Un Andreoli cede questa volta la bacchetta all’altro e così per l’occasione Francesco affiderà la direzione d’orchestra al fratello Giovanni, appena rientrato da Lisbona dove dirige il coro del teatro lirico San Carlo (dopo essere stato direttore artistico del Teatro Grande di Brescia, della Fenice di Venezia e del coro dell’Arena di Verona). I suoi gesti esperti coordineranno i 26 musicisti di soli strumenti a fiato e percussioni che compongono il Piccolo Ensemble Cameristico Bresciano e le voci dei cantanti protagonisti: il tenore Paolo Antognetti (conte Danilo), il soprano Francesca Bruni (la giovane vedova Anna Glawari), il soprano leggero Silvia Spruzzola (baronessa Valencienne) e il tenore Filippo Pina Castiglioni (Camillo de Rossillon). Gli attori della compagnia teatrale “Canto sempre” saranno diretti da Luciano Bertoli, che oltre a curare la regia interpreta il Barone Zeta, con la partecipazione speciale di Giorgio Zanetti nel ruolo del divertentissimo Njegus.

La trascrizione delle musiche originali è opera di Francesco Andreoli, che ha arrangiato con leggerezza e maestria le famosissime melodie di Lehar. Su quelle musiche danzeranno le ballerine del corpo di ballo “Il contrattempo”, con le coreografie di Bettina Bracchi a ricreare le vivaci atmosfere parigine. I costumi sono di Paolo Peli, audio e luci affidati a Marco Gervasio, le scene allo stesso Luciano Bertoli. Lo spettacolo è patrocinato dal Comune di Brescia e dal Presidente della Provincia di Brescia.

Bertoli e Zanetti, artisti bresciani di lungo corso, si incontrano per la prima volta su un palcoscenico e per hanno scelto di rivisitare la più famosa delle operette per il contesto storico-sociale in cui è ambientata: alla vigilia della prima guerra mondiale vengono in effetti alle luce le molte contraddizioni di un mondo che ostenta felicità, ma a breve si rivelerà molto fragile. Un mondo non troppo diverso dal nostro contemporaneo, che infatti traspare in filigrana nell’ironia di molte battute e nei rimandi brillanti degli attori dai quali il pubblico si fa coinvolgere pienamente.

Per una collaborazione appena nata (grazie alla comune amicizia di Bertoli e Zanetti con Francesco Andreoli), c’è d’altra parte un incontro che ha il sapore della rimpatriata. Bertoli e il maestro Giovanni Andreoli si conoscono infatti dai tempi del conservatorio, quando Giovanni accompagnava al pianoforte lo studente di violino Luciano. In seguito Giovanni ha convinto Luciano - uscito nel frattempo dal conservatorio per approdare ad altre esperienze artistiche - a suonare il mandoloncello nell’orchestra di strumenti a plettro Costantino Quaranta, da lui diretta. Si profila insomma un pomeriggio spumeggiante, con artisti di talento molto affiatati per cementate amicizie ed entusiasti di condividere un’esperienza originale e, per molti aspetti, unica.

Giovanna Gamba

(Nelle foto alcuni momenti della “serata zero” andata in scena a Gottolengo l’estate scorsa)