Cronaca

Il fatto è accaduto ieri nel carcere “Nerio Fischione“, dove un detenuto ha volutamente incendiato la sua cella, provocando la conseguente evacuazione di una intera sezione detentiva. Il pronto intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria ha evitato che la situazione degenerasse drammaticamente.

 

Momenti di panico all’interno del carcere di Canton Mombello, a Brescia. Un detenuto italiano, dopo che gli è stata negata una telefonata, ha distrutto i beni presenti nella propria cella ed appiccato il fuoco a tutto ciò che conteneva. Il fumo sprigionato si è immediatamente propagato per tutta la sezione detentiva dove erano presenti altre decine di detenuti. Tutti sono stati evacuati per sicurezza, in quanto l’aria si era resa ormai irrespirabile, e per evitare intossicazioni.

L’immediato intervento degli uomini della Polizia Penitenziaria ha scongiurato che si verificasse l’irreparabile: gli agenti hanno infatti salvato la vita al detenuto incendiario ed evitato che il fuoco si propagasse anche ad altri ambienti, coinvolgendo altri soggetti. E’ stato necessario anche l’intervento dei Vigili del Fuoco i quali all’arrivo hanno trovato l’incendio già domato con coraggio dal personale di Polizia.

"Purtroppo, ancora una volta - dichiara Calogero Lo Presti, coordinatore regionale della Fp CGIL Polizia Penitenziaria - dobbiamo registrare eventi che vedono protagonisti soggetti detenuti non avvezzi al rispetto delle regole penitenziarie. Questi sovente mettono in serio rischio non solo la propria vita, ma anche l’incolumità personale dei poliziotti".

E‘ iniziata lunedì 23 agosto poco dopo le 20.00 per concludersi poi a notte fonda un’operazione antibracconaggio della Polizia Provinciale del Distaccamento di Vestone. Una pattuglia della Venatoria è riuscita ad intercettare un uomo che, ancora con gli abiti intrisi di sangue dell’animale abbattuto, aveva da poco sparato con un fucile dotato di ottica di precisione ad un bellissimo esemplare di camoscio maschio uccidendolo. Il bracconiere, dopo lo sparo, ha eviscerato l’ungulato attendendo il favore del buio per recuperalo e portarlo a valle. Tutto probabilmente sarebbe filato liscio se non fossero intervenuti gli uomini della Provinciale. Dopo un primo goffo tentativo di negare i fatti l’uomo, un 57enne di Barghe che dispone di un rustico in zona Baremone, ha ammesso le proprie responsabilità. La carcassa dell‘animale è stata quindi recuperata e posta sotto sequestro. < L’Oasi naturalistica del Baremone, dove la caccia è vietata,  è un sito di grande pregio ed un habitat molto interessante per la sua biodiversità.> commenta il Comandante Porretti intervenuto a fianco dei suoi uomini per la redazione degli atti e le ispezioni successive a casa del cacciatore valsabbino, <tra l’altro siamo in periodo di divieto generale perchè la caccia non è ancora aperta>.  

Dopo l’identificazione dell’uomo e il sequestro del Camoscio, del fucile ed attrezzatuta al seguito, il controllo si è esteso alle armi e munizioni detenute presso l’abitazione del barghense. Ora, dopo la denuncia effettuata dalla Polizia Provinciale, il cacciatore valsabbino dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria dei reati di abbattimento di selvaggina in Oasi protetta e caccia in periodo di divieto, mentre la segnalazione degli illeciti sarà inoltrata anche alla Questura per i provvedimenti sulla licenza di caccia posseduta dall‘uomo. 

Gli atti di bracconaggio nell’Oasi del Baremone sono un fenomeno non nuovo agli uomini della Polizia Provinciale che, a causa della vastità della zona e dell’impiego di nuove tecnologie a disposizione dei bracconieri, non erano riusciti, di recente, ad avere riscontri, almeno sino a questa notte. La vigilanza tuttavia non si ferma e prosegue anche in altre zone della Vallesabbia, Valtrompia e Alto Garda.  

 

 

 

Un poliziotto fuori servizio è intervenuto prontamente per evitare che esplodesse la bombola del gas e ha aiutato una donna e la sua bambina, ustionate, in attesa dell'arrivo dei sanitari.

 

Il giorno di ferragosto, intorno alle 13.30, un poliziotto del Commissariato di Desenzano del Garda - libero dal servizio - veniva attirato dalle urla che provenivano dall’esterno della sua abitazione, situata in via Don Pietro Gialdi. L’agente immediatamente usciva da casa, notando del fumo nero provenire dalla parte destra del suo appartamento, e successivamente constatava che nel giardino confinante vi erano delle fiamme sia per terra che su un fornello a gas.

Tempestivamente l’agente allertava il 112 per segnalare quanto stava accadendo. In attesa dei soccorsi, e senza perdere tempo, riusciva ad adoperarsi per spegnere il fuoco, gettando dei secchi d’acqua e poi, con non poche difficoltà, a chiudere il fornello e la bombola del gas prima che la stessa esplodesse.

Una volta messa in sicurezza l’area coinvolta, si portava verso la piscina del residence per dare manforte ai vicini i quali in quel momento erano intenti a prestare soccorso a una donna e a una bambina, che si erano ustionate. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, il poliziotto contattava telefonicamente il 118 per ricevere le corrette linee guida da adottare.

Da lì a poco giungevano gli operatori sanitari che trasportavano mamma e figlia presso gli Spedali Civili di Brescia.

Durante una serie di controlli nel centro storico, la polizia locale ha elevato diverse sanzioni ad esercizi commerciali sporchi o non rispettosi delle regole.

 

I controlli si sono svolti nel pomeriggio di venerdì ad opera di due pattuglie della polizia locale valsabbina, coordinata dal comandante Fabio Vallini. Le violazioni sono state numerose e spesso più di una in un medesimo locale.

Si passa dall’assenza di cartelli che espongano i prezzi della merce o gli orari di apertura a mancanze ben più gravi, come per esempio bagni sporchi e inutilizzabili o cucine appiccicose e piene di ragnatele. In un locale era infatti impossibile utilizzare il bagno dei disabili, mentre in un altro il bagno dei clienti era in pessime condizioni, senza niente per asciugarsi le mani. In alcuni casi si giunge a situazioni rischiose, come quando è stata trovata l’uscita di sicurezza chiusa con un lucchetto.

Talvolta non era esposto il cartello indicante il numero massimo di persone da poter accogliere in ossequio alle normative anti-covid, mentre in altri casi erano attive telecamere interne di videosorveglianza senza averne dato comunicazione agli avventori.

In una cucina, tra l’altro sporca e con ragnatele diffuse, sono stati trovati due lavoratori senza un regolare contratto, uno dei quali si è tra l’altro scoperto che percepiva da tempo il reddito di cittadinanza. Condizioni igieniche precarie sono state inoltre riscontrate in luoghi con un bancone sporco e incrostato, pavimenti e muri sporchi e più di una superficie attaccaticcia.

Le violazioni hanno dato il via a numerosi verbali per un totale di circa 4000 euro di sanzioni. Inoltre, sono state inviate segnalazioni per mancanza di igiene all’Asl, per i lavoratori in nero all’ispettorato del lavoro, per il reddito di cittadinanza all’Inps; il garante della privacy è stato allertato per le telecamere non segnalate, mentre i vigili del fuoco sono stati avvertiti per la chiusura dell’uscita di sicurezza.

I controlli proseguiranno nei prossimi giorni, assicura il comandante Vallini.

Giovanna Gamba

In questi giorni gli agenti della Polizia Locale valsabbina sono stati chiamati da alcuni cittadini, preoccupati per le urla che provenivano da un appartamento del centro storico. Per un uomo, accertato il comportamento di reiterate violenze verso la moglie, è stato disposto l'allontanamento immediato dall'abitazione.

 

Durante una serata della settimana che si è appena conclusa, una pattuglia della Polizia Locale in servizio nel centro storico di Gavardo veniva allertata da alcuni cittadini, i quali segnalavano una lite all’interno di un’abitazione. Gli agenti, giunti sul posto dopo pochi istanti, accertavano che all’interno dell'appartamento si erano verificati episodi riconducibili a maltrattamenti in famiglia ad opera del marito nei confronti della moglie, la quale veniva più volte offesa fisicamente e verbalmente.

Le indagini e le testimonianze raccolte hanno permesso di ricostruire in modo dettagliato che le azioni violente si protraevano da parecchi anni, tanto che la Polizia Locale, al fine di tutelare la donna, ha disposto un ordine immediato di allontanamento dell’uomo dall’abitazione. Il provvedimento è stato successivamente convalidato dal Giudice del Tribunale di Brescia e inasprito con una misura cautelare più incisiva.

Giovanna Gamba

L'obbligo della revisione periodica delle autovetture, autocaravan, motoveicoli e dei veicoli per trasporto cose al di sotto delle 3,5 tonnellate è un adempimento che deve avvenire allo scadere dei 4 anni per i veicoli di nuova immatricolazione e poi successivamente ogni 2 anni. Anche gli automezzi datati, dunque, vengono sottoposti a revisione, ma se le condizioni di efficienza e funzionamento dei veicoli, stabilite secondo una dettagliata lista di controlli, non sono garantite, il veicolo non può ottenere l'esito della revisione regolare.  

Sembrava essere andata bene ad un 73enne delle Pertiche che nei giorni scorsi si è recato ad un Centro di Revisioni della Vallesabbia con la sua autovettura di ben 24 anni . Tuttavia, le condizioni di grave ammaloramento della carrozzeria, soprattutto la scocca interessata da notevole aree di ruggine perforante, non avrebbero consentito di ottenere positivamente la revisione dell'automezzo. L'anziano valsabbino è invece ripartito dal Centro Revisioni con una certificazione di esito regolare. 

La vicenda non è passata inosservata alla Polizia Provinciale di Brescia che ha effettuato un controllo presso il Centro Revisioni. Il fascicolo delle verifiche tecniche è stato quindi sequestrato ed il titolare del Centro, oltre all'Ispettore Tecnico, sono stati denunciati in stato di libertà per ipotesi di reato di falsità in atti. Le revisioni periodiche dei veicoli svolte presso i Centri di Revisione sparsi sul territorio della Provincia sono un servizio molto importante: < La revisione dei veicoli è disciplinata da norme di diritto pubblico > spiega il Comandante della Provinciale Claudio Porretti che sta conducendo gli accertamenti con il Vicecommissario Roberto Vassalini e gli agenti di Brescia, < Chi compie queste attività svolge funzioni tipiche di un pubblico ufficiale ed è importante, per la sicurezza di tutti, che gli accertamenti delle revisioni vengano effettuati con scrupolo e responsabilità > conclude il Comandante.

Il proprietario della vecchia autovettura dovrà invece recarsi a Brescia presso la Motorizzazione Civile per sostenere, questa volta si, un’accurata revisione straordinaria richiesta dalla Polizia Provinciale che, in questi giorni è anche alle prese con un caso di smaltimento illegale di rifiuti da demolizione. I controlli stradali sulla provinciale del Caffaro hanno infatti permesso di intercettare un autoarticolato che trasportava irregolarmente lastre di fibrocemento provenienti dal Trentino e destinate ad una cava della bassa bresciana per essere smaltite. Il mezzo ed il carico sono stati posti sotto sequestro dalla provinciale ed i titolari della ditta di trasporto sono stati denunciati, mentre sono in corso le indagini e l’esito delle campionature sui rifiuti condotte dall’Arpa di Brescia. 

 

E' successo ieri pomeriggio intorno alle 16.30 nel parcheggio di un supermercato di Gavardo. Un uomo di mezza età di Gavardo si trovava sulla sua auto con i finestrini abbassati e stava compiendo atti di autoerotismo. Gli agenti della polizia locale si sono avvicinati e l'uomo ha ammesso di aver fatto una sciocchezza ma di aver agito mentre si trovava collegato ad una chat erotica. Questo tipo di reato, atti osceni in luogo pubblico, è stato depenalizzato ma consente di dare multe fino a trenta mila euro. La polizia locale di Gavardo ha multato il soggetto "caloroso" con la sanzione di 10.000 euro che dovrà pagare entro i prossimi sessanta giorni. 

Nella mattinata di ieri gli agenti del commissariato di Desenzano hanno riaccompagnato a casa un'anziana signora che non riusciva a ritrovare la strada.

 

Ieri mattina presso la sede desenzanese della Polizia di Stato si è presentata agli agenti una signora che chiedeva di essere riaccompagnata a casa. L’anziana donna non ricordava più la strada, non aveva documenti con sé, ma fortunatamente si ricordava il suo nome e l’anno di nascita.

Dopo aver svolto gli opportuni accertamenti, i poliziotti sono quindi riusciti a risalire ai dati della signora, hanno avvisato i familiari e l’hanno riaccompagnata a casa. I poliziotti hanno inoltre aiutato la signora a svolgere qualche mansione domestica.

Balli proibiti in un club di Brescia, perché vietati dalla normativa anti-COVID. Infatti, le disposizioni normative per il contrasto della diffusione dell’epidemia vietano gli assembramenti di persone e i balli all’interno dei locali, prescrivono ancora, in caso di impossibilità di mantenere la distanza interpersonale di sicurezza, l’utilizzo della mascherina di protezione per tutelare la salute dei cittadini e della collettività.

 

Durante i controlli d’iniziativa e sulla base di segnalazioni da parte dei residenti, la scorsa notte, gli agenti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Brescia, che in una prima fase si sono confusi tra gli avventori, hanno permesso di accertare che molte persone stavano ballando nel locale e di quantificare gli avventori in circa 300 persone. La parte esterna della struttura era stata di fatto adibita a discoteca, con tanto di pista da ballo, con numerose persone intente a ballare, in totale violazione delle restrizioni tuttora vigenti per i locali da ballo.

Nell’immediatezza il gestore del locale è stato sanzionato per le violazioni in materia di Covid-19 e, visto che si stava svolgendo un’attività vietata, in altre parole il ballo, è stata disposta l’immediata chiusura dell’esercizio per cinque giorni.

 

 

E’ giunta alla Sala Operativa della Guardia Costiera del Lago di Garda a metà mattinata di domenica 29 agosto 2021 la segnalazione telefonica, formulata da parte di un attento ed esperto frequentatore del Lago di Garda, che ha notato la presenza di un bagnante in imminente pericolo, perché nuotava al centro delle acque del Golfo di Salò tra le numerose unità da diporto, che in quel momento navigavano nel predetto tratto di lago.

Immediata l’attivazione della Sala Operativa della Guardia Costiera, che inviava la dipendente unità navale GC B98 nel punto segnalato, risultato poi essere proprio sulla rotta che seguono in genere le navi da passeggeri tra Portese e l’approdo di Salò. Giunti col predetto mezzo nautico dopo pochi minuti dalla segnalazione, i militari individuavano il nuotatore a rischio, lo recuperavano a bordo e lo trasportavano sulla spiaggia del Comune di Salò, da dove aveva intrapreso l’attività natatoria.

I Guardiacoste, dopo averlo generalizzato, indottrinato sui rischi che aveva corso allontanandosi dalla costa, è stato anche invitato a non eseguire più attività natatorie oltre la zona riservata alla balneazione.

A carico del bagnante i militari hanno, altresì, elevato una sanzione amministrativa di 172,00 €uro per aver violato l’art.113 della Legge Regionale nr.11 del 14 luglio 2009, prevista per chi effettua l’attività di balneazione negli specchi d’acqua antistanti gli attracchi delle unità in servizio pubblico e nelle aree di manovra delle stesse.

Dalla Guardia Costiera del Lago di Garda viene ribadito ai bagnanti ed agli utilizzatori di sup di non avventurarsi oltre la fascia riservata alla balneazione e, nella medesima nota stampa, vengono, infine, rilanciati i seguenti consigli utili:

ü  è sempre meglio fare il bagno con un amico per non trovarsi da soli in caso di difficoltà;

ü  anche se siete dei buoni nuotatori, non sforzate il vostro fisico;

ü  non nuotare per lunghe distanze da soli per scongiurare situazioni di emergenza impreviste;

ü  non fare il bagno se non siete in perfette condizioni psicofisiche;

 ü  non entrare in acqua dopo essere stato a lungo sotto il sole;

ü  non entrare in acqua quando è esposta la bandiera rossa;

ü  se non sapete nuotare, di bagnarvi esclusivamente in acqua molto basse;

ü  non allontanarvi oltre le boe che delimitano la zona di sicurezza per la balneazione;

ü  non allontanarvi dalla spiaggia usando materassini, ciambelle, galleggianti o piccoli canotti gonfiabili, in particolare quando il vento spira da terra;

ü  evitare di tuffarvi da pontili, dagli scogli o in acque basse;

ü  di consultare le ordinanze locali di sicurezza emesse dalla Autorità competenti ed il testo unico della navigazione del Lago di Garda;

ü  di verificare preventivamente, trovate tramite i numerosi siti internet, le condizioni meteo previste nella zona lacuale ove si vuole intraprendere la balneazione.

 

 

A due mesi dal tragico incidente nautico costato la vita ai due giovani, una folla composta e partecipe ha stretto in un abbraccio i genitori, per manifestare solidarietà e condivisione del loro dolore.

 

Palloncini bianchi e magliette dello stesso colore, silenzio e partecipazione, nel ricordo di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella. Erano in tanti, sul lungolago a Maderno e Salò - luoghi di residenza dei due giovani - e su diverse imbarcazioni, coloro che hanno voluto essere presenti giovedì 19 agosto alla manifestazione silenziosa organizzata a due mesi dal tragico e assurdo incidente, provocato da due turisti tedeschi e che ha falciato le giovani vite dei due ragazzi gardesani. L'idea è nata dagli amici dei due giovani e ha coinvolto familiari, parenti, conoscenti e anche numerosi turisti.

Il corteo si è mosso in silenzio e ad esso si sono simbolicamente unite numerose imbarcazioni dei tanti circoli nautici della zona, che hanno aderito all'iniziativa schierando in fila le proprie barche. Sono stati gettati fiori nel punto dell'impatto, dove Umberto è stato cullato nella sua imbarcazione per oltre dodici ore quella maledetta notte, e nel luogo in cui è stata ripescata Greta, dopo essere stata sbalzata dal gozzo. Perché una tragedia simile non accada mai più, perché nessuno possa dimenticare.

La serata si è conclusa con la messa di suffragio nella chiesa parrocchiale di Maderno. 

Intanto, procedono le indagini per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti e stabilire le responsabilità dei due cinquantenni tedeschi - uno dei quali è agli arresti domiciliari - anche se ormai è accertato che i due procedevano a una velocità particolarmente elevata e non erano sobri. La Comunità del Garda si è costituita parte civile a fianco delle famiglie, affinché venga fatta giustizia e tragedie così gravi non possano ripetersi mai più.

Giovanna Gamba

Ha fatto tutto da solo il giovane turista olandese caduto oggi in bicicletta mentre percorreva uno dei sentieri nella zona di  Vesta di Idro. A quanto sembra il ciclista stava percorrendo un sentiero, il 478, che risulta non adatto alle due ruote. Il turista è stato soccorso dai Volontari dell'ambulanza di Vestone. Le sue condizioni non sembrano gravi.

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