Continua la battaglia dei manifesti. A pochi giorni dall’avvio della campagna di sensibilizzazione, promossa dai cacciatori bresciani Luca, Stefano e Nicoló, sulle pratiche venatorie, i manifesti sono stati vandalizzati.Pubblichiamo la nota del consigliere regionale Floriano Massardi.

“Questo vandalismo è intollerabile ed ha il chiaro sentore di essere un atto intimidatorio” tuona il consigliere regionale Floriano Massardi, vicecapogruppo del Carroccio al Pirellone.

“Sono mesi ormai che il livello di ostilità nei confronti dei cacciatori, soprattutto in provincia di Brescia, è aumentato sensibilmente. Abbiamo assistito prima alla comparsa di quel terribile manifesto a Sant’Eufemia, ora queste scritte. I cacciatori invitavano al dialogo e al confronto, la risposta è semplicemente ‘ci fate schifo!’. Il manifesto della LAC e della LEAL è ancora al suo posto dopo oltre due settimane dalla sua affissione, nessun cacciatore si è sognato né si sognerebbe mai di fargli un solo graffio. Dall’altra parte, le associazioni animaliste e i loro accoliti non si fanno remore ad utilizzare le maniere più aggressive.

La differenza tra noi cacciatori, persone civili e disposte a confrontarci, e loro è tutta qui. Sono solo degli incivili estremisti. Anche sui social network è ormai all’ordine del giorno l’insulto e la minaccia. A dispetto della narrazione mainstream, i veri violenti sono gli animalisti e non i cacciatori, è evidente.

Dopotutto, il confronto è del tutto impari: se, infatti, i cacciatori abilitati in provincia di Brescia sono oltre 20 mila, gli iscritti alla LEAL e alla LAC non sono che qualche sparuta decina. La loro inferiorità numerica come seguito e radicamento territoriale è palese, non gli resta quindi che alzare i toni e usare metodi violenti. Tipico di chi non ha argomenti, per corroborare la propria posizione, buttano il confronto in rissa. E pensare che c’è chi racconta che loro siano i “buoni” e vorrebbe dipingere i cacciatori come “cattivi”. Pazzesco.

Questo fine settimana inoltre, a Lonato, si è verificato l’ennesimo atto vandalico a danno di un capanno di caccia: diversi alberi sono stati abbattuti o radicalmente danneggiati. Questo episodio segue quanto già accaduto nei mesi scorsi e a seguito dei quali avevo depositato un esposto alla Procura della Repubblica. Se, precedentemente, i danneggiamenti si erano limitati ai capanni, oggi le vittime di questi talebani sono addirittura gli alberi e la vegetazione. C’è ancora qualcuno disposto a chiamarli ambientalisti? Fino a che punto si potranno tollerate le prevaricazioni di questi facinorosi?”