Il punto sulla questione dopo l’incontro tra amministrazione comunale, dirigente e docenti dell’istituto comprensivo, genitori rappresentanti del consiglio d’istituto e dei consigli di classe della scuola secondaria di primo grado Calini.

Tutto è cominciato nel mese di novembre, quando durante i controlli di routine sono state trovate tracce di legionella nelle condutture della palestra adiacente alla scuola media. Immediati gli interventi di sanificazione, con la sostituzione di un boiler un po’ datato che pareva essere l’agente contaminante e la chiusura della palestra per qualche giorno. Altrettanto immediata, però, è stata anche la diffusione di timori e preoccupazioni, alimentata da voci imprecise sul morbo e amplificata da interventi e commenti sui social.

Dopo un ulteriore controllo in gennaio la positività si è ripetuta e nella giornata di oggi una ditta specializzata è intervenuta per risolvere il problema, si spera definitivamente. «Tutto è sempre stato sotto controllo – sottolinea fin da subito il sindaco Giovanni Cottini – e da parte nostra abbiamo cercato di evitare inutili allarmismi. Assicurando che non c’è mai stato alcun pericolo di contrarre la malattia da parte dei nostri ragazzi non parliamo da sprovveduti, ma con la certezza di aver seguito scrupolosamente tutte le procedure. Il tutto non tanto per il timore di pagare penalmente le mie responsabilità, ma perché si tratta di una questione di coscienza».

Per fare maggior chiarezza e tranquillizzare le famiglie sono stati invitati alcuni specialisti e tecnici autorevoli. L’architetto Paola Visini, dell’Ufficio tecnico comunale, ha ricostruito le varie fasi della vicenda precisando la non casualità del riscontro: il protocollo di prevenzione prevede infatti analisi periodiche sugli impianti, che sono state sempre eseguite secondo le linee guida del ministero. La chiusura della palestra è stata disposta per scrupolo, in realtà sarebbe bastato chiudere l’acqua calda perché la legionella diventa pericolosa se viene inalata con il vapore dell’acqua calda, non se viene bevuta. Le fa eco il dottor Crescenzo Messino dell’ATS, che lavora a Desenzano dal 1991 e dichiara di non essersi mai imbattuto in tutta la sua carriera in casi di legionella fra i bambini e i giovani. «Di solito la polmonite da legionella colpisce infatti gli ultracinquantenni – continua Messino – con in corso altri problemi di salute, debilitati o immunodepressi da trapianto, per esempio. Riscontrare legionella negli impianti è quasi fisiologico e il rischio non si può azzerare, tuttavia la valutazione del rischio permette di tenere la situazione sotto controllo».

Francesco Zummo, tecnico della prevenzione dell'ATS, ricorda che il rischio è presente anche negli impianti idraulici delle nostre abitazioni. Rispetto alla diffusione su vasta scala del batterio, ciò che però conforta è la scarsa probabilità di sviluppare effettivamente la patologia. Alberto Scirea, di Sanipur, spiega l’intervento di sanificazione che la ditta sta per eseguire, cui seguiranno operazioni di mantenimento, e classifica il lavoro odierno come routine.

Ai genitori ancora in allarme, la dirigente scolastica Sabrina Stefano ribadisce che la preoccupazione è comprensibile, ma non c’è mai stato pericolo per la sicurezza dei ragazzi, altrimenti l’istituto si sarebbe immediatamente mosso. Se ogni atto amministrativo interno o intervento di manutenzione venisse comunicato all’utenza, si rischierebbe di paralizzare l’attività ordinaria e i primi ad andarne di mezzo sarebbero i ragazzi. «La scuola – conclude la preside – accoglie gli alunni in un ambiente senza pericoli, ma se non c’è fiducia in chi opera per il loro benessere è impossibile sradicare la paura che le cose non siano ben fatte. Tutti invece dobbiamo fare in modo che i ragazzi siano sereni: facciamo solo del male alla scuola se queste premesse vengono meno». Nel pomeriggio di oggi dovrebbero concludersi gli interventi di sanificazione, cui seguiranno altre analisi dell’acqua. Sperando che finalmente tutto... scorra liscio.

Giovanna Gamba