Riceviamo e pubblichiamo.

Sono passati due mesi dalla decisione assunta dal Consiglio provinciale di adottare per la problematica relativa all’impianto di depurazione del Garda un principio di territorialità, permettendo in tal senso una più approfondita valutazione che porti alla localizzazione tecnicamente ottimale dell’impianto.

In questo frangente, riteniamo doveroso rilanciare una visione condivisa sulla gestione del Fiume Chiese e, insieme ad esso, del Lago d’Idro. Un territorio ampio e diversificato da un estremo all’altro che troppo spesso, anche data la natura stessa del bacino imbrifero, ha visto un eccessivo sfruttamento della risorsa idrica, non sempre sufficientemente tutelata. L’alveo del fiume Chiese infatti, che prende l’acqua dal lago d’Idro, spesso si è trovato in uno stato di deflusso insufficiente, ben lontano dal deflusso ecologico necessario per il mantenimento della biocenosi ambientale e paesaggistica del territorio circostante. Non vogliamo limitarci a semplici slogan propagandistici, riteniamo invece necessaria una visione che riporti al centro l’ambiente e il territorio con le persone che lo vivono, senza per questo precludere l’uso ottimale della risorsa idrica. L’intesa raggiunta in Consiglio Provinciale può e deve rappresentare il primo passo in questa direzione. Strumento che può contribuire ad un miglioramento della gestione del territorio fluviale e della difesa del suolo, partendo dalla tutela e dalla valorizzazione delle risorse idriche superficiali, sono  i Contratti di Fiume.

Un Contratto del Fiume Chiese porrebbe le basi per un processo di riqualificazione che investirebbe con fondi e risorse sul territorio, inteso come patrimonio collettivo che richiede l’impegno congiunto e una cooperazione tra la popolazione e tutti gli altri stakeholder, tra questi istituzioni, amministrazioni locali, tecnici, professionisti e associazioni del terzo settore che vorranno portare, come contributo, la propria esperienza e le proprie idee. In tal senso, gli ambiti prioritari di intervento potranno spaziare dalla valorizzazione e gestione del territorio sulle sponde del Fiume Chiese e del lago d’Idro, al mantenimento dell'ecosistema fluviale, evitando quindi l’alterazione del bilancio dei sedimenti nel bacino idrografico e con esso i fenomeni da erosione per dissesto idrogeologico, mantenendo una corretta pulizia dell’alveo e manutenzione della copertura forestale riparia. Potranno inoltre riguardare la valorizzazione delle attrattività e della fruibilità turistico culturale e la salvaguardia dell’ambiente rurale e del paesaggio. Le politiche di valorizzazione e tutela del territorio del fiume Chiese, si riveleranno efficaci nella misura in cui sapranno essere condivise, partecipate, di dimensione locale e complessiva al tempo stesso. Ripartiamo quindi con una visione condivisa, sostenibile e partecipata, ripartiamo e mettiamo al centro il nostro territorio.

 

Marzo 2021

Circoli del Partito Democratico di Valle Sabbia