Si moltiplicano in paese le voci circa la partecipazione del Comune all’asta per l’area Efercal. Alcuni cittadini avanzano la proposta di riqualificare l’intera superficie trasformandola in un polmone verde in pieno centro.

 

Non sono ancora note le modalità e ancora meno i tempi dell'operazione, tuttavia pare ormai certo che l'ex Efercal sarà oggetto di un'asta pubblica, cui parteciperà anche l'amministrazione comunale. L’area in questione si trova vicino alla chiesa parrocchiale e comprende anche l’edificio un tempo sede del calzificio, testimonianza architettonica della conversione a zona industriale di quella che invece fino al boom economico era sempre stata un’area verde aperta a tutti. Fino agli anni sessanta del Novecento, infatti, insieme alla Boschina quella zona si caratterizzava per i suoi tratti rurali che avrebbero dovuto essere tutelati; ma era il tempo del massimo sviluppo e si doveva far posto alle aziende, per offrire occupazione a Calcinato stesso e alla popolazione limitrofa.

I mutamenti sociali ed economici, oltre a una rinnovata coscienza ambientale, rivelano che ora i tempi sono maturi per una svolta netta e sostanziale. Sono queste le premesse da cui si sono mossi gli ambientalisti del blog Lineaindipendente, che avanzano la loro proposta sulla futura sistemazione dell’area Efercal. «Se il Comune ne acquisisse la proprietà – affermano in una nota – crediamo necessario abbattere l’edificio che ospitava il calzificio, bonificare l'area e realizzarvi un grande parco pubblico a disposizione dei bambini delle vicine scuole, degli anziani della casa di riposo e, più in generale, di tutta la cittadinanza».

All’amministrazione comunale toccherà ora decidere se accogliere il suggerimento, cogliendo l’occasione per rilanciare il centro storico con una pianificazione armonica che ripristini gli antichi equilibri: si tratta del resto di restituire ai cittadini ciò di cui già godevano in passato, il verde pubblico. «Ciò è possibile – concludono i promotori della proposta – demolendo gran parte della volumetria esistente (lasciandone quindi una esigua parte, da destinare ad uso infrastrutturale) e sostituendola con la creazione di un parco pubblico, che ospiti percorsi verdi attrezzati, uno stagno acquatico, un chiosco e un'area per attività di aggregazione sociale e conviviale».

Giovanna Gamba