Il comandante Stefano Dondelli, recentemente premiato da Regione Lombardia per il servizio svolto nei mesi della pandemia, traccia il bilancio di un anno difficile e impegnativo.

 

La gestione dell’emergenza sanitaria è in effetti stata al centro delle attività dell’intero comando, che ha più volte dovuto riorganizzare il servizio per affrontare cambiamenti repentini e inaspettati, a fronte di esigenze che stravolgevano orari e modalità di lavoro consolidati. L’evolversi della pandemia ha inoltre richiesto coordinamento e collaborazione continui anche con le altre forze di polizia operanti sul territorio.

«Particolarmente intenso – racconta il comandante Dondelli – è stato il lavoro di risposta alle innumerevoli telefonate per chiarimenti rispetto alle disposizioni dei vari Dpcm: in occasione delle varie uscite di nuove normative si sono raggiunti picchi di oltre 50-80 chiamate giornaliere». A questo si aggiunge il contatto quotidiano con i sindaci sia per la risoluzione immediata delle varie problematiche che per un confronto sull’interpretazione delle numerose normative. «Ritengo doveroso ringraziare i miei collaboratori per l’impegno profuso e la disponibilità d’adattamento totale a cambiamenti operativi spesso repentini».

L’impegno, tra l’altro, è stato anche riconosciuto da Regione Lombardia che ha premiato gli operatori impegnati nella gestione dell’emergenza con un attestato di riconoscenza per la concreta collaborazione e il senso del dovere dimostrati a favore della comunità lombarda.

La "squadra" del servizio intercomunale Calvagese Muscoline comprende il comandante Stefano Dondelli, vicecommissario di Polizia Locale, due assistenti scelti e un agente scelto. Purtroppo il numero già esiguo del personale è diminuito ulteriormente per alcuni mesi, perciò servirebbero rinforzi, anche temporanei, per garantire standard elevati nel servizio. Nel frattempo, gli agenti riescono comunque a far fronte ai bisogni del territorio tutti i giorni feriali dalle 7:30 alle 19 (il sabato 7:30-13:30), con una pattuglia disponibile fino a mezzanotte, e nei festivi se ci sono esigenze programmate (feste, gare, manifestazioni, ecc.) o per altri particolari bisogni. In ogni caso, anche con la chiusura degli uffici si garantisce la risposta alle telefonate, che vengono deviate sul cellulare in dotazione alle pattuglie.

Nel corso dell’anno 2020 le pratiche sono state come sempre numerose, non solo nell’ambito della sicurezza stradale, ma anche negli altri settori di competenza della Polizia Locale: solo per Commercio e Protezione Civile, per esempio, sono state evase ben 1459 pratiche. La novità nei controlli stradali dell’ultimo anno ha riguardato il transito dei mezzi pesanti, che spesso non rispettano il divieto ai mezzi superiori alle 3,5 tonnellate sul territorio comunale. Spesso il nostro territorio diviene un passaggio non solo per carico e scarico, che sono consentiti, ma come scorciatoia per raggiungere la Valsabbia o Lonato e il basso lago. Circa il 30% dei mezzi controllati transitava in maniera ingiustificata, con notevole danno per i residenti sia per il rumore che per l’inquinamento; le violazioni hanno portato a ben 33 verbali di contravvenzione.

«Gli operatori di Polizia Locale – continua Dondelli – con la loro presenza costante sul territorio riescono a integrarsi nel tessuto sociale e a comprenderne le caratteristiche specifiche. Questo permette loro di intervenire nella maniera più adeguata, attraverso una generale azione di mediazione dei conflitti e quindi non solo con sanzioni». Un approccio di questo tipo in effetti è la via migliore per generare una effettiva collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.

In quest’ottica di prevenzione, anche in ottemperanza alle norme anti-covid, gli agenti hanno inoltre effettuato numerosi servizi appiedati nelle zone più sensibili dei paesi: parchi, oratori, parcheggi, luoghi di ritrovo dei ragazzi. Purtroppo nel corso del 2020 sono aumentate le situazioni di degrado giovanile, con atti di vandalismo su beni comuni. In alcuni casi è stato possibile risalire agli autori, grazie alle telecamere di videosorveglianza, e sono stati quindi convocati i genitori nel tentativo di un recupero dei ragazzi stessi. Questa sensibilità verso l’educazione, prima e più efficace che la repressione, porta il comandante a considerare la possibilità, in collaborazione con i servizi sociali, di introdurre la figura di un educatore di strada.

Anche l’educazione stradale nelle scuole concorre a questi obiettivi e proprio per questo il comando di Calvagese e Muscoline è uno dei pochi che ha fatto di tutto per portare a termine buona parte delle lezioni, sia pubblicando materiali didattici sul proprio sito istituzionale, sia attraverso interventi con la didattica a distanza, come nella scuola dell’infanzia di Calvagese della Riviera.

Giovanna Gamba