Un albanese 43enne è stato arrestato dopo che il figlio ha chiesto l’intervento della polizia perché l’uomo stava picchiando la moglie. In casa gli agenti hanno trovato una notevole quantità di droga per cui è scattato immediato l’arresto.

Un’altra storia di degrado familiare e sociale quella venuta alla luce ieri grazie a una telefonata giunta alla sala operativa della Questura. Il figlio maggiore di una coppia ha riferito agli agenti che i genitori stavano litigando violentemente davanti ai suoi due fratellini e la sorella stava addirittura assistendo al pestaggio della madre. Giunti prontamente sul luogo, a Brescia, i poliziotti della Squadra Volante hanno chiamato i soccorsi per la donna, sconvolta e dolorante, che aveva ancora vicino a sé la cinghia usata dal marito, K.A. classe 1973, per picchiarla. La donna, prima di essere affidata agli operatori del 118, ha detto agli agenti che il marito ultimamente era senza lavoro e spesso si trovava in preda ad allucinazioni, “come se facesse uso di qualcosa”. 

Ai poliziotti è bastato guardarsi intorno per trovare conferma al racconto della donna: la casa era piena di farmaci e di integratori proteici, sia in polvere che liquidi, mentre in camera saltava all’occhio, sopra il comodino, la presenza di un piatto con residui di polvere bianca, cocaina, una tessera del supermercato sporca anch’essa di polvere bianca, una lametta da barba, un bilancino di precisione e infine un involucro contenente cocaina (circa 21 grammi). Dopo questi indizi, era d’obbligo una perquisizione dell’intera abitazione. Tra la biancheria da donna, in un cassetto, era nascosto materiale “da taglio”. In un cassetto in sala erano nascosti due bilancini di precisione, un altro bilancino in cucina, accanto ad una tazzina contenente polvere pressata, altra sostanza “da taglio”. In cantina, infine, erano nascosti tre involucri di Marijuana, con un peso di circa 1,7 kg. Per l’albanese è scattato immediato l’arresto, convalidato nelle scorse ore. 

Il figlio maggiore, l’autore della telefonata al numero di emergenza, ha raccontato di aver lasciato da tempo il nucleo familiare proprio per i comportamenti violenti del padre, con cui aveva interrotto i rapporti. In casa con i genitori erano rimasti la sorella di 16 anni e il fratellino di 8. Preoccupato per la loro sorte, il figlio maggiore telefonava quotidianamente alla madre per accertarsi delle sue condizioni. Ieri, proprio qualche ora prima dell’arresto, il ragazzo era stato cercato dal padre, ma appena arrivato in casa era stato aggredito.