Questa volta lo storico dell’arte Giuseppe Merlo, nostro collaboratore, interviene con le sue riflessioni argute in merito ad alcune fontane della nostra città.

“Bressa cità de fontane”. Così borbottavo su alcuni documenti che restituivano a Lorenzo Ridolo - affermato ingegnere della prima metà dell’Ottocento - il progetto della fontana che sta all’angolo tra Contrada Santa Croce e via Moretto, togliendo cosi dall’anonimato un pregevole pezzo di decoro utilitaristico del secolo XIX.

Fontana per fontana, ho riflettuto sulla rimozione di quella “moderna” di corso Zanardelli. Bella senz’altro non era: il suo scorrere melmoso non trasmetteva né frescura né refrigerio: aver ripulito il corso così ingombro di cattivo arredo urbano è di certo un merito, se non che sento che rimossa “la melma” si intende bandire un concorso (senz’altro internazionale altrimenti non si è provincia) per un nuovo monumento a cosa non si sa se non, forse, alla vanagloria di boriosi amministratori.

In via San Faustino vedo l’antico rocco, bianco e spumiglioso, ricollocato dov’era e com’era sulla fontana moderna con tecnici estasiati che tra disordine e sporcizia ammirano il superbo risultato. D’altronde “fa e desfá l’è töl laurà”, specialmente se il conto lo si presenta al pubblico erario.

Giuseppe Merlo