Venerdì 17 marzo alle 20:30, presso l’auditorium Cecilia Zane, sarà presentato il quarto volume della serie dedicata alle indagini del giudice medievale Albertano da Brescia. Sarà presente l’autore, Enrico Giustacchini. La serata prevede letture di Andrea Deni Giustacchini e la presenza straordinaria della Schola Gregoriana S. Cecilia diretta da Giuseppe Fusari. Ingresso libero.

“Il giudice Albertano e il caso della scala senza fine”: quarto rompicapo per il detective medievale creato dalla penna di Enrico Giustacchini. Ambientata come sempre nel XIII secolo, questa volta la vicenda si svolge sulle rive del fiume Oglio, nella cittadella fortificata di Rutiliano (l’odierna Rudiano). Qui il giudice viene a conoscenza del sogno che ha turbato il riposo di un’anziana cugina del suo amico Berengario, un sogno inquietante che, attraverso l’aquila messaggera di Dio riferita da un antico inno, annuncia la presenza in loco di un essere malvagio, “empio fra gli empi”.

Albertano fiuta subito il pericolo e infatti nella pacifica Rutiliano sta per accadere qualcosa di terribile che, a detta dello stesso giudice, si rivelerà “uno degli enigmi più oscuri” che egli abbia mai avuto occasione di affrontare. Ancora una volta, Enrico Giustacchini applica le regole del giallo classico deduttivo e confeziona un magistrale caso di “delitto in camera chiusa”, con una soluzione assolutamente sorprendente e inattesa.

L’inno che ispira il romanzo è una composizione originale, creata per celebrare la vittoria dei Bresciani nella sanguinosa Battaglia della Malamorte, disputata proprio nei pressi di Rudiano. La melodia, perduta, è stata ricostruita grazie al contributo di Giuseppe Fusari, che ne ha eseguito anche la trascrizione secondo la notazione adiastematica (precedente al tetragramma) allora in uso, con esiti di straordinaria suggestione.

Il caso della scala senza fine è inoltre un’occasione per addentrarsi nella cornice storica che fa da sfondo all’invenzione fantastica. Si possono trovare rimandi al celebre trattato di falconeria compilato in quegli anni dall’imperatore Federico II, o anche riferimenti alle miniature del Beatus, il libro che si riprometteva, raccontando per immagini l’Apocalisse, di rendere visibile l’invisibile. La Rudiano duecentesca, infine, è ricostruita con precisione secondo le fonti, consentendo al lettore di apprendere i segreti della geniale istituzione delle cavethe, con i trentasei cavalieri posti a presidio del grande fiume, baluardo della comunità bresciana contro gli invasori.

La serata di presentazione sarà introdotta dal vicesindaco di Gavardo Sergio Bertoloni, mentre Claudio Baroni del Giornale di Brescia dialogherà con l’autore. Nel corso dell’incontro Andrea Giustacchini leggerà alcuni brani tratti dal volume, mentre la Schola Gregoriana S. Cecilia eseguirà l’inno che aleggia nelle pagine del romanzo, secondo la ricostruzione filologica di Fusari.