Don Piero Ferrari l’aveva sognato come ospedale oncologico a servizio del bacino gardesano quando, nel settembre 2006, era stata posata la prima pietra. Oggi l’approccio diverso alla malattia ha ridotto i ricoveri e cambiato esigenze e bisogni, spronando gli eredi del sacerdote bresciano a percorrere vie alternative, che garantissero comunque il rispetto dello spirito e dei progetti del fondatore. Il Laudato sì’ nasce dunque come sintesi di un percorso partito da lontano, ma integrato con le esigenze dei nostri giorni e, grazie ai numerosi sostenitori, già proiettato nel futuro, in quella che si configura sempre più – come ama definirla Roberto Marcelli, presidente di Raphael e vicepresidente del Laudato si’ – una “cittadella della salute”.

La proposta Raphael – continua Marcelli – è complementare alla sanità pubblica e non concorrenziale. L’iniziale vocazione verso un approccio attento alla persona e alla sua storia, promuovendo la prevenzione e la diagnosi precoce, resta sempre la peculiarità della struttura, che però si sta evolvendo in maniera complessa, integrandosi con nuove collaborazioni e nuovi interlocutori. In primo luogo, i medici di famiglia desenzanesi che, riuniti nella cooperativa “Medicinsieme”, lavorano in sinergia con gli specialisti di Raphael. Saranno così inaugurati percorsi sperimentali, soprattutto rivolti ai malati cronici, che alzeranno il livello qualitativo delle prestazioni mediche in un bacino d’utenza di rilievo, calcolato in circa 100mila cittadini.

La seconda novità è il recente accreditamento presso il Servizio Sanitario Nazionale di numerose specialità, tra cui dermatologia, ginecologia, gastroenterologia, pneumologia, cardiologia, diabetologia, geriatria e, naturalmente, oncologia. Undici in tutto, come precisa Valeria Zacchi, direttrice sanitaria della struttura, con oltre 4000 prestazioni dall’inizio del servizio (agosto 2018) ad oggi. Un settore in cui si sta investendo molto riguarda la terapia del dolore, dove la domanda è in continua crescita. «Al riguardo si opera su tre livelli – continua la dottoressa Zacchi. – Il primo prevede interventi in regime ambulatoriale e tratta il dolore cronico neuropatico che nel lungo periodo diventa esso stesso malattia e non più sintomo di altro. Nello specifico, si affrontano soprattutto emicranie e cefalee». Operativo su questo primo livello, il Laudato si’ si sta attrezzando per offrire a breve anche il secondo, che completerà la potenzialità ambulatoriale con una copertura totale dell’80% dei casi trattabili, mentre per il restante 20% è necessario il ricovero ospedaliero.

A Desenzano operano inoltre l’assistenza domiciliare integrata, che offre prestazioni infermieristiche e riabilitative, e l’unità di cure palliative domiciliari, anch’essa in sistema di accreditamento, considerata a buon diritto un punto di eccellenza nell’offerta agli utenti, dal momento che il medico palliativista e i sanitari coinvolti garantiscono assistenza e reperibilità 7 giorni su 7. L'unità di cure palliative risponde alle esigenze delle famiglie che seguono malati terminali a casa e richiede competenze umane, oltre che professionali, molto affermate. «Dal punto di vista economico – precisa Marcelli – quest’ambito è quello che richiede maggiori sacrifici, tuttavia ci sta particolarmente a cuore e continueremo l’esperienza per scelta etica, perché profondamente in linea con le radici di Raphael». Infine, negli ultimi mesi è stato attivato un punto prelievi Synlab, che funziona dal lunedì al sabato, dalle 7:30 alle 9:30.

Ma non è tutto. Presto la “cittadella della salute” vedrà ampliare gli spazi e la strumentazione diagnostica. A breve inizieranno infatti i lavori al primo piano per trasferire gli uffici gestionali della cooperativa e per allestire una sala conferenze da 80 posti, mentre al secondo piano si realizzeranno locali innovativi e con strumentazioni di ultimissima generazione per l’endoscopia, attualmente dislocata a Calcinato, che potrà offrire alcune prestazioni in day-hospital. «La massima attenzione alla strumentazione – aggiunge Marcelli – è un’altra delle cifre caratteristiche di Raphael, perché la professionalità eccellente necessita di strumentazione eccellente per raggiungere risultati sempre migliori. Basti pensare che, grazie alla diagnosi precoce nei nostri ambulatori, una media di 70 pazienti l’anno affronta in tempo la malattia scongiurando esiti infausti».

Anche i prossimi lavori, come del resto la costruzione dell’intera struttura, saranno finanziati da donatori che hanno creduto nel progetto, senza alcun ricorso a contributi pubblici o al credito. Non è un caso, del resto, se da alcuni anni Raphael occupa stabilmente il primo posto come destinatario del 5 per mille fra i contribuenti bresciani. Un sostegno costante, segno di fiducia e di speranza, perché si possa coronare il sogno di don Piero: fare del Laudato si’ un luogo dove “scienza, coscienza e amore” garantiscano la miglior presa in carico possibile per i pazienti.

Giovanna Gamba