Il Moica, Movimento casalinghe, ha scritto questa lettera contro la riapertura delle sale da gioco.

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Salute

Ai Presidenti delle Regioni
Al Comitato Tecnico-scientifico per l’emergenza Covid-19

 

Oggi hanno riaperto oltre diecimila sale da gioco d’azzardo di vario tipo, dalle VLT alle scommesse ai Bingo. La Regione Lazio ha procrastinato al 1 luglio l’autorizzazione, così da render possibile una valutazione di cosa implicherebbe la riaccensione delle macchine del gambling.

Dopo tre mesi di astinenza dal gioco d’azzardo, dunque migliaia di giocatori problematici sono stati richiamati dalle sale da gioco che hanno ripreso a funzionare, dopo il distanziamento imposto dalle misure contro la pandemia del covid-19.

Se il Governo ha demandato alle Regioni e ai Comuni la valutazione dei requisiti di sicurezza dei locali dell’azzardo, noi denunciamo che la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha diffuso Linee-guida con prescrizioni molto generose per i concessionari.

La gestione in sicurezza sanitaria consente a esempio la deroga al divieto di ricircolo di areazione forzata, con disposizioni grottesche del tipo “gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria”. Una misura è obbligatoria quando possibile! Mentre invece andrebbe prescritto che se “non possibile” la sicurezza, l’impianto deve fermarsi!

Ma oltre a un problema di sanificazione delle sedi e di distribuzione dei clienti, c’è prioritariamente da valutare gli effetti sulla salute della persona (non solo salute fisica, ma anche psichica e relazionale) vi è da notare che in pratica non esistono sanzioni a chi non ottemperasse alle stesse regole di precauzione.

Denunciamo che le regole predisposte dal DPCM 11 giugno, dalla Conferenza delle Regioni e dall’Agenzia dei Monopoli non tutelano in misura sufficiente né dal rischio sanitario (Covid-19) e né dalle ricadute nel Disturbo dal Gioco d’azzardo.

Finora nessun ascolto e tanto meno consultazione vi è stata degli operatori delle dipendenze, del Terzo settore, delle famiglie per quindi ponderare le decisioni. Nessun conto si è tenuto delle componenti della società che versano in difficoltà economiche, che oggi sono ancora più fragili ed esposte a divenire bersaglio di un mercato dell’azzardo che aggiunge ulteriori difficoltà.

Ci rivolgiamo al Governo, alle Regioni e alla stessa Agenzia dei Monopoli, richiamandone le responsabilità istituzionali, perché consideriate le esigenze di quanti si occupano della presa in carico delle persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo, del  sostegno alle famiglie in sofferenza sia per uno o più congiunti con tale problema, dell’assistenza alle persone che rischiano l’esclusione sociale per debiti, della solidarietà con le vittime dell’usura.

In questi mesi, pur nella sofferenza per il lock down, i pazienti in cura hanno potuto contare su una relativa serenità, mentre molti giocatori patologici hanno interrotta la pratica del gambling e spontaneamente ottenuto la remissione del sintomo della dipendenza.
Chiediamo dunque che il ministero della Salute si pronunci e che i Comuni provvedano a adottare misure sussidiarie di tutela dei cittadini, che sia resa disponibile e funzionante tutta la rete dei servizi pubblici e del privato sociale delle terapie.
Ci preoccupa infine che nell’Italia impoverita dalle restrizioni necessarie per la pandemia, il gioco d’azzardo possa approfittare della fragilità delle persone per aggiungere ulteriori sofferenze a quelle provocate dal Coronavirus.

 

Seguono le firme degli Enti del Terzo settore e delle altre rappresentanze