Apertura gratuita di Villa Feltrinelli a Gargnano lunedì 15 ottobre dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16. Unico ingresso quello dell’entrata principale, proprio in fronte all’edificio che risale a fine ‘800 ed è stato di proprietà dell’omonima famiglia (dell’editore Giangiacomo, per intenderci) fino agli anni ’90 del secolo scorso.

Poi alcuni cambi di proprietà. Acquistato dalla famiglia Regalini (costruzioni e immobiliare) fu prelevata pochi anni prima del Duemila dall’americano Bob Burnes, che viaggiava con passaporto di Hong Kong per essere ceduta una dozzina di anni orsono ad una società russa che fa capo a Viktor Vekselberg che, tra l’altro, possiede la maggiore finanziaria russa, 14.000 chilometri di gasdotti, miniere di diamanti e manganese in Sud Africa e poco altro.

Burns trasformò la villa in un esclusivo “cinque stelle”, che adesso viaggia sullo stesso binario, con l’aggiunta di un ristorante stellato Michelin. Pochi i posti: 42 tra struttura principale e dependance.

La notorietà del fabbricato si deve al periodo 1943 – 1945, quando ospitò Benito Mussolini, capo della Repubblica sociale italiana. Portatovi dagli “alleati” tedeschi l’8 ottobre 1943, il Duce rimase “prigioniero” a Gargnano fino al 18 aprile 1945, quando partì per Milano, andando incontro al suo destino, che lo fermò per sempre a Dongo.

Nella villa non c’è nulla che ricordi quei 18 mesi di storia. L’architetto americano che progettò il restauro e la trasformazione in hotel seguì chiaramente un’intenzione diversa, come egli stesso dichiarò: offrire ai clienti la sensazione di calarsi nel mondo della ottocentesca borghesia gardesana.

 

Giordano Silvestri