L’iniziativa – coordinata dall’Università degli Studi di Brescia e dalla ASST Spedali Civili – è stata avviata lo scorso 4 maggio, durerà 6 mesi e rientra nell’ambito del progetto SCED-COV, che prevede l’elaborazione e l’applicazione di un protocollo di sorveglianza clinico-epidemiologica e diagnostica per la ripresa dell’attività lavorativa in sicurezza nel corso della pandemia da SARS-COV-2.

L’obiettivo è quello di aumentare il livello di sicurezza all’interno delle fabbriche e delle aziende, grazie all’utilizzo di strumenti tecnologicamente avanzati, tra cui un’app che consente di mantenere un contatto diretto con il Medico Competente e fare in modo che le diagnosi siano più precoci e i focolai più circoscritti.

L’efficacia delle misure adottate in emergenza dall’Italia per il contenimento della pandemia COVID19 dimostra l’importanza dei comportamenti individuali responsabili. Il monitoraggio clinico è basato sulla collaborazione dei lavoratori nell’aggiornamento quotidiano dei dati da inserire in un’APP. Tali informazioni sono di carattere esclusivamente sanitario su sintomi e contatti a rischio, sono accessibili solo a personale sanitario e non entrano nel merito di altri ambiti della sfera privata. Si tratta di un impegno fondamentale per riuscire, con la collaborazione di tutti i dipendenti, a limitare gli effetti del Coronavirus, in azienda e non solo.

Nel dettaglio, le attività di sorveglianza clinico-epidemiologica e diagnostica sono:

 

1. Tracing, monitoraggio clinico-epidemiologico quotidiano, tramite apposita app, a partire da software già in uso e validato dalla UOC Ospedaliera di Medicina del Lavoro, diretta dal Prof De Palma dell’Università di Brescia, che permetterà di:

 

- raccogliere dai lavoratori informazioni sulla presenza o meno di sintomi specifici dell’infezione COVID-19, anche grazie alla misura e registrazione quotidiana in azienda della temperatura corporea; tale attività è mirata all’identificazione in fase precoce di casi sospetti paucisintomatici o sintomatici;

 

- effettuare il contact tracing, ossia l’individuazione precoce degli stretti contatti di casi sospetti, probabili o confermati, per spezzare quanto più precocemente possibile la catena del contagio intra-aziendale.

 

2. Testing longitudinale, monitoraggio diagnostico a due tempi (base, T0; dopo 4,5 mesi, T1), finalizzato a:

 

- diagnosi di infezione in atto, clinicamente apparente o meno, tramite ricerca dell’RNA virale SARS-COV-2 su tampone rinofaringeo;

 

- valutazione dello stato di immunizzazione anti SARS-COV-2 tramite test sierologici per la ricerca e titolazione di anticorpi specifici per il virus.

 

3. Testing mirato nei casi sospetti o negli stretti contatti, evidenziati dal monitoraggio clinico-epidemiologico, tramite ricerca dell’RNA virale SARS-COV-2 su tampone rinofaringeo sia per la diagnosi di malattia, che per la verifica di assenza di contagiosità.

 

DICHIARAZIONI

Il Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana, Giuseppe Pasini, ha così commentato: “Voglio ringraziare il Prefetto di Brescia; Attilio Visconti, che ha coordinato questo progetto realizzato assieme Università degli Studi di Brescia, agli Spedali Civili, alle associazioni sindacali e all’AIB. Lo spirito bresciano e la volontà di collaborazione tra le varie istituzioni hanno consentito di avviare una sperimentazione che potrà diventare un importante modello nella lotta al Covid-19, consentendo di migliorare la prevenzione dal virus all’interno degli ambienti di lavoro”

 

“Il monitoraggio promosso dalla Prefettura è un’occasione di eccezionale importanza per poter sperimentare un approccio sistematico – supportato da basi scientifiche e metodologiche – volto al contrasto della diffusione del virus – aggiunge Paolo Streparava, Ceo di Streparava Spa –. Tutto ciò è frutto del prezioso contributo di tutti i soggetti coinvolti, che hanno colto con entusiasmo l’iniziativa. Siamo particolarmente contenti di far parte di questa sperimentazione e ringraziamo per l’occasione che ci è stata offerta”.

“Con piacere abbiamo aderito all’iniziativa, che ha il grande pregio di fare sistema delle migliori competenze scientifiche ed organizzative del nostro territorio per sviluppare un modello che, sulla base delle direttive nazionali, aiuti il tessuto economico – il commento di Franco Gussalli Beretta, Presidente e Ceo della Fabbrica d’Armi Pietro Beretta –  In Beretta abbiamo applicato pienamente i protocolli organizzativi ed effettuato lo screening ad oltre la metà dell’organico: l’iniziativa ha trovato il consenso delle rappresentanze sindacali aziendali e la piena disponibilità di tutto il personale. Auspico che la positiva esperienza possa estendersi a tante realtà del nostro territorio.”

Il Rettore dell'Università degli Studi di Brescia, prof. Maurizio Tira dichiara: "La sconfitta dell’epidemia insieme alla ripresa economica e sociale sono un’urgenza e insieme una sfida, per la quale le Università sono chiamate a dare il loro contributo insostituibile. L’Università degli Studi di Brescia, insieme all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale con il più grande ospedale della Regione, ha saputo dare una risposta eccezionale all'emergenza: i nostri clinici universitari, gli specializzandi e anche gli studenti degli ultimi anni di medicina e delle professioni sanitarie, che insieme al personale ospedaliero hanno fatto fronte all’emergenza con una dedizione totale, stanno ora ottenendo importantissimi risultati di ricerca che condividono con la comunità scientifica internazionale. Oltre alle strategie diagnostiche e terapeutiche, come Università, insieme all’ASST, coordiniamo un'attività all'avanguardia di sperimentazione sanitaria per il monitoraggio epidemiologico all’interno delle aziende del territorio. Il nostro protocollo integra tutte le misure previste dalle norme nazionali con misure aggiuntive che aumentano il livello di sicurezza: il monitoraggio clinico-epidemiologico quotidiano e la diagnostica avanzata con tamponi e test sierologici. A questo monitoraggio sono sottoposti anche i nostri dipendenti, facendo così della nostra Università una delle prime in Italia a garantire un rientro al lavoro il più possibile sicuro".