Tra le carte dell’ingegner Francesco Bozzoni (Archivio di Stato di Brescia, fondo Architetti – Ingegneri busta 201) la mia attenzione è stata catturata da una pregevole mappa, indubbiamente più antica rispetto all’epoca in cui operò Bozzoni e dunque da attribuirsi ad altra mano, nella quale si delinea con tratto leggiadro, quasi civettuolo, la planimetria del pian terreno – e di parte del piano nobile – del palazzo già dei Fè di corso Matteotti e dell’adiacente casa ex Rossa, quest’ultima prima del radicale intervento di ricostruzione operato da Rodolfo Vantini (1832 -1841).

La bellezza del segno, i gustosi innesti decorativi, tra i quali spiccano i due dotti “architetti”, in grisaille, che disquisiscono della posizione delle fonti di luce (finestre?) “eccettuate quelle de Nobb. SS.ri Fè”; disquisizione otticamente resa con una raggiera di linee che dalla mano sinistra dell’architetto, posto a destra di chi guarda, guidano il nostro occhio in concomitanza dei detti punti. L’eleganza esecutiva, unitamente alla foggia degli abiti, datano la mappa agli inizi del Settecento, epoca nella quale i Fè avviarono la costruzione del loro palazzo: dato che sembra trovare conferma nelle filigrane rilevate sui fogli.

Per la realizzazione del disegno si sono impiegati tre fogli - di varia misura - incollati tra loro, più un quarto sovrapposto dove è rappresentata una porzione del piano nobile del palazzo con evidenziato, in rosso, un muro nuovo che si intende erigere tra le proprietà Fè e Rossa, sui quali sono rilevabili tre diverse filigrane: una semplice lettera A, tre stelle a sei punte accompagnate dalle lettere R.V e le lettere F.V entro elaborato cartiglio a scudo sormontato da corona (quest’ultima presente in due esemplari).

Sapendo che palazzo Fè, così come oggi lo si vede, fu progettato da Gian Battista Marchetti mi sento di assegnare per epoca e qualità d’esecuzione il disegno che qui abbiamo presentato.

Giuseppe Merlo