Intervista al comandante della Polizia Locale di Prevalle, per un bilancio dopo i suoi primi mesi di lavoro in paese.

Un sorriso aperto e convincente, una stretta di mano vigorosa, accoglienza impeccabile, disponibilità piena a raccontarsi. Quello con il nuovo comandante di Prevalle è stato un incontro piacevole che ha rivelato una persona sensibile e attenta alle urgenze del suo territorio, ma soprattutto disposta ad ascoltare le persone e capire i loro problemi. Originario di Salò, 41 anni, laureato all’Università di Ferrara in Operatore dei Servizi giuridici, Zambarda ha iniziato la carriera nella polizia locale di Salò nel 2000. Nel 2017, dopo aver vinto il concorso per ufficiali, è diventato vicecomandante a Montichiari per poi approdare a Prevalle qualche mese fa.

Qual è il suo primo bilancio dopo aver preso contatto con il territorio e averne conosciuto le dinamiche?

Per prima cosa sono contento di sottolineare che l’amministrazione comunale si è rivelata sensibile alle nostre esigenze e ha provveduto ad assume una persona, l’agente Sarah Costamagna, per i prossimi sei mesi con la possibilità di conferma. Il comando era infatti rimasto con due soli agenti attivi e l’organico andava ampliato al più presto. Le mie impressioni sull’ambiente sono molto buone: ho trovato colleghi efficienti a collaborativi, a partire dal vicecomandante Adolfo Vespignani, cui sono riconoscente per come mi ha accolto. Si capisce che c’è a monte un ottimo lavoro di conoscenza delle persone, perciò riusciamo ancora ad avere il polso della situazione nonostante i cambiamenti nel nostro lavoro portino spesso a perdere questa importante peculiarità. A Prevalle, infatti, c’è un contesto vivo: sono salutato e fermato per strada, il rapporto con la gente è costante e non risente del fatto che questo paese sia classificato come di passaggio tra città e lago. Da parte mia, cerco di ascoltare tutti e imparare il più possibile e con umiltà da chi era qui prima del mio arrivo.

Ci sono problemi aperti che attendono soluzioni?

Un problema irrisolto riguarda il mercato. All’inizio di quest’anno l’area adibita al mercato settimanale è stata soggetta a intervento di urbanizzazione, così sono stati creati marciapiedi e nuovi parcheggi. A causa dei lavori, sono state spostate alcune bancarelle, ma non è stato sistemato l’aspetto burocratico: al mio arrivo ho rilevato problemi relativi alle norme di sicurezza e al numero eccessivo di postazioni vuote, che spezzettano e rendono meno fruibile il mercato stesso. Ci siamo dunque mossi, sia io che i colleghi, per verificare lo stato delle cose e, in seguito ai rilievi, ho preparato un progetto di riqualificazione, condiviso con l’Ufficio Commercio. Il piano è stato presentato all’amministrazione e ne ho parlato con due rappresentanti di categoria degli ambulanti. In questi giorni c’è stato un incontro fra amministrazione, associazioni e commercianti per far quadrare il tutto e a breve la riqualificazione dovrebbe diventare realtà.

Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?

In primo luogo, bisogna fare in modo di rinnovare la strumentazione tecnologica del comando: è già operativa la telecamera per il controllo delle targhe, in dotazione sia per postazione fissa che con pattuglia in movimento; oltre a questa, è stato acquistato un nuovo software per i rilievi degli incidenti stradali che permette di incrociare in tempo reale anche i dati dei veicoli e dei conducenti. Da aprile ad oggi sono stati effettuati 16 sequestri, già più che nell’intero 2018: il dato è positivo perché significa più sicurezza per gli utenti della strada rispettosi delle regole. Per il prossimo futuro il progetto più significativo è la realizzazione di un impianto di videosorveglianza cittadina che integri le postazioni esistenti con i cosiddetti “varchi” per la lettura delle targhe. Ho fatto la tesi di laurea sulla videosorveglianza urbana, quindi sono particolarmente sensibile a realizzare progetti significativi e ben fatti in questo ambito. Al di là delle scelte tecniche, tuttavia, mi preme sottolineare che l’obiettivo fondamentale dei nostri interventi sarà sempre la prevenzione, sulla scia del clima di fiducia che abbiamo coltivato fino ad ora con i cittadini.

Come funzioneranno queste strumentazioni e come sarà utilizzata la mole di dati raccolta?

In primo luogo si potrà monitorare con più precisione il traffico a fini statistici. Inoltre, sarà possibile contrastare attività illecite: si individuerà chi circola senza assicurazione o revisione, per esempio, e saranno subito riconosciuti i veicoli rubati. Il comando e l’amministrazione decideranno insieme l’ubicazione di questi strumenti, anche per evitare sovrapposizioni con i comuni vicini. Anzi, l’ideale sarebbe aprire un tavolo di coordinamento fra paesi limitrofi per ottimizzare le risorse e magari in futuro arrivare anche alla condivisione dei dati. Al momento, infatti, non esiste collegamento fra i comandi di polizia locale, anche se la Prefettura si sta muovendo in tal senso.

A questo proposito, come sono i rapporti con i “vicini”? Sono previste aggregazioni in futuro?

I rapporti sono molto buoni. Con i comandi confinanti si è rinnovata una cooperazione peraltro già esistente e lo stesso si è fatto con le altre forze di polizia. In particolare, con i carabinieri sono stati condivisi alcuni servizi volti al contrasto della guida in stato di ebbrezza e del consumo di sostanze stupefacenti, utilizzando anche cani antidroga. Con la polizia stradale, invece, ci sono state collaborazioni nei rilievi di incidenti. Quanto all’aggregazione si vedrà, bisogna valutarne bene i benefici: la nostra regione in effetti premia chi compie questa scelta perché teoricamente permette di razionalizzare le risorse e nei comuni con meno di 5000 abitanti è addirittura obbligatoria. In pratica, però, nei comuni piccoli la carenza di organico talvolta diventa ancora più evidente e inoltre si perde il cosiddetto valore aggiunto del nostro mestiere, quel rapporto diretto con le persone di cui parlavo prima. La nostra professionalità è cambiata ed esige una preparazione che si evolve di continuo, ma a noi piace essere ancora chiamati vigili: tecnicamente non è più un appellativo corretto, ma noi lo percepiamo pronunciato in senso elogiativo e non dispregiativo, con profondo rispetto per la nostra presenza sul territorio.

Vuole fare un appello diretto ai cittadini prevallesi?

Per prima cosa li ringrazio, così come ringrazio i colleghi Vespasiani e Coco per gli ottimi rapporti reciproci instaurati in questi anni, di cui mi sono subito accorto. Molti di loro ci forniscono segnalazioni preziose per la nostra attività e questo tipo di collaborazione è importantissimo e indispensabile per un’azione sempre più efficace. Vorrei dunque spronare tutti a continuare su questa strada, contattandoci ogni volta che si è testimoni di situazioni degne di nota e ogni volta che lo si ritenga opportuno. Sempre meglio fare una telefonata in più che pentirsi di non averla fatta!

Giovanna Gamba