La chiesa lonatese di Sant’Antonio abate, dedicata al Santo protettore degli animali, è finita in un ponderoso libro scritto da Giancarlo Pionna, gardesano non nuovo a performance storico-letterarie ritenute purtroppo a semplice carattere locale.

 Non è così. Basti ricordare, tra le sue pubblicazioni, tutte di livello molto buono, un lavoro che ha attratto l’attenzione della Associazione di Studi Manzoniani, dopo il ritrovamento di un manoscritto sullo scaffale di una biblioteca privata lonatese e la successiva trascrizione.

Questa volta Pionna ha messo nel mirino il piccolo edificio sacro, a pochi metri dalla Casa del Podestà e dalla Rocca Viscontea. Un edificio che lega parte della sua fama alla trasformazione in rifugio per i libri della stessa Fondazione “Ugo da Como” oltre che della Biblioteca Queriniana, nella Seconda Guerra Mondiale. La ricostruzione di Pionna, però, è seria e parte dall’origine, con un approfondimento all’altezza del lavoro. I primi mattoni (anzi: pietre) sono messi al loro posto nel XV secolo, dopodiché modifiche, incrementi di volumetria e vicissitudini varie attorno al luogo sacro si alternano, fino a che sul medesimo si posano gli occhi del celebre Senatore Da Como, che dà il nome alla Fondazione.  “La chiesa di Sant’Antonio Abate a Lonato del Garda” (Tipolitografia Franceschini snc di Lonato), decine di immagini e 254 pagine che valgono la pena di essere consultate.