Camminare e allo stesso tempo scoprire luoghi, frammenti di storia. Ecco cosa ci propone oggi Sonia Piccoli, camminatrice gavardese.

Conoscere la storia del proprio paese è come dare le fondamenta ad una costruzione. Sapere ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il presente, dargli un lustro diverso, significa far parlare luoghi e cose; significa ancora scoprire che la storia che si studia sui libri non è qualcosa di lontano e amorfo o una fredda sequela di date, di nomi e di fatti, ma che questi non fanno altro che fermare momenti vitali vissuti da gente come noi che ha avuto i nostri stessi problemi, ha affrontato le nostre stesse difficoltà, ha vissuto la nostra stessa quotidianità, naturalmente con contenuti diversi. Tutto questo porta a scoprire la validità della storia come disciplina umana per eccellenza e a nutrirsi della sua ricchezza.

Mimma de Maio

Il sapere è intelligenza, chi crede che tutto sia solo di alcuni e non vuole che la gente conosca, ci vuole stupidi e manovrabili. Il sapere è molto importante, non permettete mai a nessuno di farvi credere altro.

Nelle mura che cingevano Gavardo si aprivano 9 porte: 4 che chiudevano la piazza de Medici cioè il castello, e al suo esterno un fossato, che veniva usato come difesa. Dopo di che, c’erano le altre porte che servivano come ulteriore difesa verso gli altri luoghi di entrata ed uscita: 1 verso Brescia, 1 verso Sopraponte,1 verso Villanuova sul Clisi,1 verso Limone di Gavardo e San Martino di Rampeniga, 1 verso il Tesio. Gavardo a quel tempo era un punto strategico per il commercio sia di terra che di acqua. Di acqua perché il naviglio, che non si ha notizie certe da chi fu costruito. Veniva usato come spostamento di merci verso la città e verso il mare adriatico.

 Trekking

Con partenza da Via Dossolo, raggiungoVia Fossa, dove mi accingo ad entrare nella Forneria Melgari, per prendermi un panino ed altro per affrontare la lunga camminata.

 

La Forneria Melgari, fu acquistata nel 1956 dai nonni Firmo ed Emilia, dalla Cooperativa la Quadra, poi seguirono il figlio Taddeo e la moglie Cecilia e dal 1999 il figlio Massimo (3 generazioni di fornai) per prendermi un panino ed altro per affrontare la lunga camminata.

Perché ho citato questa attività, perché al suo interno entrando e alzando lo sguardo a destra, c’è un antico Araldo. Per quanto ho potuto capire da neofita, dai colori e dai disegni dovrebbe risalire intorno all’anno 1200 0 1600. Questa parte di stabile era collegato con la fu trattoria Berardi ed entrambe erano parte integrante del Castello.

Esco dalla Forneria e mi accingo a superare il ponte di Gavardo, subito dopo prendendo a destra e superando una strettoia, mi incammino in Via Monte, ove a quel tempo vi era una comunità ebraica. Vi invito a far due passi per Gavardo, e di prendervi del tempo per guarda i vecchi stabili ormai in decadenza ma di una bellezza impagabile. Gavardo non si è fatto mancare nulla partendo dalla preistoria arrivando ai giorni nostri.

Da Via Monte, in brevissimo tempo, raggiungo località Monticello ove è situata la sede degli Alpini di Gavardo. Leggermente prima di arrivare alla sede, trovo il segnavia del Cai che mi accompagnerà per gran parte della giornata. Tra sentieri e piccoli pezzi asfaltati e sottobosco raggiungiamo il Tesio. Fin qui tutto bene, dopo una brevissima pausa salgo a Cima Tre Cornelli (consiglio spassionato non uscite dal percorso segnalato con paletti e segnavia di continuità, vi trovereste in difficoltà in quanto c’è una ricca diramazione articolata di sentieri per chi cammina e per chi va in mtb e moto).

Da qui altra piccola pausa e ritorno sui miei passi, ritornando a casa.

Info:

Partenza e Arrivo in Via dossolo

Dislivello di partenza 203 mt

Max punto di altitudine 843mt

Difficoltà Turistica

Durata in movimento 4 ore 10