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Nei giorni scorsi è stato ricordato a Roè Volciano con un concerto Don Adriano Salvadori, sacerdote scomparso lo scorso anno per un malore improvviso all'età di 59 anni. Don Adriano era un prete missionario. Questo il ricordo di un amico Paolo Romagnosi responsabile dello Svi, Servizio di Volontariato Internazionale di Brescia.

 

Adriano.

Aveva semplicemente capito tutto.

“Non si può amare Dio se non si ama l’uomo “, diceva, anzi gridava.

L’uomo, nelle sue sofferenze e con le sue paure. L’uomo tutto, nella sua imperfezione e nella sua debolezza di carne a termine. L’uomo, espressione vera di un Cristo fatto di mani e sudore, manifestazione certa di possibile santità per ognuno di noi.

Con questo pensiero inciso nel cuore lui respirava ogni giorno, stretto in una natura dura, in una natura dipinta di un verde che faceva male agli occhi.

“ In ogni sussulto della foresta c’è Dio, E ogni azione di lotta per la dignità dell’uomo è Sua Parola “.

Dentro tutto il suo agire si trovava  semplicemente il  Vangelo, voce scritta di una incarnazione, strumento vivo di riscatto per ogni essere umano.

Ha vissuto da umile la sua grandezza.

Ha generato amore in silenzio, rispettando in ginocchio la cultura di un popolo indigeno che ha sofferto per anni il rumore assordante dell’occidente.

E quando ti abbracciava si  scioglieva dolcemente, annientando veloce  quel suo essere ruvido come la vita.

E quando ti guardava  ti bucava gli occhi, perché gli occhi sono il  percorso  per arrivare all’essenziale.

 L’essenziale. Che poi è l’anima.

  

Paolo Romagnosi