Dal grande Camilleri una nuova avventura del commissario più amato d'Italia. 

Come un buon rosso che migliora con il tempo e ogni volta risveglia piaceri inebrianti che sembrano nuovi; come l'amico fidato su cui si sa di poter contare sempre e comunque, anche se non lo si frequenta tutti i giorni; come il primo sole di primavera, che strappa un sorriso perché scalda il cuore e non solo il corpo. Insomma, una certezza. Così è Montalbano in ogni nuova avventura, nella quale mi butto tutte le volte a capofitto, assaporando le sfumature di una lingua che prima neppure conoscevo, mentre ora mi sembra di averla masticata da sempre, così penetrante, avvincente e vera che non riuscirei ad ammettere la possibilità di leggere una storia del commissario in... “taliano”. 

Questa volta non si parte da inquietanti “ammazzatine” e gli ultimi reati a Vigata sembrano poca cosa rispetto alle emergenze drammatiche cui deve solitamente far fronte la squadra. Sembrano, appunto. Ma poi tutto si scambia e niente è come appare. A partire da Montalbano, che sembra coinvolto in una rissa, quando invece la vorrebbe sedare, e per questo subisce lo smacco (divertentissimo) di essere fermato dai carabinieri e condotto in caserma. Allo stesso modo, un paio di sequestri lampo di belle trentenni, rilasciate indenni dopo essere state narcotizzate, non possono essere ciò che sembrano se la vittima del terzo colpo, sempre una trentenne, lavora in banca proprio come le due donne precedenti. Scambio di persona? Tentativo di confondere le acque? Qual è il vero intento dell'aggressore, occultato dall’abile camuffamento della realtà?

Se poi nel frattempo sparisce il proprietario di un noto negozio di elettrodomestici dopo una lunga vacanza con la fidanzata e il suo negozio viene divorato dal fuoco, be’, la situazione si complica e le ipotesi si moltiplicano. Questione di pizzo? Debiti? O semplicemente una fuga d'amore, data la fama di “fimminaro” dell’uomo in questione? Eppure, pare che il suddetto stesse per mettere la testa a posto. Già, ma allora perché non si trova la sua fidanzata? 

Carte che si rimescolano in continuazione, fili che si legano poco a poco tessendo una trama che dalla confusione iniziale fa emergere la verità man mano che l'intuizione dell’investigatore si fa più lucida e puntuale. Senza fermarsi alle apparenze, neanche quando tutto sembrerebbe combaciare. Perché Salvo non si accontenta e non smette di andare in profondità, senza risparmiarsi, nonostante l'età, i rimpianti per il tempo che passa (di cui il viso segnato di Livia è lo specchio), nonostante tutte le debolezze di uomo sempre più spesso stanco o deluso. Forse, però, è proprio per questo che il commissario arriva prima degli altri: con la sua umanità, sa comprendere gli uomini, i loro sentimenti – specie se malati – e le loro lacerazioni. Peccato solo che il libro finisca troppo in fretta!

Giovanna Gamba

A. CAMILLERI, La giostra degli scambi, Sellerio 2015.