Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa della Lega in Regione Lombardia in tema di caccia alla fauna migrante.

Via libera dall’aula del Consiglio Regionale alla PdA (Proposta di Atto Amministrativo) “Individuazione di nuovi valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna nella provincia di Brescia”. In merito sono intervenuti in aula il consigliere regionale della Lega e relatore del provvedimento Francesco Ghiroldi e il vicecapogruppo della Lega al Pirellone, Floriano Massardi.

Questo provvedimento si è reso necessario a seguito della condanna, da parte del Consiglio di Stato della regione Lombardia, sulla delibera di individuazione dei valichi formulata dalla provincia di Brescia nel 2009, a cui aveva ricorso la Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC).

L’impegno della Commissione prima e del Consiglio poi, ha operato con la finalità di “applicare” il dispositivo della sentenza e modificare la proposta della Giunta Regionale, in maniera legittima, ma a favore dell’attività venatoria. La mancata approvazione avrebbe comportato la nomina di un commissario ad acta nominato dal Consiglio di Stato per detto provvedimento che sarebbe stato approvato esattamente come da sentenza.

Oggi in aula – affermano i due esponenti regionali del Carroccio - ha prevalso il buon senso e la proposta, fatta dalla Lega in VIII Commissione Agricoltura, di stralciare due dei 6 valichi montani previsti nel provvedimento originario dove viene interdetta la caccia alla fauna migratoria”.  “In altre parole la delibera di oggi individua 4 valichi nella provincia di Brescia e segnatamente il Passo del Tonale, il Passo di Crocedomini, Monte della Piana e Malga Mola. Grazie però all’emendamento approvato in Commissione, voluto dal gruppo Lega, sono stati esclusi i valichi di Sella di Mandro e il valico di Capovalle”.   “Le motivazioni alla base di questa scelta – proseguono Massardi e Ghiroldi - sono dovute al fatto che queste zone, i valichi di Sella di Mandro e Capovalle, non rientrano nel comparto di maggior tutela e quindi la loro individuazione risulterebbe in contrasto con la legge regionale vigente n.26/1993”. Cosa   non possibile per gli altri quattro valichi poiché rientranti invece nel comparto di maggiore tutela.

 

“E’ stato sventato inoltre il tentativo dei Cinquestelle di reinserire con un emendamento questi due valichi fra quelli interdetti alla caccia migratoria”.   “La tutela dell’avifauna – continuano i due consiglieri regionali – è comunque prevista, ma non è accettabile che i capannisti vengano demonizzati. La loro attività rappresenta una fonte economica importante per il territorio e un costante presidio di tutela ambientale dei nostri boschi e delle nostre montagne”. A ciò si aggiunge il fatto “assurdo” della normativa vigente, che riguardo il divieto di caccia sui valichi montani, a tutela delle rotte migratorie, incide, in maniera pesante anche sulla caccia alle specie stanziali”.