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Estate, ora di vacanze. Ami viaggiare, conoscere, vivere l’avventura con la tua famiglia, ma il costo dell’alloggio spesso è un ostacolo proibitivo. Poi il lampo di genio, sfruttando la sharing economy che apre nuove opportunità se si ha fiducia nel mondo.

L’ idea è quella dello scambio-casa. C’è un solo grande scoglio da superare: cedere casa tua a sconosciuti, con accesso al frigo, ai giochi dei bambini, magari alle biciclette. Ma se non si è troppo attaccati alle cose il gioco funziona eccome, perché ti permette di andare all’estero, magari nel posto che sogni da un po’, non pagando l’alloggio. Si chiama scambio reciproco, senza passaggio di denaro. E’ chiaro si tratti di una scelta che tocca la privacy, la sicurezza, la fiducia nel prossimo. Si parla della propria casa: tu vieni a stare da me, da Oslo o Barcellona, da New York a Madrid, io mi accomodo a casa tua.

I membri di HomeExchange, piattaforma leader per questo tipo di scambio, hanno raggiunto nel mondo quota 220.000, di cui oltre 7mila solo in Italia, in 155 Paesi. La piattaforma consente ai membri di scambiarsi le case grazie a una quota di abbonamento annuale di 160 euro, tramite un sistema a punti o con accordi reciproci, rendendo il viaggio più economico, personale e sostenibile. In un periodo in cui le locazioni turistiche tradizionali sono sempre più criticate per il loro contributo all’overtourism, all’aumento dei costi abitativi e alla perdita di autenticità, lo scambio casa propone un’alternativa concreta. La missione di HomeExchange (nell'immagine sotto, il logo della piattaforma) è rendere il viaggio più accessibile, sostenibile e profondamente umano.

In un mondo in cui viaggiare è spesso diventato impersonale e dominato da logiche di mercato, lo scambio casa dimostra che c’è un’alternativa, fondata sulla connessione, sulla gentilezza e sulla reciprocità. Aprendo le porte della propria casa si apre anche la mente verso un modo di scoprire il mondo più rispettoso, inclusivo e gioioso. C’è chi è un veterano dello scambio casa e chi ha appena iniziato questo percorso. Tutti, però, condividono un elemento fondamentale: la convinzione che un altro modo di viaggiare — più autentico, umano e generoso — sia davvero possibile. Lo scambio-casa è qualcosa di reale: non è solo l’utilizzo di un servizio online, ma una comunità fatta di persone.

“Devo essere sincero: quando ho iscritto la mia famiglia - racconta un padre, coinvolto da qualche anno nell'esperienza -  il mio obiettivo principale era risparmiare sulle vacanze, che con 3 figli erano diventate proibitive. Ma, una volta provato, abbiamo scoperto che dietro c’è molto di più. Ho compreso la filosofia dello scambio: dare la tua casa a qualcuno come la daresti a un amico. Perché, alla fine, è proprio così: è come darla a un amico, anche se è uno sconosciuto. Ora con Whatsapp e i social è più facile conoscersi prima dello scambio; a volte ci siamo incontrati durante l’esperienza, altre volte la conoscenza è rimasta solo virtuale, ma mai impersonale".

"Tutti ci si attiva - continua - per fare in modo che il soggiorno dell’ospite sia il più piacevole possibile: informazioni utili, suggerimenti su esperienze da fare e da evitare, magari un dolce di benvenuto nel frigo… È stata ogni volta una bellissima esperienza, per noi e per i nostri figli; sperimenti che in fondo ciò che lega gli esseri umani esiste ancora, ed è la capacità di avere fiducia. Condividi le tue cose, i ragazzi mettono a disposizione quello che si sentono di condividere con i loro coetanei e alla fine tutti sono felici di questo. Ora non riusciamo più a immaginare una vacanza che non sia con questa modalità: ci sembrerebbe di perdere un’occasione per conoscere davvero il mondo… e i suoi abitanti!”.