In occasione della 65esima Festa di Maggio, lunedì 1° maggio alle ore 11.30, al Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo si inaugureranno due mostre su temi che hanno a che fare con le ricerche del museo.

La prima intitolata “Sotto lo stesso sole. Europa 2500-1800 a.C.” è una mostra condivisa fra tre sedi museali, l’altra è una mostra fotografica che tratta un argomento contemporaneo, ma molto collegato alle ricerche archeologiche del museo: le palafitte.

SOTTO LO STESSO SOLE. Europa 2500-1800 a.C. 

“Sotto lo stesso sole. Europa 2500-1800 a.C.” è il titolo della mostra che vede come protagonisti il MUPRE-Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, a Capo di Ponte, il Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo e il Museo Civico Archeologico "Giovanni Rambotti" di Desenzano del Garda. 

Tra il 2500 e il 1800 a.C. (tarda età del Rame e inizio dell’età del Bronzo) il continente europeo è teatro di importanti trasformazioni, conquiste tecnologiche e cambiamenti sociali ed economici. Il tutto è accaduto “sotto lo stesso sole”, in una Europa che assisteva alle prime prove di reti commerciali e culturali e di linguaggi iconografici comuni. Con le merci e le persone si muovevano le idee, le invenzioni e le culture. Si creano codici comuni, iconografie condivise, patrimoni di immagini che permettono di comunicare tra territori distanti.  

Al Museo di Gavardo, dal 1° maggio fino al 30 settembre 2023, sarà possibile approfondire i rapporti tra l’Italia settentrionale e il mondo transalpino attraverso la rilettura di alcuni notevoli reperti della collezione permanente: il bicchiere campaniforme, i bottoni tipo Montgomery, le perle in faiance e le tavolette enigmatiche. 

 

ANNA BRENNA - GIORNI IN BIRMANIA, Le palafitte: una storia che continua…

Gavardo, Museo Archeologico della Valle Sabbia, 1 maggio – 14 maggio

Due anni dopo l’iscrizione dei “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che riconosceva l’importanza delle palafitte nella Preistoria europea, una fotografa lombarda, Anna Brenna, nei suoi viaggi intorno al mondo arriva sulle sponde del lago Inle in Birmania, dove documenta la vita di popolazioni che ancora adottano questa particolare tipologia di abitazione. 

Il lago Inle, il secondo lago della Birmania o Myanmar con una superficie di 72 kmq si trova nell’area orientale del paese a una quota di 920 m s.l.m. Lungo le sue sponde vive un popolo di pescatori, famoso anche per i suoi orti galleggianti e le feste tradizionali. L’acqua è un elemento essenziale per la vita della popolazione. Un’immensa distesa di acqua placida dello stesso colore del cielo, specchio del carattere pacifico ed equilibrato della popolazione che ci vive a stretto contatto.

Qui l’intera vita delle persone avviene sull’acqua: si vive in palafitte di legno, si coltivano ortaggi e fiori in orti galleggianti, ci si sposta in barca nei canali formati dal lago, con l’acqua del lago ci si lava e si fa il bucato, sull’acqua del lago vengono organizzati mercati e il lago è popolato da molti pescatori le cui sagome si spostano leggiadre sull’acqua simili a quelle di eleganti fenicotteri. Le palafitte sono costruite in legno e anche gli interni sono completamente rivestiti in legno e decorati con tappeti e tessuti.

Non molto diversa doveva essere la vita nei villaggi palafitticoli che costellavano il territorio gardesano 4000 anni fa… Anna Brenna riesce a cogliere la preponderante presenza del lago e della natura e la forza di una tradizione millenaria.

Anna Brenna è da sempre appassionata di fotografia, ma nel 2011 decide di trasformare un semplice hobby in un modo di esprimersi attraverso le immagini. Partita dalla street photography, sta esplorando nuovi generi per trovare la dimensione attraverso la quale meglio esprimersi e interpretare le diverse realtà con cui entra in contatto. Dal gennaio 2015 collabora con Sara Munari al blog Mu.Sa. Laboratorio di pensieri fotografici e al progetto Mu.Sa. Fotografia.