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Riceviamo e pubblichiamo.

Le Associazioni venatorie lombarde hanno scritto una lettera al Presidente Fontana per sottolineare il problema dei sigilli inamovibili da apporre agli esemplari di avifauna silvestre allevati in cattività. Con le Associazioni si è schierato il consigliere regionale Floriano Massardi, vicecapogruppo in regione per la Lega e destinatario anch’egli della lettera recapitata.

“Il problema dell’inasprimento dei controlli a danno dei cacciatori, circa la regolarità degli anellini inamovibili apposti sulle zampe degli esemplari d’allevamento di avifauna, è serio e va affrontato tempestivamente. Me ne ero già occupato tempo fa, sfortunatamente senza riuscire ad arrivare al risultato sperato: avevo presentato degli specifici emendamenti in sede di Commissione Agricoltura, in occasione dell'ultima revisione ordinamentale, a fronte di alcune istanze del mondo venatorio e a garanzia del maggior rispetto del benessere animale. Ora più che mai la necessità di intervenire a risolvere questo problema è urgente. Durante l’ultima stagione venatoria, infatti, abbiamo assistito ad un serio inasprimento dei controlli verso i cacciatori, cui spesso sono state elevate contravvenzioni penali per la supposta irregolarità dei sigilli. La questione è ormai annosa e drammatica: questi sigilli, apposti sulle zampe degli uccellini appena nati, quale certificazione di provenienza del produttore, col tempo tendono a logorarsi e deteriorarsi inevitabilmente. Sanzionare i cacciatori per il reato di alterazione di sigillo di Stato è pazzesco: sanzioni penali, con conseguenze drammatiche, tra cui il sequestro delle armi e la sospensione della licenza di caccia. Per cosa? Perché gli accertatori effettuano verifiche in modo inadeguato. Ecco tutto. Infatti i controlli vengono effettuai da personale non adeguatamente formato alla manipolazione di fauna avicola, con spesso nefaste conseguenze per gli uccellini: sarebbe utile che questi controlli venissero fatti dal personale veterinario della ATS territorialmente competente. Inoltre, le misurazioni avvengono con l’utilizzo del calibro, strumento totalmente inadeguato a certificare misurazioni di così ridotte dimensioni. Servirebbe il micrometro, come più volte evidenziato dalle associazioni ornitologiche, AMOV e FOI. In ultimo, ritengo assurdo che, nelle norme vigenti, non sia prevista una tolleranza minima sulle misure degli anellini: la tolleranza zero non esiste in natura, già a livello di produzione industriale, questi prodotti nascono con micro-variazioni di dimensione. Ad oggi, infatti, gli accertatori pretendono di riscontrare misure fisse che nemmeno possono essere garantite dal fornitore degli anelli”, continua Massardi.

 

“Se questi sono i metodi per combattere il bracconaggio, siamo totalmente fuori strada. Nel 99% dei casi vengono sanzionati onesti cacciatori che non hanno in alcun modo intaccato i sigilli. È uno schiaffo a tutta la categoria e di questo passo sarà eliminata la caccia da appostamento fisso, non di certo il bracconaggio. Combattere le irregolarità è interesse primario di tutti, soprattutto dei cacciatori. Per questo motivo anch’io ho scritto al Presidente Fontana e alle forze politiche di maggioranza affinché sostengano queste legittime istanze e ora focalizzerò la mia attenzione sulla prossima legge di revisione ordinamentale, al fine di ripresentare gli emendamenti già proposti nei mesi scorsi. È necessario superare le criticità evidenziate dal mondo venatorio, sia per quanto riguarda il benessere animale, in relazione alla tipologia del materiale del contrassegno, sia in merito alla dovuta certezza nell'applicazione delle norme da parte degli organi di vigilanza” conclude Massardi.