Riceviamo e pubblichiamo.

 

Brescia, 8 settembre 2020

Egregio Signor On.le Roger De Menech E, p.c. Egregi Signori Presidenti Comunità Montane Sindaci Comuni confinanti bresciani Sindaci Comuni contigui bresciani LORO SEDI

 

Caro Roger, Esprimiamo in primo luogo apprezzamento per l’attenzione dimostrata in occasione dell’importante incontro avvenuto a Brescia il 26 agosto u.s., molto partecipato e sentito dai sindaci dei comuni interessati al Fondo per lo Sviluppo dei Comuni di Confine. Sicuramente si è trattato di una occasione molto importante per il nostro territorio, che conta circa 1, 3 milioni di abitanti divisi in 205 comuni, collegati attraverso 2000km di strade e 450 tra ponti e viadotti, in gran parte montano, con le sue 5 Comunità Montane, compresa quella di Valle Camonica, una delle più estese delle Alpi centrali. Alla luce delle considerazioni emerse e degli approfondimenti fatti, nonché del nuovo riparto delle risorse destinate ai comuni di confine e ai contigui, siamo a chiedere che questa Provincia possa essere invitata a partecipare alle riunioni e agli incontri del Comitato Paritetico e a ogni altra occasione utile alla gestione delle risorse destinate ai comuni di confine e a quelli contermini, affinché il dialogo con Stato e Regione sia costante e i territori siano pienamente rappresentati dalle Province. Crediamo infatti che la Provincia possa rappresentare il primo punto di riferimento dei comuni del territorio, in grado di raccogliere, fare sintesi e portare avanti le istanze che giungono dagli stessi. Partendo dal presupposto che la legge 56 aveva escluso la partecipazione attiva delle Province non autonome dal Comitato Paritetico, in vista della loro soppressione, siamo a precisare che dal 2014 in poi l’assetto politico è cambiato, c’è stato nel 2016 un referendum costituzionale, ilcui esito ha mantenuto le Province all’interno della Carta Costituzionale, e le stesse continuano ad assicurare servizi essenziali ai comuni che rappresentano, a partire dalle funzioni fondamentali per arrivare a quelle delegate.

A prescindere quindi dalla formale costituzione degli organi che gestiscono i fondi ODI, che posso condividere non sia facile modificare, sarebbe molto utile la partecipazione di tutte le Province alle riunioni degli organi decisionali, pur senza diritto di voto, al solo fine di rendere più comprensibili alcune scelte che altrimenti vengono lette come estremamente penalizzanti, e ciò per la sproporzione dei criteri di riparto rispetto al numero dei comuni, degli abitanti o della superficie dell’ambito territoriale interessato. Fiduciosi nel positivo accoglimento di questa richiesta, salutiamo cordialmente

 

Bressanelli-Alghisi