L’operazione è stata condotta in questi giorni da un’azione congiunta della polizia locale della Valsabbia e di Caino in Val Bertone, territorio sul confine tra Agnosine e Caino. Sanzionato il 42enne che aveva avviato l’attività.

 

In questo tempo di restrizioni e di regole rigorose nella modalità di somministrazione di alimenti e bevande, con distanziamento e mascherine nei pubblici esercizi, c’è chi pensa di aggirare le norme con un pericoloso “fai-da-te”, incurante delle possibili conseguenze drammatiche per la salute della comunità. Un 42enne di Azzano Mella ha così deciso di aprire un bar in Val Bertone, tra Agnosine e Caino, dove vendeva regolarmente bibite, gelati e caffè a numerosi avventori.

L’attività ha però destato qualche sospetto, sia per la velocità con cui era stata aperta, sia per le modalità con cui veniva esercitata. Le segnalazioni hanno messo in allerta due diversi comandi di Polizia Locale, quello della Valsabbia e quello di Caino, che si sono coordinati per operare congiuntamente. Nel corso del sopralluogo, il “barista” ha cercato di negare l’esercizio del commercio, asserendo di operare solo per feste private, ma le scuse si sono sgretolate di fronte a ben sei consumatori presenti e a un listino prezzi completo, pronto per altri clienti. Inoltre, agli agenti è parso subito evidente il mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie, per non parlare del mancato distanziamento tra i clienti, come imposto a seguito dell’emergenza sanitaria per poter esercitare l’attività.

«In un primo momento – ha aggiunto il comandante Fabio Vallini – sembrava che l’uomo avesse almeno un’autorizzazione per somministrare alimenti in modo itinerante, invece da un ulteriore approfondimento è risultato che non aveva proprio nessun tipo di permesso». A quel punto il 42enne è stato sanzionato ai sensi della legge regionale della Lombardia, mentre l’attività è stata sospesa con un’ordinanza.

Giovanna Gamba