Ecco tutti i premiati del premio della bontà 2020.

 

Il Premio «Pietro Bulloni 2020» viene assegnato a Mariella Mentasti

 

L’ascolto come strumento di apertura all’altro, l’impegno verso i più deboli come cifra personale e professionale, la capacità di fare rete come metodo di intervento sul territorio. Da anni Mariella Mentasti rappresenta un punto di riferimento sicuro e continuo per le associazioni che operano nel suo quartiere – San Polo – e nella nostra provincia, che insieme ne hanno sostenuto la candidatura al Premio Bulloni 2020.

 

Negli anni il suo impegno si è concentrato – tra l’altro – nell’accompagnamento al lavoro delle persone più deboli e nella promozione – all’interno dei Centri psicosociali - della scrittura come strumento di riscoperta e di ricostruzione personale.

 

Il suo faro potrebbe essere racchiuso nella frase: “Non arrendersi alle cose così come sono ma lottare per le cose così come dovrebbero essere”. Un faro che da sempre illumina anche il Premio Bulloni.

 

 

 

 

 

Il Premio dell'«Ordine degli Avvocati» viene assegnato alla Croce Bianca sez. di Brescia

 

“Chiama la Croce Bianca” è una frase che da 130 anni accompagna i bresciani, a testimonianza della affidabilità di una presenza che i militi dello storico sodalizio del soccorso hanno da sempre saputo garantire.

 

Un’affidabilità che ha trovato conferma anche nei mesi durissimi dell’emergenza Covid, un’emergenza come sappiamo non ancora conclusa. In questi mesi, infatti, accanto ai consueti servizi di pronto soccorso e di assistenza programmata la struttura ha saputo mettere in campo, assieme all’intera rete territoriale, una presenza tecnicamente efficace e umanamente delicata.

 

 

 

 

 

Il Premio «Confindustria Brescia» viene assegnato a Paola Lussardi

 

Infermiera prima, volontaria poi, Paola Lussardi rappresenta – grazie alla sua solida professionalità e alla sua umanità profonda – una risorsa fondamentale per i pazienti del reparto di Ematologia dell’Ospedale Civile e per le sue famiglie.

 

In particolare, il suo impegno ha consentito di attuare due importanti progetti: da un lato il riaffido di pazienti cronici dal reparto al proprio medico di medicina generale; dall’altro la possibilità di effettuare periodiche trasfusioni di sangue a domicilio per quei pazienti che abbiano difficoltà a raggiungere le strutture ospedaliere.

 

 

 

 

 

Il Premio intitolato alla memoria di «Nica e Candida Ranzanici» viene assegnato a Rupy Mavi

 

La storia di Rupy Mavi racconta della ricchezza rappresentata dalla volontà di integrazione di chi proviene da altre parti del mondo e decide di vivere e lavorare nel nostro Paese. Una volontà particolarmente significativa nei giovani, immigrati di seconda generazione e oggi bresciani.

 

Rupy Mavi ha studiato, si è laureata, oggi è dottore commercialista, la prima di origine indiana iscritta all’Albo professionale bresciano. E oggi ha scelto di mettere la propria storia al servizio degli altri, in particolare delle ragazze, troppo spesso frenate nei loro sogni e nelle loro scelte da pesanti discriminazioni.

 

Per il suo impegno su questo fronte a lei va oggi il premio intitolato a Nica e Candida Ranzanici.

 

 

 

 

 

Il Premio alla memoria del Cavaliere del Lavoro «Umberto Gnutti» viene assegnato a Astutillo Malgioglio

 

Il calcio è stato la sua professione, l’assistenza ai disabili la sua missione nella vita. Astutillo Malgioglio, indimenticato portiere del Brescia dal 1977 al 1982, proprio nella nostra città ha per la prima volta incontrato il mondo della disabilità e ha deciso che quello era il campo nel quale impegnarsi. Da allora, attraverso l’associazione fondata assieme alla sua famiglia e attraverso il sostegno di moltissimo amici, ha saputo dar vita a mille iniziative di altruismo instancabile e generosità concreta. Lui, piacentino, ama dire che “Brescia e i bresciani sono la mia città e la mia gente”. Oggi la sua città e la sua gente vogliono dirgli grazie.

 

 

 

 

 

 

 

Il Premio “Cuore Amico” viene assegnato a Mohamed Camara e Doumbia Souleymane

 

Mohamed e Souleymane sono arrivati dall’Africa quando erano ancora bambini, affrontando da soli un viaggio durissimo.

 

Oggi sono ragazzi, studiano e lavorano, stanno inseguendo i propri sogni e disegnando il proprio futuro. Ma trovano spazi di generosità grazie ai quali, nei duri mesi del Covid, insieme si sono messi a disposizione di chi ha bisogno. Una storia di integrazione, la loro, che ha molto da insegnare.

 

 

 

 

 

Il Premio intitolato a «Pietro, Piergiuseppe e Piercarlo Beretta» viene assegnato a Maria Villa Allegri

 

Forte anche di una radicata competenza professionale nel campo del sociale e del sostegno alle categorie più disagiate, Maria Villa Allegri ha iniziato a impegnarsi nell’Anffas nel 1994. Da allora non ha mai fatto mancare il proprio contributo che si è tradotto per 24 anni e fino all’ottobre scorso nel ruolo di presidente provinciale e che anche oggi prosegue intenso.

 

Negli anni della sua presidenza il “sistema-Anffas” è cresciuto dando vita a centri residenziali e servizi ambulatoriali, articolando proposte educative e assistenziali specifiche fino alla creazione di una organica Agenzia per la vita indipendente.

 

 

 

 

 

Il Premio «Rotary Club Brescia Nord» viene assegnato a Bruna Filippini.

 

La difesa della vita nascente, declinata in ogni sua forma: dal sostegno alle donne in gravidanza fino a quello ai bambini in tenera età. Questo l’impegno di Bruna Filippini. Docente di matematica, ha svolto molte attività in ambito sociale, tra cui il Centro famiglie e il Centro aiuto alla vita di Desenzano.

 

Le è riconosciuta una grande sensibilità personale e sociale che le ha consentito di intercettare i problemi più attuali, proponendoli alle riflessioni delle parrocchie e della cittadinanza attraverso incontri, conferenze, spettacoli o anche camminate sul territorio gardesano nel quale vive e si impegna. Tra le numerose iniziative promosse anche il Progetto vita di adozione prenatale per un sostegno economico alle mamme in difficoltà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Premio «Collegio Notarile di Brescia» viene assegnato a Bresciasoccorso

 

Tante, troppe le sirene che nei mesi dell’esplosione dell’epidemia hanno lacerato il silenzio della città. Tra queste, anche le sirene delle ambulanze di Bresciasoccorso, che nei 70 terribili giorni fra marzo e aprile scorsi hanno coperto oltre 60mila chilometri rispondendo alla chiamata delle istituzioni della rete sanitaria bresciana, ma anche di singoli cittadini in difficoltà.

 

Un impegno che è stato possibile grazie alla dedizione degli oltre 200 volontari, già protagonisti - pur in stagioni meno drammatiche - di una capillare presenza sul territorio e di un costante sostegno a fianco di strutture sanitarie, ma anche incontri pubblici e manifestazioni sportive.

 

 

 

 

 

Grosso d’oro alla memoria a Gino Fasoli

 

Il medico e l’uomo in Gino Fasoli coincidevano. Per anni medico di base a Cazzago San Martino, nel corso della sua professione si era più volte impegnato all’estero con Emergency, Medici senza frontiere, Unitals.

 

Era ormai in pensione Gino Fasoli, ma a marzo l’esplosione dell’emergenza Covid lo aveva portato a mettersi a disposizione, a reindossare il camice, a tornare negli ambulatori. Il tutto mentre nemmeno medici e operatori sanitari potevano contare sui dispositivi – mascherine, guanti, disinfettanti – necessari a prevenire il contagio. Gino Fasoli si è ammalato, è stato ricoverato e non è sopravvissuto al virus.

 

La sua vicenda personale diventa il tragico simbolo dell’impegno e del sacrificio di quanti lavorano sul fronte della sanità. Alla sua memoria va il Grosso d’Oro simbolo della nostra città.

 

 

 

 

 

Grosso d’oro a #Aiutiamobrescia

 

È questa la prima volta in cui - nell’ambito dei riconoscimenti attribuiti accanto al Bulloni - un premio viene assegnato con un solo gesto a ben 58mila bresciani. Sono i 58mila donatori che nei mesi dell’esplosione della epidemia da Covid hanno raccolto l’invito di #aiutiAMObrescia, l’iniziativa promossa da Fondazione Comunità Bresciana e da Editoriale Bresciana che è stata in grado di raccogliere oltre 18 milioni di euro. Una somma maiuscola, figlia di una straordinaria comunità di intenti e di contributi confluiti dai canali più diversi: aziende, associazioni, gruppi di amici, singoli cittadini… Una somma che nei mesi più duri ha contribuito a sostenere con fondi e materiali le strutture ospedaliere pubbliche e private, le associazioni di pronto intervento, le reti di volontariato. Un esempio di generosità ed efficacia che non ha avuto eguali sul territorio nazionale.

 

 

 

 

 

Medaglia d’oro a Ambra Angiolini

 

La notorietà vale non solo per come la si consegue ma anche per come la si impegna. E Ambra Angiolini ha voluto impegnarla per Brescia, per la città che l’ha accolta e nella quale ha scelto di vivere. Nei mesi terribili della prima ondata del Covid, Ambra ha ideato e promosso l’iniziativa SOStieniBrescia, attivata assieme al Comune cittadino. Un’iniziativa per raccogliere aiuti concreti a quanti l’epidemia ha messo in ginocchio.

 

 

 

 

 

Medaglia d’oro a Emilia Coelati Rama

 

La signora Emilia Coeli Rama da 38 anni si prende cura con meticolosa costanza della cappelletta di San Michele, all’interno del Cimitero Vantiniano. Una generosità, la sua, spesa a garantire decoro e attenzione alla memoria dei defunti. Come accade ad esempio - con l’aiuto al servizio religioso dei Cappuccini di via Milano - in occasione delle cerimonie in onore dei Caduti per la Patria o nella ricorrenza del 28 Maggio. O come è accaduto - più recentemente - nelle Messe per le vittime della pandemia celebrate dal Vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada.

 

 

 

 

 

Medaglia d’oro a Luigina Casari

 

Un’esistenza passata ad offrire aiuto agli altri. E a partecipare alla vita della comunità - il quartiere di via Cremona - in mille modi: con l’impegno da consigliere e presidente in circoscrizione, da volontaria in parrocchia, da animatrice con il gruppo anziani, promuovendo incontri nella sala pubblica di via Repubblica Argentina. Luigina Casari ha sempre saputo mettersi a disposizione di chi ha bisogno, con una naturalezza che oggi le fa dire “Non capisco perché mi consegnino questo premio”. Cara Luigina, questo riconoscimento è il grazie della sua comunità.