Emanuela 35 anni di Ospitaletto ha subito anni di sofferenze a causa di una vaccinazione antitubercolare che le è stata somministrata all’età di 19 anni.

Grande è stato il merito dei vaccini nel corso della storia per debellare tante malattie, ma le vaccinazioni non sono esenti da rischio. Questa la drammatica storia che la stessa Emanuela racconta pubblicamente con grande intensità:

Sono Emanuela e ho 35 anni. Il mio calvario comincia a 19 anni, età in cui mi sono sottoposta alla vaccinazione anti-tubercolare, all’epoca obbligatoria per gli studenti iscritti alla facoltà di medicina e chirurgia, che avevo cominciato a frequentare all’Aquila.
Proprio quel giorno, come tutti i miei compagni italiani, mi sono vaccinata, convinta che fosse la cosa migliore da fare per tutelare la mia salute; infatti, fino a quel momento, ero fermamente convinta che i vaccini fossero sicuri e necessari e mai avevo sentito parlare di danni da vaccino. Mai fino a qualche tempo dopo.
Pochi giorni dopo il vaccino, cominciai ad accusare dolori nella zona di inoculazione accompagnati da febbre e debolezza; allora decisi di recarmi in pronto soccorso. I medici furono costretti a medicare la zona interessata che nel frattempo si era infettata intaccando i tessuti più profondi fino a sfiorare l’osso; tutto questo senza anestesia: vi lascio immaginare il dolore che provai. La ferita rimase aperta per circa 3 mesi e, a giorni alterni, mi recavo in ospedale a cambiare la medicazione: uno strazio.
Probabilmente starete pensando che tutto sommato si trattava di una cosa superabile. Purtroppo però quello era solo l’inizio.
Incominciai a fare una serie di analisi del sangue per riuscire a capire che cosa fosse successo, ma non fu così semplice.
Fui ricoverata all’ospedale di Desenzano (nel frattempo mi ero trasferita con la mia famiglia nel bresciano) dove un medico cominciò a fare chiarezza. Infatti mi fu diagnosticata una reazione avversa alla vaccinazione che mi aveva causato una adenopatia mediastinica. Ma questo non bastava, allora fui ricoverata all’ospedale San Paolo di Milano dove fui sottoposta ad un intervento per un’asportazione di iperplasia reattiva. Ma anche questo non era sufficiente; si riparava al danno senza spiegarne la causa.
Intanto le mie condizioni fisiche non facevano altro che peggiorare. Cominciai a soffrire di cefalee che mi portarono all’ennesimo ricovero, questa volta al Besta di Milano dove mi sottoposero, tra le altre, ad una visita pneumologica con tanto di broncoscopia con lavaggio bronchiale, scintigrafia total body e spirometria a seguito dei quali fu finalmente fatta chiarezza.
Mi venne diagnosticata la sarcoidosi, una malattia infiammatoria cronica che può interessare diversi organi e che per quanto mi riguarda, ha colpito i polmoni e che è stata causata dal danno da vaccino che ho subito. Ho quindi immediatamente cominciato la cura a base di cortisone e immunosoppressori che ho seguito per quasi dieci anni. Chi conosce queste terapie sa bene che effetti devastanti hanno sull’organismo.
Dalla diagnosi, ogni sei mesi, mi reco al Niguarda di Milano per i controlli di routine, che prevedono esami del sangue, PET (tomografia a emissione di positroni) con contrasto e spirometria.
Nel frattempo, mio malgrado, sono insorte altre patologie come conseguenza al danno da vaccino, tra cui asma e una patologia autoimmunitaria alle tiroide nota come morbo di Hashimoto.
Ci sono voluti anni per capire quali patologie aveva causato il danno da vaccino, anni di sofferenza fisica e psicologica, anni in cui la mia vita è stata distrutta, anni pieni di dubbi, incertezze e sfiducia. Adesso non riesco più a fare quello che facevo prima di ammalarmi, mi stanco facilmente, ho costantemente la febbre e dolori articolari. Nonostante tutto, la mia vita va avanti, certo non come una persona sana, ma nel dramma mi sento ancora fortunata. Ho l’appoggio della mia famiglia e da quest’anno anche dell’A.I.M.S. (Associazione Italiana Malati Sarcoidosi).
Tre anni e mezzo fa ho avuto la gioia di avere un figlio che per fortuna è sano, ma provate ad immaginare il mio tormento nel momento in cui ho dovuto decidere di vaccinarlo; la paura che potesse succedergli il mio stesso calvario era fortissima e in più dovevo subire l’accusa di essere una cattiva madre se non l’avessi vaccinato. Allora sono giunta ad un compromesso, accettando di sottoporre mio figlio ad alcune analisi in un centro immunologico a Brescia. Dagli esiti mi assicurarono che non ci sarebbero stati problemi di reazioni ai vaccini ad eccezione dell’anti-tubercolare e il vaccino contro la febbre gialla. Allora mi sono fidata e ho deciso di tutelare la salute di mio figlio vaccinandolo.
Purtroppo, però, ancora una volta, mi sono dovuta ricredere. Infatti un esperto mi ha spiegato che quei test non sono sufficienti a stabilire la sensibilità ad un vaccino e che da soli non bastano. Di conseguenza, a costo di risultare una madre senza cuore, ho deciso che mio figlio non farà più nessun richiamo né nessun altro vaccino.
Oggi posso dire di aver acquisito una maggiore consapevolezza riguardo l’argomento e continuo a documentarmi per cercare di tutelare me stessa, la mia famiglia e i miei amici. Il mio pensiero è quello di sensibilizzare le persone circa il contenuto nocivo dei vaccini, al cui interno spesso e facilmente si trovano mercurio, come conservante, alluminio, per il potenziamento della risposta immunitaria, coadiuvanti e tantissime altre sostanze tossiche. Non solo, anche la somministrazione di più vaccini in un’unica soluzione è alquanto discutibile, soprattutto nei bambini che non hanno ancora un sistema immunitario maturo, che si raggiunge intorno ai cinque anni. Tutto questo, in soggetti particolarmente sensibili, può provocare danni irreparabili, come il mio.
Mio figlio fortunatamente sta bene, ma mi arrabbio e intristisco nel venire a conoscenza di tutti quei bambini che invece hanno subito gravi danni, quali lesioni cerebrali, a causa dei vaccini obbligatori.
Lo stesso Stato che rende obbligatori i vaccini, riconosce i danni che questi possono causare grazie alle leggi 210/92 e 229/5 art. 1 e 4. Esistono anche numerose associazioni a sostegno e tutela dei diritti delle persone colpite da danno vaccino . I modi per informarsi sui rischi e conoscere tutto quello che fino adesso poteva esserci sconosciuto sono numerosi.
Accettando di raccontare la mia esperienza, che non auguro a nessuno, ho pensato di cogliere l’opportunità per far riflettere le persone sui problemi, non resi noti, che le vaccinazioni possono causare e stimolare la gente ad informarsi sui rischi prima di sottoporsi ad una vaccinazione in modo da essere più consapevoli di ciò che ci viene imposto dietro la maschera di tutela della nostra salute.
Mi auguro che la mia sofferenza, come quella delle persone che, come me, hanno subito questo danno, a volte con risvolti decisamente più gravi, possa non rimanere vana, ma che, al contrario, possa essere fonte per una maggiore presa di coscienza del problema ed una occasione per conoscere, discutere e diffondere l’argomento “danno da vaccino”

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