattuglia della Venatoria è riuscita ad intercettare un uomo che, ancora con gli abiti intrisi di sangue dell’animale abbattuto, aveva da poco sparato con un fucile dotato di ottica di precisione ad un bellissimo esemplare di camoscio maschio uccidendolo. Il bracconiere, dopo lo sparo, ha eviscerato l’ungulato attendendo il favore del buio per recuperalo e portarlo a valle. Tutto probabilmente sarebbe filato liscio se non fossero intervenuti gli uomini della Provinciale. Dopo un primo goffo tentativo di negare i fatti l’uomo, un 57enne di Barghe che dispone di un rustico in zona Baremone, ha ammesso le proprie responsabilità. La carcassa dell‘animale è stata quindi recuperata e posta sotto sequestro. < L’Oasi naturalistica del Baremone, dove la caccia è vietata,  è un sito di grande pregio ed un habitat molto interessante per la sua biodiversità.> commenta il Comandante Porretti intervenuto a fianco dei suoi uomini per la redazione degli atti e le ispezioni successive a casa del cacciatore valsabbino, <tra l’altro siamo in periodo di divieto generale perchè la caccia non è ancora aperta>.  

Dopo l’identificazione dell’uomo e il sequestro del Camoscio, del fucile ed attrezzatuta al seguito, il controllo si è esteso alle armi e munizioni detenute presso l’abitazione del barghense. Ora, dopo la denuncia effettuata dalla Polizia Provinciale, il cacciatore valsabbino dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria dei reati di abbattimento di selvaggina in Oasi protetta e caccia in periodo di divieto, mentre la segnalazione degli illeciti sarà inoltrata anche alla Questura per i provvedimenti sulla licenza di caccia posseduta dall‘uomo. 

Gli atti di bracconaggio nell’Oasi del Baremone sono un fenomeno non nuovo agli uomini della Polizia Provinciale che, a causa della vastità della zona e dell’impiego di nuove tecnologie a disposizione dei bracconieri, non erano riusciti, di recente, ad avere riscontri, almeno sino a questa notte. La vigilanza tuttavia non si ferma e prosegue anche in altre zone della Vallesabbia, Valtrompia e Alto Garda.