Fra pochi giorni in via Parrocchiale a Sabbio Chiese aprirà un nuovo cantiere: voluto dal Comune, co-finanziato da Gal e Regione Lombardia, trasformerà l’ex sede della Posta (edificio donato al Comune dal professor Alfredo Bonomi) in sede del Museo degli Stampatori da Sabbio: una gloriosa tradizione di stampatori-editori che all’inizio dell’era-Gutenberg costruirono vaste fortune economiche e culturali da Venezia a Lione, da Roma a Trento. Il progetto è stato illustrato l’altra sera in un affollato incontro, coordinato dall’assessore alla Cultura Claudio Ferremi, nella sala consiliare di Sabbio.

Alfredo Bonomi ha spiegato che per un secolo e mezzo, fino alla metà del Seicento, gli stampatori da Sabbio furono artefici fondamentali della veicolazione dei testi, degli autori e delle idee del Rinascimento. Il sindaco Onorio Lucia ha sottolineato il rilievo del progetto del Museo per il Comune di Sabbio.

Applausi anche per il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia Gianmaria Flocchini e per il consigliere regionale Floriano Massardi, che hanno contribuito a reperire i fondi per la ristrutturazione che avverrà su progetto dei giovani architetti sabbiensi Luca Tugnoli, Chiara Tonni e Francesca Vecchia, mentre il logo del Museo è stato elaborato degli studenti dell’Accademia Santa Giulia coordinati dal professor Massimo Tantardini.

Il museo, che aprirà la prima sezione a pian terreno nel 2023, sarà inclusivo, accessibile, si baserà sul coinvolgimento della comunità, ha spiegato Michela Valotti. Andrea Crescini, a nome dell’Ateneo di Salò, ha delineato prossime collaborazioni e ha consegnato un volume edito nel 1598 da Comin Ventura, uno degli stampatori “da Sabbio”, donato da un privato. Sale così a 41 il numero di opere di proprietà del Comune affidate al museo: una “dote” di tutto riguardo per un’istituzione che sta per nascere.

Odoardo Resti