Cultura

L’ AGe (Associazione Genitori di Gavardo) in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Gavardo è lieta di invitare venerdì 16 dicembre presso il Salone Pio XI di Gavardo alle ore 20.00 allo spettacolo di marionette a filo "Camminando sotto il filo" . Nadia Imperio è una tra le più importanti marionettiste italiane. Molto bello che abbia scelto Gavardo per una sua esibizione. Al termine dello spettacolo tutti invitati presso Palazzo Noventa (a pochi metri dal teatro) per uno scambio di auguri reso possibile dalla collaborazione con la Cooperativa La Nuvola nel Sacco. Ingresso libero e gratuito. Lo spettacolo è adatto a tutta la famiglia.

Venerdì 2 dicembre alle 20:45, presso il salone Pio X, il Gruppo della Creta porta in scena Finzioni, tratto dagli scritti dello scrittore argentino. Ingresso 12 euro. 

 

Dare corpo teatrale alle parole di Borges è impresa ambiziosa: ci vuole tutto l’entusiasmo appassionato di un giovane e capace gruppo teatrale per non cadere tra i flutti per troppa vicinanza al Sole, come accade ad Icaro, una volta districatisi dal dedalo. Si misura con la sfida alta il Gruppo della Creta,  compagnia romana che  venerdì 2 dicembre presso il Salone Pio XI di Gavardo alle 20:45 porta in scena FINZIONI, per la regia di Alessandro Di Murro.

In un’indimenticabile parabola su se stesso e sulla propria scissione tra vivere e scrivere, l’autore argentino, che parla in prima persona e sostiene di non essere il famoso scrittore, ma soltanto uno registrato all’anagrafe come Jorge Luis Borges, che gira per le strade di Buenos Aires, annusa i portoni, prende la pioggia o il raffreddore, conclude constatando che «all’altro, a Borges, accadono le cose». Amara e malinconica consapevolezza che parola e vita si rincorrono perlopiù divaricando e un poeta, in una poesia sulla tigre, riesce solo a dire «parole, parole, parole», una tigre di sillabe e di carta, e cerca invano l’altra tigre, quella che non sta nel verso ma nella foresta.

Tanto più intriga la scommessa - val la pena andare a verificare di persona nella bella sala gavardese - assunta da Anton Giulio Calenda, Alessandro Di Murro e Tommaso Emiliani «di trasporre la forza concettuale di Borges nella dimensione dell’azione scenica, assurgendola a motore, chiave di lettura e filtro della nostra attualità»: poco importa se, addentrandosi nel labirinto dei significati, nulla è come appare, ma tutto lo è fedelmente, in un costante moto di contraddizione e perdita di certezze, che dichiara il fallimento. Di fatto, è solo la dimensione del teatro che può provare a ricomporre la frattura: qui, nel presente della messa in scena, parola e vita si coniugano.

Sostiene tale ricerca-spettacolo un gruppo affiatato e già maturo di attori, tra i quali Matteo Baronchelli, apprezzato l’estate scorsa in un reading del “Deserto dei Tartari” in città al Broletto e a Rezzato, insieme con i sodali del Gruppo della Creta, che ricordiamo per un vivace “Acarnesi” di Aristofane, andato in scena pochi mesi fa a Villanuova: in questo caso, Jacopo Cinque, Alessio Esposito, Lorenzo Garufo, Amedeo Monda e Laura Pannia. Scene di Paola Castrignano, musiche originali di Enea Chisci.

Prenotazioni all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; tel. 0365.377462.

Ennio Pasinetti

La Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, in collaborazione con Cieli Vibranti e nell'ambito del Festival della Pace, organizza tre passeggiate il 24, 25 e 26 novembre a Brescia.

 

Tre passeggiate esclusive nel cuore della Brescia storica con percorsi unici, guide d'eccezione e grande musica. Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e Cieli Vibranti propongono itinerari culturali nel cuore di Brescia, con partenze da tre diversi punti del centro storico. A conclusione di ogni passeggiata un concerto di 30 minuti con la Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo alla Chiesa di Santa Maria del Carmine, sempre a Brescia.

Il primo appuntamento sarà giovedì 24 novembre alle 18. Ritrovo: stazione metro San Faustino. ITINERARIO “ANTICO E MODERNO” con Flavio Pasotti, presidente Metro Brescia; Andrea Faini, giornalista e musicologo; Matteo Baronchelli, attore. Partenza dalla stazione metro San Faustino, con una presentazione del progetto di metropolitana e quello in fieri del tram. Spostamento alla chiesa del Carmine, per la visita guidata e l’ascolto del concerto. Nella stazione metro sarà letto un articolo di Marco Archetti, scrittore bresciano di oggi, che racconta il quartiere del Carmine. Nella chiesa, si darà lettura di un testo originale della poetessa contemporanea Isidora Tesic. 

Il secondo incontro è previsto per venerdì 25 novembre, sempre alle 18. Ritrovo: Piazza Loggia. ITINERARIO “SACRO E PROFANO” con Fabio Larovere, giornalista e guida; Matteo Baronchelli, attore. Partenza da piazza Loggia, con presentazione del palazzo, sede del sindaco e luogo simbolo della comunità civile bresciana; arrivo alla chiesa di Santa Maria del Carmine, per secoli sede del convento dei carmelitani, importante centro devozionale mariano per la comunità cristiana locale. Visita guidata della chiesa e concerto. In Loggia, l’itinerario sarà caratterizzato dalla lettura di una pagina legata alle Dieci Giornate del 1849; nella chiesa del Carmine, verrà letto un brano di letteratura sacra. 

La proposta si concluderà sabato 26 novembre alle 16. Ritrovo: Chiesa dei santi patroni Faustino e Giovita. ITINERARIO “IDENTITÀ E MULTICULTURALITÀ” con Fabio Larovere, giornalista e guida; Matteo Baronchelli, attore. Partenza dalla chiesa dei santi patroni Faustino e Giovita, cuore dell’identità storica e religiosa della città, e arrivo alla chiesa del Carmine, al centro del quartiere multietnico di Brescia. Nella chiesa sarà letta una testimonianza relativa alla miracolosa apparizione dei santi Faustino e Giovita, avvenuta il 13 dicembre 1438. Nella chiesa del Carmine si leggerà un testo legato al tema della multiculturalità. 

Tutte le passeggiate si concluderanno con un concerto di 30 minuti che presenterà estratti da “The Armed Man: A Mass for Peace” di Karl Jenkins, eseguita integralmente sabato 26 novembre alle ore 20 dalla Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, dal Coro Marenzio, dal Chorus universitatis Brixiae e dal Coro misto del Conservatorio di Brescia, diretti da Pier Carlo Orizio. 

Prenotazione obbligatoria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure 328 5897828.

Si annuncia interessante per la preziosità dell'argomento e per la competenza del relatore, la conferenza in programma a Bagolino il prossimo 9 dicembre presso la sala ecomuseo in via San Giorgio 5 alle 20:30. La conferenza in programma: “La nostra Madonna di San Luca”. A proporla Flavio Richiedei, studioso di lungo corso e di grande esperienza. Il sottotitolo, "Alcune novità", fa presagire che il ricercatore possa annunciare alcune nuove acquisizioni per quanto riguarda la preziosa icona custodita nella chiesa parrocchiale di Bagolino.

Primo passo concreto per la realizzazione del nuovo Museo degli stampatori di Sabbio chiese. In questi giorni l'avvio dei lavori per la messa in sicurezza e la sistemazione dell'edificio donato dal professor Alfredo Bonomi che diventerà la sede di questa nuova importante istituzione per la Valle. Ne parliamo questa settimana con il vicesindaco di Sabbio e assessore alla cultura della Comunità montana di Valle sabbia Claudio Ferremi. Sarete dei nostri? Noi vi aspettiamo ogni giorno alle 8 e alle 12:30 su radio 51 per la trasmissione Primo piano con Maria Paola Pasini e Marcello Mora.

Sabato 26 novembre alle 18, presso la sala polivalente della Cultura di Paitone (piazza Sandro Pertini), si terrà una conferenza sulla città di Brescia e i suoi abitanti. A seguire, un momento di convivialità.

Anche Paitone si prepara a celebrare l'appuntamento di Bergamo Brescia capitale della cultura 2023 e lo fa con una proposta formativa rivolta a tutti i cittadini. A parlare di Brescia e dei bresciani interverrà Angelo Roversi, appassionato cultore della storia e della brescianità in particolare. Con riferimento al sottotitolo della serata, "storia di un popolo ribelle", il relatore parlerà dei principali eventi della nostra terra a partire dall'età romana, per arrivare via via ai nostri giorni.

 

L'associazione Equilibri Avanzati in collaborazione con il Comune di San Felice del Benaco e la Fondazione Raffaele Cominelli presentano la mostra "Di demoni, mostri, ninfe e altre storie. Artisti contemporanei a Palazzo". L'esposizione sarà visitabile da giovedì 8 dicembre 2022 a domenica 29 gennaio 2023 presso la sede della fondazione, a Cisano in via Padre Francesco Santabona 9. Ingresso libero.

 

Sulle sponde del Lago di Garda, nella suggestiva cornice dellantico Palazzo Cominelli, è ospitata una mostra dedicata alle leggende e ai racconti del territorio benacense. Undici artisti contemporanei, tra cui spiccano molti nomi noti, le rileggono dandone un'avvincente interpretazione. Sculture, disegni, fotografie, installazioni e video occupano il Palazzo trasformandolo in un luogo di magia. 

L'idea nasce dalla volontà di celebrare il bisogno di meraviglia, la necessità di tornare alle cose semplici, ma magiche, quelle che da bambini ci venivano raccontate, e che altre società, meno affaccendate, condividono ancora raccolte davanti ad un fuoco, ad un tavolo o sotto una tenda. Qui entra in gioco il ruolo dell’artista, per leggere i racconti di questa cultura popolare, riflettere, interpretarli e congiungere il passato al presente.

La casa di un poeta, l’attuale Palazzo Cominelli, un tempo dimora di Raffaele Cominelli, si presenta come luogo ideale, affinché le parole e le immagini prendano forma. Ogni ambiente della casa è quindi occupato da una presenza, antica e nuova contemporaneamente. Il lago di Garda, il Benaco, sul quale il Palazzo è rivolto, in un meraviglioso scorcio, è lo sfondo dei racconti. Si mescolano storia e immaginario, natura e artificio, sacro e profano. Tra l‘altro, la storia locale rivela spesso un’origine comune ad antichi racconti di altri luoghi, unendo così popoli e culture, in cui si gettano le basi di una storia universale.

Indagando le opere degli artisti, incontriamo misteriosi luoghi e fantastiche presenze, accorgendoci che il passato non è concluso, perché è parte di una storia che ci appartiene. Il nostro corpo e il nostro pensiero non sono fatti di un tempo scandito, ma di una effimera sostanza che congiunge passato, presente e futuro. Tra i protagonisti della mostra a Palazzo troverete demoni e mostri, tra cui draghi, coccodrilli e il mostro del Lago, ma anche ninfe, presenze misteriose, una regina e un arcano cacciatore.

 

La mostra è a cura di Anna Lisa Ghirardi con la collaborazione di Valentina Pedrali e presenta opere di Nicola Biondani, Stefano Bombardieri, Roberto Ciroli, Nicola Console, Vanni Cuoghi, Antonella Gandini, Armida Gandini, Ilaria Gasparroni, Cecilia Guastaroba, Francesco Levi, Stefano Mazzanti. 

Dall'8 dicembre 2022 al 29 gennaio 2023 la Fondazione Cominelli seguirà i seguenti orari per visitare l'esposizione: sabato, domenica e festivi (chiusa il 25 dicembre) dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. L'inaugurazione è prevista per giovedì 8 dicembre alle ore 17.

Durante le giornate della mostra saranno tenuti da alcuni artisti laboratori didattici e creativi rivolti a oltre quaranta ragazzi di Alter Bar di Cisano e Società Cooperativa Sociale La Cordata Onlus di Roè Volciano. Il progetto d’inclusione è stato reso possibile grazie al contributo del Fondo Silvestro e Margherita Niboli, sezione Raffmetal, come espressione dell’azienda di proseguire il percorso di responsabilità sociale d’impresa, utilizzando in questo caso l’arte e la creatività come forma relazionale e di integrazione sociale. 

Giornalista, scrittore, artista, cantore del Garda nelle sue forme. Se n'è andato Tullio Ferro, 93 anni, abitava a Desenzano. Era conosciuto per i suoi decenni di "militanza" gardesana lui che gardesano d'origine non era, ma il Garda l'aveva scelto e celebrato in tutte le sue varie declinazioni. Lunga e intensa la sua vita piena di soddisfazioni, di porgetti, di idee e di amici. Quest'estate aveva detto all'inaugurazione alla sua mostra dedicata alle Tavine ala Castello di Desenzano: "Ho ancora tanti progetti da realizzare". Li realizzerai Tullio, ne siamo sicuri, e continuerari a vivere nella nostra memoria, nello scrigno dei ricordi più belli. Grazie Tullio!

La camera ardente dalle 15 di oggi, venerdì, presso la casa del commiato Onoranze funebri Facciotti, via Valeggio 12 a Desenzano (vicino al complesso commerciale Le vele).

I funerali sabato nella chiesa di San Michele Arcangelo alle 14.30

Maria Paola Pasini

 

 

Tullio Ferro (1929-2022)
Il ricordo della Comunità del Garda

Gardesano d’adozione, Tullio Ferro ha accompagnato e interpretato il boom economico gardesano, allorquando, pochi anni dopo la Seconda guerra mondiale, i contadini e i pescatori benacensi si sono progressivamente trasformati in imprenditori turistici, ponendo le basi di quella che è poi diventata una delle aree a più alta vocazione turistica d’Europa.

Attento cronista prima, critico e saggista poi, poeta, pittore e scultore per passione e sensibilità, Tullio Ferro rappresenta il cantore della storia e della cultura gardesana di questi ultimi cinquant’anni, durante i quali non ha mai fatto mancare consigli e ammonimenti per un lago migliore, a misura d’uomo, ancorato alle tradizioni e, nel contempo, proiettato verso il futuro.

La Comunità del Garda e, pensiamo, l’intero popolo gardesano, costituito da ospiti e residenti, gli devono molto. 

Responsabile dell’Ufficio Stampa della Comunità del Garda dalla fine degli anni ’70 e fino ai primi anni ’90 del secolo scorso, ha raccontato e divulgato i grandi progetti del territorio: la depurazione del lago, e le opere di collettazione, compresa l’apertura del depuratore di Peschiera del Garda, le missioni internazionali della Comunità e, in particolare, in tempo di “guerra fredda” il gemellaggio tra il Garda e il lago Balaton ungherese, il bicentenario del viaggio di Goethe in Italia (1986), le giornate internazionali de “Il Garda nella cultura europea” (1982), e tanto altro.

Ma, soprattutto, si è reso artefice, con l’aiuto della moglie Anna, di un’iniziativa editoriale unica e significativa: i personaggi, Premi Nobel compresi, che hanno avuto, per diversi motivi, relazioni importanti con il territorio gardesano e da esso hanno tratto ispirazione per le loro opere. 

Con la scultura Nume Benàco Tullio Ferro infine ha ben rappresentato tutti questi ideali, così che la Comunità del Garda dal 2018 l’ha adottata quale simbologia dell’intero Lago di Garda, al di là di ogni confine. Ci facciamo, pertanto, interpreti del pensiero delle istituzioni e popolazioni gardesane per rivolgere all’amico Tullio gratitudine e riconoscenza.

 

Mariastella Gelmini Presidente

Pierlucio Ceresa Segretario Generale

A Brescia il mercato handmade che apre lo shopping natalizio e l’esperienza delle tavole tattili per il percorso al buio. Appuntamento per sabato 19 e domenica 20 novembre, dalle 10 alle 20, presso il museo diocesano in via Gasparo da Salò.

 

Con la presenza di 45 espositori da tutta Italia torna in città per l’edizione prenatalizia il mercato dell’handmade e del riuso che porta la sua proposta all’interno degli spazi unici del Museo Diocesano in via Gasparo da Salò. Sabato 19 e domenica 20 novembre il mondo di Cose Mai Viste si ripresenta dopo le ultime edizioni vissute al Castello di Padernello e alle due edizioni bresciane a C.AR.M.E., che hanno visto crescere la comunità di espositori e di pubblico a dimostrazione di quante attività economiche di valore si possano effettuare attraverso il riutilizzo di materie e prodotti, la creatività tutta italiana di oggetti unici e irripetibili, personalizzati e su misura.

I produttori di abbigliamento, accessori, oggettistica, bijoux e design occuperanno il chiostro e l’ex refettorio del Museo Diocesano nel cuore della città, raccontando con i loro prodotti la cultura dell’artigianato che nella sua unicità invita al rispetto per l’ambiente, alla circolarità dell’economia, alla condivisione dell’idea che nasce dal lavoro manuale. Dall’abito fatto a mano, unico e irripetibile, al portafogli di riciclo, al gioiello lavorato come pezzo unico non replicabile, alla ceramica lavorata a mano, fino alle sculture ispirate dalla natura, passando per gli accessori per i più piccoli. E ancora design, oggetti per la casa, fiori che diventano oggetti, lampade e articoli vintage. 

Come sempre succede per Cose Mai Viste, le due giornate saranno una festa per tutti: oltre alle proposte uniche del market, l’opportunità di visitare le splendide collezioni permanenti del Museo, i preziosi codici miniati, il grande chiostro con il centenario ciliegio e partecipare alla costruzione del nuovo percorso al buio con l’esperienza delle tavole tattili. Per i più piccoli, ma non solo, i giochi in legno ecosostenibili e intelligenti di nonno Mauro, per chi vuole fare una pausa gourmet le proposte de La Torre e per chi vuole farsi un aperitivo fuori dal comune un concerto dal vivo nel chiostro sabato alle 18 sulle note jazz e swing di Bombetta Swing.

Ingresso al Museo e a Cose Mai Viste: 5 euro. Il biglietto dà libero accesso alle collezioni del Museo Diocesano di Brescia, sostenendo la realizzazione delle tavole tattili per non vedenti, funzionali alla nascita del nuovo Percorso al buio del Museo. Bambini gratuiti fino a 14 anni. Evento Pet friendly.

“Con Cose mai viste - aggiunge Mauro Salvatore, Direttore del Museo Diocesano - prende così avvio il programma del Museo Diocesano rivolto al 2023, condividendo percorsi con più realtà con l’obiettivo di aprire sempre più il Museo al territorio, con attività sostenibili e inclusive. La prima tavola tattile realizzata con il contributo dei proventi del mercato della creatività ci porterà a ripercorrere col tatto il polittico di Sant’Orsola di Antonio Vivarini. Per creare percorsi orizzontali e verticali facilmente fruibili dai visitatori con disabilità, verranno poi acquistati e posizionati totem e pannelli in comunicazione tra loro, con rimandi di posizione per rendere più chiara la localizzazione delle diverse collezioni e rendere la visita più agevole. I pannelli e i totem conterranno informazioni di contenuto rispetto alle opere esposte al Museo anche in braille, con registrazioni realizzate dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Brescia per narrare le opere". 

Informazioni: tel. 030.40233; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.museodiocesano.brescia.it

Dall’1 al 9 dicembre sono in distribuzione i biglietti gratuiti per il concerto della Banda cittadina di Brescia, dedicato ai soci e alla cittadinanza, che si tiene presso il Teatro Grande domenica 11 dicembre alle ore 16.

Nei giorni 1 e 2 dicembre i biglietti possono essere ritirati solo dai soci che hanno rinnovato la quota associativa 2022 alla “Isidoro Capitanio”. Dal 5 dicembre i biglietti sono a disposizione per i soci e per tutti coloro che sono interessati a partecipare al concerto. I tagliandi sono in distribuzione presso la sede dell’Associazione Filarmonica “Isidoro Capitanio” (all’interno del parco pubblico di via Odorici) nei seguenti giorni e orari: dal lunedì al venerdì (esclusi sabato e festivi) dalle ore 9.30 alle ore 12 e dalle ore 15.30 alle ore 18.

Il programma del concerto dell’11 dicembre nel Massimo cittadino sarà proposto in anteprima domenica 4 dicembre alle ore 17 all’Auditorium San Barnaba con ingresso libero fino a esaurimento dei posti. 

Questa sera, mercoledì 23 novembre alle 20:30 presso la sala consiliare (via Morani 11, Prevalle), Mariapia Veladiano presenterà il volume "Adesso che sei qui" in dialogo con Francesca Gardenato.

 

L'evento rientra nel progetto "La Biblioteca di Tebe", ideato e curato dall’esperta di promozione della lettura Barbara Mino, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Brescia Est. L'iniziativa ha l'intento di promuovere le biblioteche come luoghi di incontro, agenzie di welfare culturale e di benessere, luoghi da curare per una migliore qualità della vita.

Mariapia Veladiano ha insegnato lettere per più di vent’anni ed è stata preside a Rovereto e Vicenza. Esordisce come scrittrice nel 2010 con La vita accanto (Einaudi) che le vale il Premio Calvino. Nei suoi romanzi indaga spesso la fragilità e il dolore ma anche la forza, il riscatto, la solidarietà. Sono queste le tematiche che affronta anche nel suo ultimo romanzo, Adesso che sei qui (Guanda), una storia di affetti familiari, di cura e di rispetto dell’altro, un romanzo sulla malattia e sulla vita.

 

 

Sabato 19 novembre alle 17:30, presso la sala "Il folle volo" (via Trento 64) a Brescia, Fiori Picco, scrittrice e sinologa bresciana, presenta la sua ultima opera ambientata nella Cina meridionale: "Il Circolo delle Donne Farfalla". Dialoga con l’autrice Vilma Tenchini.

 

In una terra inospitale e selvaggia, definita dall’Unesco la fascia terrestre più ricca di biodiversità, quattro donne anziane con i visi tatuati vivono sole e ai margini. Sono le ultime e rare testimoni di Bhaktu, un rituale barbaro che per secoli sfigurò molte adolescenti condizionando le loro vite. Tutelare queste donne diventa un dovere civico e morale. Una giovane assistente sociale giunta da lontano prenderà a cuore la loro situazione. 

È questa la storia che racconta la scrittrice e sinologa Fiori Picco con la sua ultima opera appena uscita Il Circolo delle Donne Farfalla - Mugao e Bhaktu, ambientata nella Cina meridionale, Yunnan Nord-occidentale, Gorgia del Nujiang, tra Tibet e Birmania nel 2016, con salti temporali fino al 1700 e inizi del Novecento. Il volume è una proposta culturale significativa per la conoscenza di altri popoli e dei loro aspetti storico-antropologici.

Mila, giovane assistente sociale giunta da Kunming e voce narrante, dichiara: “Questa è la storia del popolo Dulong, chiamato anche Derung, e di quattro donne che ho conosciuto, assistito e amato. Ognuna di loro è stata segnata da un passato di sofferenze che le ha accomunate lasciando sui loro visi un marchio indelebile: il tatuaggio Mugao”.

“Conobbi Mila e sua mamma Meiling a Kunming, nel periodo in cui insegnavo presso la Normal University - ha spiegato l’autrice Fiori Picco. - Frequentavano la casa di una mia collega, con la quale avevo instaurato un bel rapporto di amicizia. Un fine settimana partimmo tutte insieme senza una meta precisa. Arrivammo sul confine con la Gorgia del Nujiang. All’epoca il tunnel non era ancora stato aperto e ci fermammo nell’ultimo villaggio accessibile, immerso nella vegetazione rigogliosa. Per arrivare al fiume dovemmo scendere una lunga e ripida scalinata. L’acqua era impetuosa e color smeraldo. Nell’unico agriturismo del borgo conversammo con l’oste di etnia Dulong che ci raccontò molti aneddoti sulla vita e sulla storia del suo popolo. La nonna era tatuata in viso, così come altre donne anziane del luogo. Mila, che per tutto il viaggio non aveva parlato e non si era mai staccata dai suoi auricolari e dalla musica, per la prima volta mise da parte il lettore cd e ascoltò con attenzione. Aveva undici anni, era una ragazzina ribelle con problemi di socializzazione. Nel tempo rimasi in contatto con Meiling, che in un momento di sconforto mi confidò che la figlia ormai ventenne aveva abbandonato gli studi per recarsi tra i Dulong della Gorgia. In cuor mio compresi la sua scelta. Anch’io a vent’anni, appena laureata, lasciai l’Italia per avventurarmi in Cina. Il racconto del ragazzo Dulong mi affascinò; la mia passione per le ricerche antropologiche e per le minoranze etniche mi portò ad approfondire gli studi sulla 'Tribù del Sole', a scoprirne la ricca mitologia, le tradizioni e il passato burrascoso. Al suo rientro in città Mila mi contattò riportandomi la sua esperienza tra le donne-farfalla. Subito sentii la necessità di narrarla in un mio libro. I Dulong sono un’etnia in via di estinzione; l’intera zona del Nujiang è sotto l’egida dell’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’enorme biodiversità, per la bellezza delle riserve naturali che sono fonte inesauribile di piante medicinali e per la sopravvivenza di una cultura antica, particolare e poco conosciuta all’Occidente. Ho scritto questo libro con l’intento di lasciare una testimonianza di ciò che è avvenuto e di ciò che è rimasto da tramandare. L’importanza della memoria deve essere inculcata nei giovani affinché non siano dimenticate le proprie origini”.

Un romanzo di formazione, con aspetti storico-antropologici che approfondiscono retaggi culturali, rituali barbari, pratiche di modificazione corporea, maschilismo, patriarcato, violenza di genere, sopravvivenza di un popolo in via di estinzione, le atrocità della storia, fede animista, ricerca della propria identità, riscoperta dei sentimenti, solidarietà, compassione e impegno nel sociale. Tra natura incontaminata, mitologia, spiritualità, animismo e violenza di genere, i due leitmotiv che si intrecciano sono Mugao e Bhaktu: una figura totemica che ricorda una farfalla e il rito del tatuaggio. Il mistero che avvolge le quattro donne verrà svelato verso la fine del libro. 

 Fiori Picco, nata a Brescia il 7 marzo 1977, è sinologa, scrittrice professionista, traduttrice letteraria ed editrice. Ha vissuto otto anni in Cina, dove ha insegnato cultura europea presso la Normal University della città di Kunming e ha svolto ricerche antropologiche. Dal 2007 è autrice SIAE trilingue e dal 2011 traduce opere di autori asiatici. Ha scritto una raccolta di racconti bilingue e sei romanzi, di cui uno in lingua cinese. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali per la narrativa e per la traduzione, tra cui il Jacques Prévert 2010, il Magnificat Arte e Cultura 2014, il Caterina Martinelli 2017, Il Premio speciale Città di Latina e l’Argentario 2020. Nel 2016, dalla Regione Lombardia, le è stato conferito lo Standout Woman Award per la cultura. Nel 2018 in Cina, al congresso internazionale di scrittori e sinologi, è stata insignita del titolo di “Friend of Chinese Literature”. Recentemente, con Fiori d’Asia Editrice, ha pubblicato i romanzi “Giada Rossa - Una vita per la libertà”, “Yao” e la versione in cinese “Yaowang”. 

 

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