Sono i giorni della paura rancorosa sospetta. Sono i giorni dei lutti dalle lacrime “asciutte” che non solcano le gote, ma scavano solchi profondi, difficilmente rimarginabili nei nostri animi. Sono i giorni di una solitaria speranza rabbiosa. Sono i giorni che, per mia fortuna, lavoro in perfetta sicurezza e solitudine.

Nel breve tragitto casa ufficio, non avendo altri interlocutori, sorrido al cardinal Querini, il cui busto sorveglia una vuota piazza Duomo. Volgo lo sguardo alle statue dei santi Protettori dell’abside della Cattedrale: la loro ingenua possanza mi dà forza; forza aumentata dal tappetto di fiori che, nonostante tutto, la primavera ci regala ai loro piedi. Rivolgo la parola alle silenti, virtuose, statue che coronano l’attico della Biblioteca Queriniana.

Sono giorni in cui le statue sono, per me, previlegiati interlocutori; pazienza, speriamo lo siano ancora per poco. Un tiepido sole scalda la città. Anche le mie momentanee “amiche”, nonostante la loro ruvida e fredda materia, si scaldano. Auspichiamoci che alla fine di questo prolungato incubo il nostro animo rimanga caldo come in questi giorni di solidarietà e non diventi più duro della pietra di Botticino. Le nostre case non si trasformino, da luoghi sicuri in sudari di calce. Mai come ora, in questo vuoto di contatti, sono convinto che il sorriso verso gli altri e il bello che circonda tutti noi saranno un grande aiuto.

Un “in bocca al lupo” e “crepi” a tutti!

Giuseppe Merlo