Per comprendere la grave situazione che si è venuta a creare nella Fondazione “La Memoria”, è necessario tornare alle origini del problema. Cercherò di essere brevissimo, ma si potrebbe scrivere un trattato.
All’inizio della seconda amministrazione Vezzola, dopo le nomine sindacali dei membri del CdA (queste sì pienamente legittime…) tutta l’attenzione si concentrò sulla Casa di Riposo. Si voleva asserire un principio che sarà più volte ribadito: La memoria è una realtà a sé stante, il suo CdA deve procedere in maniera perfettamente autonoma, nessuno potrà in nessun modo interferire (verrebbe da pensare, nemmeno il Sindaco?). Così il Regolamento venne rimaneggiato in più occasioni, fino a giungere al “Capolavoro” che un Assessore ai Servizi Sociali diventò, passo dopo passo, nientepopodimeno che Direttore Generale della Casa di Riposo. Bravi! Nessuno poté dir nulla, inutilmente mi stracciai le vesti, quando ne venni a conoscenza a cose fatte. Fu un’operazione tenuta in gran segreto fino all’ultimo momento. Torno a ripetere, valeva il principio della assoluta indipendenza del CdA, un “teorema” assai caro all’ex Sindaco Vezzola. Ricordo bene che la gente, dico la gente comune (quella i cui figli devono fare mille concorsi per un posticino) e non i dotti medici e sapienti, mormorò e ve lo dico in dialetto (la mia lingua madre): “I l’à fat corer da sul e l’è riat prim…” tutto andò relativamente liscio, fino a quando il Sindaco venne sospeso e ci sarebbe da immaginare che quell’Istituzione potesse, in quel frangente, cambiare il suo assetto, anche perché la Presidenza de La Memoria era, nel patto elettorale, da assegnare alla Lega, cioè il partito che io ho l’onore di rappresentare. Inutilmente cercai di rimuovere il Signor Zanella, trovai di fronte il muro. Nessuno era bravo e capace come lui. In seguito la situazione precipitò. Di fonte all’approvazione del mega progetto di ristrutturazione, in una memorabile assemblea pubblica, dove nessuno e dico nessuno della Maggioranza difese il progetto e dove la cittadinanza presente affossò clamorosamente l’iniziativa, a quel punto, forse un po’ tardivamente, volli vederci chiaro. Il Segretario Comunale su mia espressa sollecitazione e mi risulta sia stata anche quella dell’Assessore Orlini e del Sindaco sospeso, evidentemente perché immaginavano l’esito di un parere diverso…, il Segretario, per l’appunto, con un documento, sentenziò: “ La Memoria ha l’obbligo della trasparenza e deve sottostare al codice degli appalti”. La lettera fu girata da me a tutti i membri del CdA dove indicavo, quindi, la necessità di aderire a tale istanza e non avrei rilasciato alcun permesso edilizio, senza che prima si dichiarasse ufficialmente il rispetto delle leggi.
Sarà un caso? (… e che caso, dice uno slogan di una celebre trasmissione popolare) il Sindaco sospeso si dimette immediatamente, perciò tutti a casa. Si dimettono anche numerosi Consiglieri ed Assessori per “solidarietà al Sindaco” e lascio a voi immaginare quanto abbia sopportato nel miei 18 mesi di “Sindaco” con certi Consiglieri di maggioranza, tanto da dovermi sobbarcare anche notevole parte del lavoro di alcuni Assessori “Vezzoliani”.

Questa è la storia, ora arriviamo alla cronaca. Giunge da noi un Commissario prefettizio, approfondisce la situazione, sente il parere di tutti, anche di semplici cittadini e procede con equilibrio e tanta prudenza. È una persona esperta e capace, ha i poteri necessari. Non fa altro che trarne le conseguenze, esattamente partendo dal punto in cui io avevo dovuto lasciare la difficile situazione. Vale la pena di considerare che avrei dovuto comunque eseguire io stesso il rinnovo del CdA, se non avessi ottenuto le risposte ed i risultati richiesti. Ma i miei poteri erano appesi ad un filo, il filo che mi ha sempre collegato al Sindaco sospeso, brutta storia davvero, questa. Ma il Commissario prefettizio chi lo manda a casa? Volete l’insurrezione popolare? È qui per stabilire la legalità e l’ordine, mi ricordo quando il 25 luglio passai alla Commissaria le consegne dell’Amministrazione Comunale, attraverso la Straordinaria Verifica di Cassa mi disse “…sono qui per mettervi sulla carreggiata…”ed a questa affermazione sinceramente, provai un po’ di vergogna. Verso di lei tutto il mio personale sostegno, la stima ed il plauso per la determinazione e il coraggio dimostrato. Credo sia giunto il momento di chiarire ciò che è stato per troppo tempo gestito dai soli addetti ai lavori, molte sono le domande senza risposta : ad esempio vengono pagati professionisti senza che il progetto sia stato nemmeno approvato, si spendono denari per acquisire pareri legali i cosiddetti “pro veritate”? Scusate se la butto di nuovo in dialetto  . “fos che i nos veci…”,  si’ quelli che si sono tolti il pane di bocca per la Casa di Riposo ! Nemmeno giova alimentare artatamente il conflitto di poteri, ATS contro Commissario Prefettizio, per tirarla ancora un po’ in lunga. E’ circolata voce che alcuni personaggi del vecchio CdA o legati  comunque allo stesso, possano candidarsi a Sindaco di Gavardo, nelle prossime elezioni, e sarebbe il secondo capolavoro. Un autentico gioco di prestigio : dal Comune alla Casa di Riposo e viceversa. Un famoso pedagogista aveva come motto il seguente “…quando  non piango, rido…” ed  eravamo ai primi anni del 1800. Quindi non meravigliamoci, ma lavoriamo sempre e comunque per il bene di Gavardo e stiamo a fianco di chi in questo periodo regge le nostre sorti amministrative .     

 

P.S .Apprendo che è stato nominato nuovo Presidente de La Memoria il Signor Michele Bortolotti a lui ed a tutti i membri del CdA auguro buon lavoro.

 Sergio Bertoloni (exVicesindaco del Comune di Gavardo)