Come ogni domenica ecco un antico proverbio cinese, questa volta risalente alla dinastia Qin: Zhi Lu Wei Ma, indicare un cervo e dire che è un cavallo.

C'era a quel tempo un primo ministro dalle grandi ambizioni che sognava di governare l'intera Cina, ma per far questo aveva bisogno di sapere quante persone l'avrebbero sostenuto nel caso avesse usurpato il trono, e quante invece gli si sarebbero opposte. Ecco allora che una mattina ha un'illuminazione: portando con se un cervo, si presenta a corte dell'imperatore e gli dice che lo splendido animale che gli ha portato è un cavallo. L'imperatore non ha dubbi che l'animale che ha davanti sia un cervo, dunque esprime il suo disappunto, ma il primo ministro insiste dicendo che è un cavallo in grado di coprire centinaia di chilometri al giorno. Inizialmente i ministri non capiscono cosa stia succedendo, e si meravigliano del comportamento bizzarro dell'usurpatore, ma realizzano poi che quando verrà chiesta la loro opinione a riguardo la risposta che daranno potrà costare loro la vita. I più timorosi semplicemente rimangono in silenzio, imbarazzati; i più coraggiosi ed onesti si rifiutano di stare al gioco e non mentono riguardo la natura dell'animale; i più corrotti infine appoggiano il primo ministro e sostengono che il cervo è in realtà un cavallo. Chiaramente il primo ministro dopo questo evento non fece mancare premi ai più fedeli e punizioni per i più onesti. Questo aneddoto ha quindi dato vita al proverbio "indicare un cervo e dire che un cavallo", con cui si indicano le intenzioni truffaldine di un individuo che cerca di ingannare un'altra persona propinandole qualcosa di falso.

Andrea Franzoni